Se sei un regista colombiano, probabilmente non hai scelta. Per raccontare davvero la tua terra e quello che di buono e di cattivo ci cresce sopra, devi affondare le mani nelle radici ancestrali. Ciro Guerra, insieme a Cristina Gallego, lo fa con Oro verde - C'era una volta in Colombia, nelle sale italiane dall'11 aprile, come già l'aveva fatto con il molto premiato El abrazo de la serpiente. Ma adesso unisce i trattini della tradizione indigena con l'enormità del fenomeno del narcotraffico.

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Una scena del film Oro Verde

Prima di intrattenersi con Pablo Escobar, e a maggior ragione dopo aver passato insieme a lui molte sere della nostra vita televisiva, questa è una visione altamente consigliata, per non dire necessaria. Non c'è altro modo per capire come, negli anni 60, tutto sia iniziato quasi per gioco, per allegria, per compiacere qualche manciata di gringos fricchettoni calati dalle stelle e strisce per rientrare in contatto con l'universo. Il patto dei colombiani con natura e tradizione si è infranto in favore di un sogno di ricchezza che lentamente li ha spogliati, e rivestiti di banconote e sangue.

Cosa c'è, tra l'altro, di bellissimo: Natalia Reyes, attrice colombiana intensa. Uno sguardo epico che fa trattenere il fiato. Un realismo trascinante, a tratti magico.