Questa, finalmente, è una storia felice. O che comunque finisce bene. E così permette al suo protagonista di ricominciare, di ricominciarsi. È la storia di Christian che a nove mesi saluta suo padre Patrick e la California e torna in Italia, tra i Colli Euganei, con Adele, sua madre.

Perché Adele e Patrick già da tempo non riuscivano più a volersi bene senza farsi troppo
del male, e quando lei era rimasta incinta avevano sperato, chissà, magari essere in tre anziché in due ci aiuterà, ci permetterà di ritrovarci: ma se non si è davvero in due, anche se si è in tre, non si può diventare una famiglia. Patrick non riusciva a capirlo, mentre Adele l’ha capito subito, e ha deciso di salutare un Paese e un uomo che, si sarebbe poi resa conto, non aveva mai sentito fino in fondo suoi.

Fra i colli che l’hanno vista bambina, invece, è immediatamente di nuovo a casa. Anche perché, superata la curva che porta alla chiesa, abita Martino, che in terza media le ha dato il primo bacio. E da allora non fa che aspettarla.

Christian ha due anni quando Adele e Martino si sposano, ne ha tre quando nasce sua sorella Giorgia. Nel frattempo Patrick, suo padre, non c’è. Non lo va a trovare, non gli scrive, non lo chiama. Lui è troppo piccolo per capire, ma sente tutto. Sente che fra Giorgia e Martino c’è qualcosa che ogni tanto brilla ogni tanto ghiaccia ogni tanto si squaglia, qualcosa di fortissimo che fra lui e Martino non c’è.

Sente che quando Giorgia dice papà, Martino risponde eccomi senza nessuna incertezza. Mentre quando lo chiama lui, papà, Martino ci deve sempre pensare un istante prima di rispondere: dimmi.

- Lui non mi ha mai accettato. - Dirà Christian a sua madre, diciassette anni dopo.

- Ma almeno c’è sempre stato. Mentre tuo padre è sparito. - Risponderà Adele.

E questo magari conforta lei: ma allarga il buco che Christian si ritrova al posto del cuore. Prova a ingannarlo, quel buco, si stordisce per stordirlo, lo riempie di cose che anni dopo chiamerà sbagli, ma quello non fa che allargarsi. Finché un giorno, senza nemmeno deciderlo, parte. Direzione California, destinazione suo padre.

- Perché? - Gli chiederà soltanto questo, quando se lo ritroverà davanti.

- Perché ero un coglione. - Risponderà Patrick. - E quando me ne sono reso conto era troppo tardi per chiederti scusa.

- Ma adesso sono venuto fino a qui solo per sentirmelo dire.

- Cosa?

- Scusa per non esserci stato mai.

- Scusa, Chris. Scusa.

Da lì a un anno Christian incontrerà una ragazza con gli occhi grigi e un sorriso pieno di promesse, che non si difende da niente. Da lì a due anni toccherà a lui diventare padre. Una, due, tre volte. Ogni notte, prima di spegnere la luce nella camera dei suoi figli, sussurrerà grazie - a uno per uno, nell’orecchio. Grazie perché ci sei, grazie per come sei.
Grazie perché mi permetti di promettere:
ci sarò. Ci sarò sempre.

Manda la tua storia a Chiara: mcsentimentalisti@hearst.it