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A metà dell'ottocento vennero al mondo i primi dirigibili e subito cominciarono a sostituire le mongolfiere. Per qualche decennio furono l'avanguardia del volo, e permettevano lunghi spostamenti, ma una serie di incidenti stroncò la carriera del nuovo oggetto volante: il più famoso fu il cosiddetto "disastro di Hindenburg", nel 1937, che causò la morte di 36 persone e legò il mezzo a un'idea di pericolosità e inaffidabilità. Quella di Hindenburg fu, in qualche modo, la goccia che fece traboccare il vaso, facendo perdere definitivamente la fiducia in questo mezzo, anche perché già agli albori della sua progettazione ci furono altri incidenti che rimasero nella memoria collettiva. Come il caso del Dirigibile Italia, capitanato da Umberto Nobile, che il 15 aprile del 1928 partì da Milano verso nord, con l'obiettivo di arrivare all'Artico e far calpestare per la prima volta agli esploratori il ghiaccio del Polo Nord. Anche quell'episodio, come molti altri, finì in modo disastroso.

È giusto dire che la storia del dirigibile fu breve, visto che si considera terminata nel 1937, eppure la ricerca tecnologica non si è mai arrestata completamente: soprattutto in ambito militare il dirigibile è rimasto un'opzione valida, affidabile e su cui investire risorse. D'altronde la vulnerabilità del mezzo viene soltanto dai gas infiammabili contenuti nel pallone, come l'elio e l'idrogeno (soprattutto l'idrogeno) ma con i dispositivi di sicurezza odierni è un pericolo che può essere scongiurato con successo.

Uno degli esempi più significativi di ricerca recente viene dagli Stati Uniti. Negli anni ottanta infatti il Dipartimento della Difesa degli USA ha promosso la progettazione del Sentinel 5000, un grande dirigibile per il trasporto merci di cui venne anche tentata la versione per uso civile, ma mai realizzato per problemi strutturali.

Hindenburg Airshippinterest
Lambert//Getty Images

Tutt'ora alcuni dirigibili vengono usati in campi molto specifici, ad esempio come supporti per pubblicità o piattaforme per le riprese dall'alt0 (anche se quest'ultima funzione verrà presto delegata completamente ai droni), ma oggi tutto potrebbe cambiare velocemente. L'urgenza di ridurre l'inquinamento e ottimizzare il trasporto potrebbe riportare attenzioni e investimenti sui dirigibili. L'International Institute of Applied Systems Analysis (IIASA), un'organizzazione austriaca senza scopo di lucro, propone di riutilizzare i dirigibili per il trasporto merci, sfruttando le correnti d'aria e l'altezza per risparmiare tempo ed energia.

Nella pubblicazione si legge che il settore della navigazione marittima "è uno dei principali responsabili delle emissioni di CO2" e si prevede che il fenomeno aumenterà nei prossimi decenni". Al momento, nel mondo, un quarto (il 23 per cento, per essere precisi) delle emissioni di anidride carbonica proviene dai trasporti. E negli Stati Uniti, la percentuale è addirittura maggiore, raggiungendo il 29%. Per ridurre le emissioni di questo settore, la proposta è di utilizzare i dirigibili per trasportare grandi carichi, con il massimo dell'efficienza che si avrebbe ad altitudini di 10-20 km. Gran parte del risparmio energetico verrebbe dallo sfruttamento delle correnti, che nell'atmosfera terrestre si muovono in tutte le direzioni, ma sono tracciabili e prevedibili in modo affidabile - e quindi anche utilizzabili per trasportare enormi mezzi pieni di gas leggeri.

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