Lasciamo parlare i dati, quelli commissionati dalla De Nederlandsche Bank e analizzati per SumUp dalla no profit Rete Clima: ogni transazione di banconote e moneta sonante ha un impatto ambientale pari a poco meno di 5 grammi di anidride carbonica. Mica pochi. Ma dovuti a che cosa? Principalmente alle fasi di produzione industriali delle monete, ma anche al vero e proprio momento della transazione, che include, per esempio, il trasporto delle stesse e delle banconote, oltre che il consumo degli sportelli automatici. La transazione con una carta di debito o di credito invece incide sull'ambiente in modo molto minore, producendo cioè 3,78 grammi di CO2, praticamente lo stesso di una lampadina a basso consumo energetico lasciata accesa per un'ora. Qui, a incidere sono soprattutto i materiali per la produzione delle schede, i device per i pagamenti e il loro consumo di energia. Il bello di questi studi è che affiancano la lettura dei dati del presente a una serie di considerazioni e di stime sul futuro, cioè su come una serie di operazioni tese a ottimizzare i processi che precedono e seguono la transazione possono portare il suddetto impatto a diminuire sensibilmente, anche fino al 44 per cento.

In un’ottica di riciclo e di plastic killer anche le scelte più lussuose possono rivelarsi eco per esempio usando l’acciaio. Ai primi di giugno è arrivata la nuova Carta Platino di American Express che ha un fine, quello di avvicinarsi a un target più giovane del classico cliché Amex e che viaggia spesso (un buon 85% dei proprietari di una Amex è un frequent travel): la nuova Amex Platinum include fast track e priorità pass lounge fisiche a dir poco prestigiose per un circuito non-fisico. Questo è lo stesso target cresciuto con una spesa digitale quotidiana, flessibile, fluida: una carta in acciaio la cui quota annuale è di 720 euro che permette di accedere al programma Just for you, un servizio di lifestyle sartoriale (home, eventi, ristoranti a circuito Amex).

Sempre secondo quanto affermano le ricerche , si potrebbe – e si dovrebbe - mettere in campo alcune soluzioni, come l’utilizzo di energia rinnovabile per il funzionamento dei POS e dei data center, o l’aumento della durata della vita delle carte di debito da 3,5 a 5 anni. Inoltre, sottolineano l’importanza della riduzione della modalità standby del 50% che, da sola, abbasserebbe l’impronta ambientale delle transazioni con carte di debito dell’11%. Questo sarebbe possibile fissando alcuni momenti per l’aggiornamento dei software, permettendo così ai rivenditori di spegnere i POS quando il negozio è chiuso, senza doverli tenere accesi 24 ore al giorno.