Fare carriera, acquisire nuove competenze, volere fare parte di un progetto. A volte, al lavoro, tutto fila liscio. E questo, spesso, capita grazie a qualcuno che sa come essere un buon capo che sa come rendere la vita lavorativa dei suoi collaboratori migliore. Conoscete il principio di incompetenza di Laurence Peter? "In una gerarchia, ogni dipendente tende a salire di grado fino al proprio livello di incompetenza". In soldoni, crescendo professionalmente, alla fine occuperete un ruolo che non vi compete. E spesso, sfortunatamente, ci sono team leader che non hanno le qualità per ricoprire questo ruolo. Perché un buon manager deve sapere come tenere "allenati" i suoi collaboratori, incoraggiarli, mostrare loro gli obiettivi, prendersi cura del loro benessere e gestire eventuali problemi. E deve saperlo fare giorno dopo giorno. Fortunatamente, queste rare perle esistono. E possono rendere il nostro rapporto con il lavoro bellissimo.

Solange, impiegata nell'amministrazione, non fa mistero della sua ammirazione per Marine, il suo capo. "Io e i miei colleghi siamo unanimi nel ritenerla perfetta per il ruolo che ricopre. Quello che ci sorprende è che non si comporta come se fosse "superiore" a noi. E nonostante tutto è rispettata, moltissimo, come leader. È anche molto competente e innegabilmente molto rigorosa nel suo campo". Allo stesso modo Christelle, informatica, ammette di "obbedire" solo ai capi che ritiene competenti. Questo arricchisce la mia professionalità. Da come parlano traspare la loro preparazione". Ma cosa fa Marine, il capo di Solange, per essere così amata/seguita dal suo team? Quali sono le sue qualità? "È interessata al nostro carico di lavoro. Ha una parola per ogni membro del team che sia in azienda da due giorni o da 20 anni. Resta connessa e ci lascia gestire il nostro lavoro in modo indipendente. Se c'è qualche problema, il suo primo pensiero non è che la colpa sia nostra. Si include nelle possibili cause del problema e non esita a chiederci di trovare soluzioni e/o migliorie".

Una descrizione ideale, che corrisponde in tutto e per tutto a ciò che si aspetta Fabienne, capo delle risorse umane di un grande gruppo, da un manager. Secondo lei, da un capo i dipendenti chiedono principalmente buon senso e vicinanza. "Un buon capo, che sia uomo o donna, deve sapere parlare in modo chiaro, spiegare le richieste dei superiori, mostrare gli obiettivo al suo team ed essere empatico". In particolare, nel gruppo in cui lavora Fabienne un capo deve "avere entrambi i piedi ben saldi a terra". Ovvero da un lato deve avere capacità relazionali - "saper essere il capitano di una squadra" - e avere competenze quali la gestione dei conflitti - "per evitare di essere criticato" - o dei problemi personali dei dipendenti, quindi deve essere ferrato in materia di medicina del lavoro, psicologia del lavoro e assistenza sociale. Dall'altra deve avere esperienza ovvero avere ricoperto in passato il ruolo dei suoi dipendenti.

Alicia che lavora in uno studio notarile ride mentre parla di quei direttori che "non sanno nemmeno come accendere il pc dei loro dipendenti. Il mio nuovo capo, una donna apprezzata da tutti per le sue capacità manageriali, conosce perfettamente ognuno dei nostri lavori. Di conseguenza, capisce perfettamente i problemi e le difficoltà che incontriamo, il che è molto importante per me", dice la giovane donna. Che apprezza molto anche che i dipendenti siano consultati sulla maggior parte delle questioni che riguardano la vita dello studio. "Presta molta attenzione al nostro benessere, promuove la promozione e la formazione interna e valorizza le capacità di tutti". Perché "il capo ideale è quello che fa crescere i propri colleghi", conclude Fabienne.

DaMarie Claire FR