«Sempre una mano per voi e una mano per la barca». È questa la prima lezione che Giuseppe Veirana dà al mini equipaggio che sta per salire a bordo, sei bambini dai 4 ai 9 anni alle prese con il loro battesimo del mare. Trovarsi davanti la sua faccia abbronzata e sorridente è già un inizio rassicurante, specie per piccoli cittadini inesperti. Se poi la promessa è di salpare e andare in cerca di delfini, qualsiasi timore di staccarsi dalla banchina svanisce in un attimo.

Esperto velista, Veirana ci dedica una giornata su Rosetta, la barca a vela ormeggiata a Savona che è un po’ la sua seconda casa. I primi bordi di Giuseppe sono stati precoci: già a 6 anni suo padre lo metteva su un piccolo Optimist, la vela monoposto che si usa per le prime uscite. Poi sono venuti i corsi di perfezionamento fino a che, poco più che ventenne, navigare per lui diventa una professione a tempo pieno. Le regate internazionali, i raduni di barche d’epoca si affiancano alla formazione di vela e patenti nautiche. Ma è attivo anche nei campi nautici del WWF o presso il dipartimento di Bioacustica di Pavia, che studia i suoni emessi dai cetacei.

Nel ’92 fonda Mediterraneo Dimensione Vela, società che si occupa di attività turistiche e progetti legati alla natura e al sociale. Come la Veleggiata Solidale, organizzata dalla cooperativa Il faggio, in cui ragazzi con handicap mentali e fisici partecipano a sessioni di “velaterapia” per migliorare le capacità psicomotorie.

Un curriculum, quello di Beppe Veirana, che ne fa la persona giusta per parlarci di bambini e mare.

Cosa si impara in barca?
Tutto, da come condividere gli spazi alla collaborazione con i compagni, alla pazienza, all’indipendenza. Il mare è davvero scuola di vita.

A quanti anni si può iniziare?
Non ci sono limiti d’età per iniziare a navigare. Per le prime lezioni di vela, invece, è meglio aspettare i 6 anni. E magari iniziare i corsi nella bella stagione, da aprile in poi, quando non fa più troppo freddo. Anche se un vero velista va per mare tutto l’anno, sempre che le condizioni meteo lo consentano.

C’è qualcuno che a bordo finisce per aver paura?
Direi di no, i bambini hanno uno spirito d’adattamento favoloso, sono curiosi e felicemente incoscienti. Capita invece che quelli che si fanno più problemi siano i genitori.

Anche quando si tratta di caratteri particolarmente timidi?
Certo. Anzi, un bambino meno spavaldo di solito è anche quello che riconosce subito nel comandante una figura guida e che quindi ha un maggior senso della gerarchia e della disciplina.

Alla fine del corso la qualifica che si riceve è quella di timoniere: «Già a 10/12 nodi di vento, la sensazione è di volare sull’acqua. È fisicità pura, massima libertà vissuta in sintonia con la natura. Ma il vero traguardo è il senso di responsabilità e consapevolezza che si acquistano quando a 8/9 anni ci si ritrova soli al comando del proprio Optimist».

E il mal di mare?
I bambini ne sono in qualche modo inconsapevoli. Quelli che avvertono del malessere tendono magari ad addormentarsi.

Intanto nella darsena di Savona la prima lezione inizia: Beppe insegna a fare i primi nodi marinari e mostra le foto dei cetacei che si possono incontrare al largo. E poi, si parte! Nella breve crociera, Nina e Letizia, che hanno già un po’ di pratica nautica, si alternano al timone. Mentre gli altri - Caterina, Martino, Jacopo e Daniele - si danno da fare con parabordi e cime, sotto l’attenta supervisione del comandante. E al ritorno il nostro giovane equipaggio finisce tutto insieme nel sacco vela del boma, trasformato in una sorta di amaca gigante. È già ora di tornare con i piedi per terra. Sino al prossimo imbarco.

Cosa fare. Dimensione Vela organizza corsi tutto l’anno per ragazzini dai 6 ai 14 anni (). La Lega Navale Italiana è un ente pubblico che, tra le molte attività, organizza corsi per ogni età e livello, a costi contenuti e in molte sedi. E, per ragazzi dai 16 anni in su, anche gli stage sulle prestigiosissime navi scuola Amerigo Vespucci e Palinuro.

Cosa leggere.Diviso in diversi volumi Navigare Lungocosta, di Mauro Mancini, tratta di teoria e pratica a tutto tondo (ed. Il tagliamare); Parola di skipper, di Giancarlo Basile, ha come illuminante sottotitolo “manuale per sopravvivere nel mondo della vela senza farsi male” (Incontri Nautici). Per tutti, una vera e propria bibbia è Il corso di navigazione di Glénans, storica guida della prestigiosa scuola di vela francese.

Qui si parla così

  • cima: è il nome generico delle corde;
  • oblò: al posto delle finestre;
  • poppa, prua: la parte posteriore e anteriore della barca
  • cazza, lasca, vira, stramba, orza, poggia: sono gli ordini per manovrare vele e timone
  • randa: la vela principale
  • albero: il palo che sostiene le vele (qui le foglie non c’entrano)
  • pagliolo: “pavimento” in legno della cabina (e anche in questo caso la paglia non c’entra niente!).