Si può mangiare un verme?

Risponde Bear Grylls, esploratore ed esperto di sopravvivenza

Il punto è questo: se ne va della vostra vita, certo che si può mangiare un verme. Ma credetemi, non vi andrebbe di farlo tutti i giorni. E se ne mangiaste uno dovreste stare attenti, perché i vermi possono contenere sostanze pericolose nel loro corpo: in fondo, stanno sempre sottoterra! Quindi sarebbe meglio cucinarlo. E magari, se lo faceste bollire con un po’ di aghi di pino, potrebbe avere un sapore leggermente migliore. Non scorderò mai il primo verme che ho mangiato. Stavo lì, incredulo, a guardare un soldato risucchiare tra le labbra un verme lungo e succoso, per poi masticarlo. Avevo quasi la nausea. E quand’è stato il mio turno, avevo la nausea. Ma sapete cosa? Se lo fate abbastanza spesso e siete affamati, diventa più facile. Il vero segreto della vita, e della sopravvivenza, è questo: se avete forza d’animo, troverete modo di fare l’impossibile. Ecco qual è in fondo la vera lezione del verme. Oh, non dimenticate: sorridete sempre, anche quando piove. È la seconda lezione più importante. E ora partite pure per le vostre esplorazioni!

Perché alle scimmie piacciono le banane?

Risponde Daniel Simmonds custode dello Zsl London Zoo

Le scimmie mangiano diverse cose: frutta, verdura, semi, foglie e persino insetti; ma amano in particolare le banane perché sono dolci e gustose. Come noi uomini, apprezzano il buon cibo e le banane sono una prelibatezza molto ambita. Inoltre, di solito, cercano di mangiare il più in fretta possibile, per evitare che le altre scimmie rubino loro il cibo (in effetti sono animali molto dispettosi e capita spesso che si portino via il mangiare a vicenda). Le banane sono molli e tenere, perciò riescono a mangiarle velocemente. Ogni scimmia le mangia in modo diverso. Le più ingorde le masticano intere, con tanto di buccia; altre le sbucciano e mangiano solo il frutto all’interno. Qualcuna non è molto brava a togliere lo spesso rivestimento e fa rotolare per terra la banana finché la parte molle esce dalle estremità. È un sistema ingegnoso, non c’è dubbio, ma non molto igienico! Le scimmie consumano molta energia per arrampicarsi, correre e dondolarsi sugli alberi. Le banane contengono fruttosio che è molto simile allo zucchero e fornisce agli animali tutta la carica energetica necessaria per essere così attive.

Perché non posso farmi il solletico da solo?

Risponde David Eagleman neuroscienziato

È sconcertante, vero? Per quanti tentativi facciate, solleticandovi sotto le piante dei piedi o sotto le ascelle, non ci riuscite. Per capire perché, è necessario conoscere qualcosa di più sul funzionamento del cervello. Uno dei suoi compiti principali è formulare ipotesi su quanto sta per accadere. Mentre siete occupati a vivere la vostra vita, a scendere le scale o a far colazione, alcune parti del cervello cercano di prevedere il futuro. Ricordate quando avete imparato ad andare in bicicletta? All’inizio ci voleva molta concentrazione per tenere fermo il manubrio e spingere i pedali. Ma dopo un po’ è diventato facile. Adesso non vi rendete neanche conto dei movimenti che fate per muovere la bicicletta. Ormai sono diventati automatici, perché il vostro cervello sa esattamente cosa attendersi, cioè prevede tutti i movimenti che dovete fare per raggiungere il vostro scopo. Ci pensate consciamente solo se cambia qualcosa: se soffia un vento forte, per esempio, o se bucate una gomma. Quando si verifica un fatto inatteso, il cervello è costretto a modificare le sue previsioni. E se fa bene il proprio lavoro, vi adattate al vento forte chinandovi in avanti in modo da non cadere. Come mai è così importante questa previsione di ciò che succederà? Perché ci aiuta a commettere meno errori, e può persino salvarci la vita. Quando il comandante dei vigili del fuoco vede un incendio, decide subito come sia meglio piazzare i suoi uomini. Grazie all’esperienza prevede cosa potrebbe accadere e sceglie la strategia migliore per combattere il fuoco. Il suo cervello valuta all’istante l’esito di diverse strategie, e può escludere quelle inadeguate o pericolose, in modo da non mettere a rischio la vita dei suoi uomini. Come tutto questo risponde alla vostra domanda sul solletico? Dato che il cervello prevede continuamente le vostre azioni, e quello che di conseguenza sentirà il corpo, non potete farvi il solletico da soli. Gli altri ci riescono perché vi colgono di sorpresa: non siete in grado, cioè, di prevedere quali azioni compiranno. Da questo fatto emerge una constatazione interessante: se venisse costruita una macchina che muove una piuma un secondo dopo averla azionata, con quella potreste farvi il solletico da soli. In quel caso, infatti, la conseguenza delle vostre azioni vi coglierebbe di sorpresa!

Perché ci sono le guerre?

Risponde Alex Crawford giornalista e inviata di guerra

Le guerre esistono perché non c’è abbastanza dialogo tra gli uomini. Ho intervistato dei combattenti afghani che dicono di odiare l’Occidente, ovvero il luogo da cui provengo, e da cui probabilmente provenite anche voi. L’Occidente è quella parte del mondo che comprende l’America e l’Europa; e l’Afghanistan è un paese in cui i soldati americani ed europei hanno combattuto per anni i talebani. Quando incontro queste persone, si stupiscono: spesso sono l’unica persona occidentale che hanno incontrato, e per di più sono una donna. Poi iniziamo a parlare delle nostre famiglie, dei nostri figli, e di quello che molti occidentali pensano di loro e della guerra; e a quel punto il loro atteggiamento nei miei confronti cambia. Ci rendiamo conto che non siamo poi così diversi e che probabilmente desideriamo le stesse cose. Infatti vogliamo tutti la pace. Le guerre si verificano soprattutto perché i governi, che decidono a nostro nome, hanno paura. Un po’ come quando siete al parco giochi da soli, perché il vostro migliore amico è a scuola, e quelli dell’altra «banda» iniziano a provocarvi. D’istinto come reagite? Scommetto che a volte li ricambiate nello stesso modo. E quando scoppia la rissa è molto, molto difficile essere i primi a fermarsi e ad ammettere di aver sbagliato. Ecco, lo stesso accade tra paesi diversi.

Siamo tutti imparentati?

Risponde Richard Dawkins biologo evoluzionista

Sì, siamo tutti imparentati. Siete cugini - probabilmente lontani - della regina inglese, del presidente degli Stati Uniti e anche miei. Io e voi siamo cugini, e possiamo dimostrarlo. Tutti hanno due genitori. Dato che questi ne avevano a loro volta due, ciò significa che ognuno ha quattro nonni. E siccome ogni nonno aveva due genitori, tutti hanno otto bisnonni, sedici trisnonni, trentadue quadrisavoli e così via. Potete andare indietro per il numero di generazioni che desiderate e calcolare quanti vostri antenati vivevano a quel tempo: dovete solo moltiplicare 2x2 il numero di volte desiderato. Immaginiamo di andare indietro di dieci secoli e di scoprire quanti antenati avevate allora. Se consideriamo quattro generazioni per secolo, otteniamo circa quaranta generazioni. Due moltiplicato per se stesso quaranta volte fa... più di mille trilioni! Ma a quell’epoca la popolazione totale del mondo era di circa trecento milioni, non di più. Anche oggi non supera i sette miliardi, eppure abbiamo appena calcolato che mille anni fa i vostri antenati avrebbero dovuto essere centocinquanta volte più numerosi. E parliamo solo dei vostri avi. Che dire dei miei, di quelli della regina e del presidente? E degli antenati dei sette miliardi di persone che vivono oggi sulla Terra? Ognuna ha mille trilioni di avi? A complicare le cose, siamo andati indietro nel tempo solo di dieci secoli. Supponiamo di tornare all’epoca di Giulio Cesare: sono circa ottanta generazioni. Due moltiplicato per se stesso ottanta volte fa più di mille trilioni di trilioni. Significa che ogni metro quadrato del nostro pianeta avrebbe dovuto ospitare più di un miliardo di persone: sarebbero dovuti stare gli uni sugli altri, formando colonne infinite! Abbiamo ovviamente commesso un errore nei calcoli. Ci siamo forse sbagliati nel dire che tutti hanno due genitori? No, questo è assolutamente giusto. E allora tutti hanno quattro nonni? Be’, più o meno sì, ma non per forza quattro nonni distinti. Qui sta il punto. I cugini primi a volte si sposano. I loro figli hanno quattro nonni ma anziché otto bisnonni ne hanno solo sei, perché due sono in comune. I matrimoni tra cugini riducono il numero di antenati del nostro calcolo. Certo, quelli tra cugini di primo grado non sono particolarmente comuni, ma la stessa idea di riduzione del numero di antenati si applica ai matrimoni tra cugini lontani. È questa la risposta al mistero dei grandi numeri che abbiamo trovato: siamo tutti cugini. Ai tempi di Giulio Cesare la popolazione del mondo ammontava solo ad alcuni milioni di persone e tutti noi, cioè tutti i sette miliardi di persone che vivono oggi sulla Terra, discendiamo da loro. Siamo tutti imparentati. Ogni matrimonio avviene tra cugini più o meno lontani, che prima di avere figli propri hanno in comune molti avi. Seguendo lo stesso ragionamento, siamo lontani cugini non solo di ogni altro essere umano, ma di tutti gli animali e le piante. Voi siete cugini del mio cane, della lattuga che avete mangiato a pranzo e dell’uccellino che sfreccia al di là della vostra finestra. Io e voi abbiamo antenati in comune con tutti loro. Ma questa è un’altra storia.

Come fanno le bolle a entrare nelle bevande gasate?

Risponde Steve Mould presentatore di programmi scientifici

Sapete come si scioglie una sostanza, per esempio lo zucchero, nell’acqua? Tutte le particelle che costituiscono i granelli si separano e si diffondono. Queste particelle si chiamano molecole e sono così piccole che non riuscite a vederle. Per questo i granelli sembrano scomparire! Be’, si può fare lo stesso con le bolle di gas. Ma perché si sciolgano, dovete schiacciarle con molta forza: in altre parole, applicare una grande pressione. Per questo quando aprite una bevanda gassata sentite un sibilo. È la pressione che viene rilasciata. E cosa succede quando rilasciate la pressione? Tutte quelle piccole molecole disciolte tornano ad aggregarsi e formano di nuovo le bolle. Se bevete la bibita subito dopo averla aperta, nel vostro stomaco se ne accumuleranno così tante che farete tanti “burp”!

Perché il cielo è azzurro?

Simon Ings autore di libri scientifici

Sapete cosa? Il cielo non è azzurro, e nemmeno blu. O, quantomeno, in cielo non ci sono una materia o un colore blu. È un trucco dell’occhio. Lassù, e tutt’intorno a noi, ci sono vari tipi di gas tra cui l’ossigeno, l’azoto e l’anidride carbonica, insieme a polvere, vapore acqueo, spore e persino minuscoli animali. Quando la luce solare colpisce un oggetto, viene rifessa. Quelli grossi, come la Luna, la riflettono molto bene. La polvere lunare è scura, ma ha una tale capacità riflettente che il nostro satellite brilla intenso nel cielo notturno. Una molecola di gas, invece, è troppo piccola per poter fare da specchio: assorbe la luce e poi la riemette in una direzione qualsiasi. In altre parole, ogni molecola presente nell’aria è una minuscola e tremolante fonte di luce. Paragonando la luce al suono, potremmo dire che non è come una semplice nota di una determinata altezza, ma come il rumore prodotto da una grande orchestra che suoni note di tutte le altezze e a tutti i volumi immaginabili! Noi tuttavia ne sentiamo - quindi ne vediamo - solo una parte. I nostri occhi percepiscono le diverse «altezze» della luce sotto forma di colori: viola, blu, verde, giallo, arancione, rosso e porpora. Le molecole d’aria assorbono molto facilmente quella blu e la riemettono con altrettanta facilità. Per questo è diffusa in tutto il cielo e arriva ai nostri occhi da ogni direzione. Ovunque guardiamo, siamo bombardati di luce blu. E il cielo ci sembra quindi di tale colore. Gli altri colori non vengono dispersi altrettanto facilmente dall’atmosfera terrestre e ci arrivano perlopiù in linea retta. Non guardate mai direttamente il Sole, perché se lo faceste tutti i colori, al di là di un po’ di blu del cielo, colpirebbero nello stesso momento il fondo degli occhi e potrebbero danneggiarlo. Se Marte avesse più gas nell’atmosfera, avrebbe anch’esso un cielo blu. Di fatto, non ne ha abbastanza perché si verifichi il fenomeno di dispersione. Se vi trovaste sulla sua superficie e guardaste in alto, vedreste il cielo bianco per la luce solare, venato leggermente di beige a causa della polvere. In prossimità dei poli terrestri il Sole è basso nel cielo e la sua luce deve attraversare una fascia più spessa di atmosfera per raggiungere il suolo: per questo lì il cielo appare particolarmente blu.