L’invito più piacevole da ricevere per una BANDA di under 10 (ma anche per tanti adulti, a dire il vero): passare una giornata a correre in spiaggia con cinque cani super affettuosi, e poi pausa merenda in fattoria, tra cavalli e caprette. Anzi, molto di più, perché in programma c’è anche una lezione insieme al medico veterinario Annamaria Pomarici, che arriva al Bau Bau Village direttamente dal suo studio di Albisola Mare, in via San Benedetto 10. Di corsa, insieme ai suoi “pazienti” canini che la adorano.

Prima di tutto si mette il guinzaglio a Sally, il Golden Retriever color miele, per evitare che si butti in acqua di continuo seguendo il suo istinto (questa razza è usata come cane da salvataggio). Un tuffo lo farebbero volentieri anche gli aspiranti veterinari Olivia, Martin, Eva, Andrea e Francesco, se la giornata non fosse un po’ nuvolosa. Annamaria spiega agli attenti scolari le regole per andare al mare con il proprio cane: «Bagnatelo di continuo e lasciatelo riposare all’ombra durante le ore più calde, o meglio ancora portatelo a casa. Se volete accarezzare un animale che non conoscete chiedete sempre il permesso al proprietario, avvicinatevi senza movimenti bruschi. E, quando giocate, aspettate che sia lui a lasciare il bastone».

Il bello della storica spiaggia per cani Bau Bau Village è che c’è si possono lasciar liberi di correre tra gli ombrelloni, con le ciotole di cibo e acqua fresca a disposizione. Annamaria spiega anche come si usa lo stetoscopio per ascoltare il cuore o osservare le orecchie di un cane, per stabilire se è in buona salute. Il bassotto tedesco Lady ne approfitta per dar prova di velocità sugli attrezzi del campo di agility: tempo due minuti, tutti, ma proprio tutti – cani e bambini – iniziano ad arrampicarsi per seguirla nel percorso!

Nel pomeriggio si sale in collina all’agriturismo-fattoria Paradiso di Stella, al confine con il parco naturale del Monte Beigua. Qualche timore iniziale svanisce subito tra le dolcissime caprette, che spingono e si fanno strada verso le mani dei bambini in cerca di coccole. Mentre Annamaria si illumina quando vede i cavalli, sua grande passione e soprattutto sua specializzazione medica: «A loro meglio avvicinarsi con cautela e di lato, perché sono animali grandi e possono fare movimenti improvvisi». Basta tenere la mano bassa, ma poi è un tripudio di carezze. I genitori tornano a prendere la squadra di “quasi veterinari” già rassegnati: rimane da capire se in regalo verrà chiesto un cane, un cavallo o una capra.

Alla dottoressa Pomarici poniamo qualche domanda su quello che per molti bambini è il lavoro dei sogni.

Come si diventa veterinario?
Bisogna avere un diploma di scuola superiore, e poi laurearsi in medicina veterinaria.

E si possono curare tutti gli animali?
Sì, ma ne esistono talmente tanti che conviene specializzarsi. Per esempio in quelli più piccoli, come cani, gatti e conigli, oppure nei “grandi”: cavalli, mucche, maiali, capre. Per molti anni ho curato e fatto nascere tanti cavalli. Oggi mi prendo cura anche di cani e gatti.

Quando ha capito che voleva fare questo lavoro?
Fin da piccola. Come molti bambini raccoglievo tutti gli animali in difficoltà e li portavo dal veterinario per farli curare. Salvare la vita di un animale è meraviglioso e gratificante. Ci sono però momenti davvero difficili, come il dover dire ai proprietari di un cagnolino o di un gattino che non si può curare. I padroni soffrono molto, ma anch’io perché spesso ho curato quell’animale da quando era cucciolo e lo sento un po’ parte di me.

Ha mai avuto paura di qualche animale?
Assolutamente no. E anche se avessi a che fare con un leone o una tigre penso che non avrei timori, penserei solo a curarli.

Cosa bisogna fare se ne troviamo uno malato o ferito?
Per un cane o un gatto si può chiamare e cercare di portarli nel pronto soccorso veterinario più vicino, che lo accoglierà nella propria struttura. Se invece troviamo animali selvatici, come caprioli, cinghiali o uccelli rapaci, non bisogna mai toccarli, ma chiamare subito un centro veterinario che manderà sul posto del personale specializzato.

L’insegnamento più importante sugli animali domestici?
Rendersi conto che noi non li “possediamo”, ma che sono compagni di gioie e dolori quotidiani. Ci aiutano a crescere, anche solo con il loro sguardo silenzioso.

Mini agenda pet friendly

  • Arriva l’estate. Spiagge, ristoranti, alberghi e parchi rigorosamente “animal friendly”, perché in vacanza si va insieme.
  • A scuola. Da un paio d’anni AMNVI - Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani organizza corsi di zooantropologia nelle scuole, con il sostegno di Panini. In attesa che il progetto sia riconfermato anche per il prossimo anno, di una cosa si può essere certi: sarebbe la materia preferita dai bambini.

Guida alla comprensione dei cuccioli (umani e non)

di Cristiano Rebuffat, medico veterinario

Come Alice, se attraversiamo lo specchio e da lì osserviamo bambini e cani e gatti tutti insieme, scopriamo che da piccoli siamo veramente tutti uguali. I nostri figli e i nostri cuccioli, infatti, nei comportamenti e nelle espressioni, sono un esempio affascinante delle evoluzioni parallele della natura. Prendiamo l’irresistibile broncio del viso/muso, causa di sdilinquimento generalizzato: labbra serrate e rughette sul naso non possono non scatenare tenerezza. Un po’ più complesso capire quando pargoli e animaletti sono sul punto di sfogare tutta l’energia cinetica che hanno in corpo. Intercettare il momento dell’allerta, in questa caso, è abbastanza facile, lo sguardo è concentrato in entrambi, la testa leggermente inclinata, le orecchie dritte (non si dice anche: «Bambini, drizzate le orecchie»?). Nulla che distragga il quadrupede quando studia un malcapitato insetto o altre bestiole da catturare, si tratta di un esercizio atavico, che deriva dall’istinto di caccia. Anche nel fare i capricci ci sono molte affinità: il cane uggiola, si muove con movimenti brevi, quasi a scatti, e spesso non si trattiene dal compiere un’azione che sa benissimo essergli proibita, come rubare le scarpe, mordicchiare un mobile, sporcare sul tappeto persiano della bisnonna. Il gatto, più subdolo, si trattiene, per vendicarsi poi, durante la nostra assenza. Pensate adesso al ritratto di un bambino stizzoso: porte sbattute, oggetti scagliati per terra, sguardo irriverente. L’equivalente di quello sguardo di sfida, in un cane (importante da riconoscere, perché può precedere un morso) si riconosce da pelo ritto, coda ferma e alta, orecchie appiccicate al capo, zampe pronte al salto. La voglia di giocare, che nei cuccioli viene mostrata con zampe in avanti e scodinzolio veloce, nei nostri piccoli si esprime con piccole corsette avanti e indietro e finti agguati, comunissimi anche fra gli animali. E, non ci crederete, ma il sorriso, quello che cerchiamo nei bambini quando si gioca insieme lo si può notare anche nei cagnolini. Non dite che non ve ne siete mai accorti.