Sono cinque le città in cui Vodafone ha inaugurato ufficialmente l'offerta commerciale della sua sua rete 5G in Italia: Milano (e 28 comuni dell'area metropolitana), Torino, Bologna, Roma e Napoli. Entro due anni, il numero salirà a 100. E, presumibilmente a breve partiranno le iniziative omologhe degli altri operatori. Ciò che a tutti gli effetti si configura come una nuova era della connettività mobile, offre la possibilità di trasferire dati a oltre 10 gigabit al secondo (circa 20 volte più velocemente delle attuali reti LTE 4G) con tempi di latenza nell'ordine dei 5ms (a fronte dei 30 attuali) e di connettere fino a un milione di oggetti per chilometro quadrato. A patto, ovviamente, di possedere uno smartphone compatibile.

Il Gruppo aveva avviato la sperimentazione della connessione di quinta generazione lo scorso novembre, in collaborazione con il ministero dello Sviluppo Economico. Ora, la tecnologia è pronta “a uscire dal laboratorio” ed essere utilizzata dai clienti – sia i privati che le aziende - aprendo la strada a una nuova era di servizi per lo sviluppo digitale del Paese. “Il 5G - ha sottolineato l’ad di Vodafone Italia Aldo Bisio - non è solo un'opportunità ma una necessità e serve sia ai cittadini che alle imprese, le quali potranno riscrivere l'intera filiera e aumentare la produttività”. Vodafone ha fatto sapere, infine, che entro il 2020 porterà il roaming in 5G in quattro nazioni europee: Italia, Spagna, Regno Unito e Germania. Si tratta qui dell'ultimo atto del processo di evoluzione della telefonia mobile cominciato nel 1982 con la prima generazione (1G) che poi arrivò allo step successivo circa 10 anni più tardi, mentre il 3G risale al 2001, cioè 11 anni prima dell'attuale 4G.

Aldilà della velocità, il 5G sarà qualcosa di molto più ampio e importante, una tecnologia in grado di cambiare il mondo in cui viviamo in molti ambiti, dall'intelligenza artificiale alla domotica e alla cosiddetta “Internet delle cose” in cui miliardi di oggetti sono interconnessi e comunicano tra loro, senza contare la telemedicina e le auto a guida autonoma o il mondo del gaming e dell'intrattenimento audio e video. E infine una speranza: quella di attenuare una porzione del cosiddetto digital divide, ovvero l'impossibilità di chi vive nelle aree rurali o remote di connettersi a Internet per l'assenza di reti fisse.