L'arte di vivere è la più complessa da progettare e realizzare, ma questo non ha impedito a Charlotte Perriand di farlo in modo moderno e ancora rivoluzionario, a partire dalla fine degli anni venti. Lasciando dialogare le espressioni artistiche più visionarie, con architettura e design, natura e artigianato, l'architetto e designer francese libera forme e convenzioni, ripensando l'habitat dell'uomo e lo spazio della donna. Una donna energica e indipendente come lei, pronta a (ri)disegnare spazi, complementi d'arredo e dialoghi possibili, insieme all'equilibrio ideale tra forma e funzione, cambiamento e innovazione. Afflati d'avanguardia, come la seduta à réglage continu. La chaise longue per antonomasia, dinamica e flessibile, anche quando cambia nome, lasciando la tiepida accoglienza della B306 prodotta dalla tedesca Thonet nel 1930, al successo da icone di stile della LC4 prodotta da Cassina sin dal 1965. Uno dei migliori riflessi dell'approccio alla vita della Perriand, a lungo attribuita a Le Corbusier, come molto altro che lei realizza durante la lunga collaborazione professionale con il celebre modernista e suo cugino Pierre Jeanneret. Un mondo nuovo tutto da riscoprire a 20 anni dalla scomparsa, con pubblicazioni, mostre e la travolgente retrospettiva Le monde nouveau de Charlotte Perriand, in dialogo con gli spazi della cattedrale di vetro della Louis Vuitton Foundation di Parigi (2 ottobre 2019 - 24 febbraio 2020).

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La sfida progettuale dell'architetto americano Frank Gehry, lanciata come un veliero tra le alberature secolari del Jardin d'Acclimatation nel Bois de Boulogne e nel cuore del 16° arrondissement di Parigi, intraprende un viaggio nello spazio senza tempo progettato da Charlotte Perriand per oltre sei decenni.

Il percorso espositivo attraversa ogni spazio della fondazione, insieme ai dialoghi intrapresi dalla Perriand con la natura, la tradizione giapponese, gli spazi urbani, quelli abitativi e l'approccio umanistico riversato su mobili e sculture, pitture e ceramiche, disegni, tappezzerie, collage. Anche dalle fotografie, scattate alle profonde ispirazioni che arrivano dalla natura.

Charlotte Perriand, Chaise Ombrepinterest
Bertrand Prévost / RMN-GP
Charlotte Perriand, Chaise Ombre, 1954 Paris

La sedia ombra, leggera e impilabile, è progettata, stampata e piegata da un solo pezzo di compensato di rovere naturale, ispirandosi alla tradizione origami giapponese. Il "Bar on the Roof", è accogliente e aperto, come la cucina ideata per lo sviluppo residenziale dell'Unité d'Habitation a Marsiglia, o la doccia che si apre sulla stanza. I mobili in acciaio cromato restano in armonia con quelli in legno di teak, più ethno chic, o pronti ad abbracciare la poetica del quotidiano. Tutti intraprendono conversazioni attuali sul ruolo delle donne e della natura nella nostra società.

400 opere spinte oltre i concetti e le linee dell'architettura, del design e dell'arte, articolano la mostra insieme a quelle di progettisti geniali come Le Corbusier (il Gran Maestro) e Jeanneret (un fratello, un alleato, un grande amore), Paul Nelson, Jean Prouvé, Gaston Regairaz e Guy Rey Millet.

Ricostruzioni, scientificamente fedeli della sua visione delle arti, invitano a riflettere sul ruolo che queste svolgono nella configurazione del presente e le trasformazioni di domani, insieme agli artisti che offrono contributi ai suoi progetti. Le sculture cinetiche di Alexandre Calder e il tessuto Miró che filtra la luce e protegge la ceramica giapponese, mentre un tappeto di Fernand Léger flirta con tatami modulari, un disegno di Picasso con la casa familiare minimale progettata per Paul Nelson nel 1947.

L'intero percorso segue la libertà di movimento difesa da Charlotte Perriand, anche con i numerosi viaggi che la portano dall'Africa alla residenza che immagina a Rio, dal Sol Levante nel quale da alla luce sua figlia Pernette e per il quale dirige la produzione delle arti applicate per 37 anni, alla Parigi nella quale nasce e muore nel mese di ottobre (24 ottobre 1903 – 27 ottobre 1999).

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© ACHP 2013
Charlotte Perriand, Savoie (France) circa 1930

Il riconoscimento e le quotazioni elevate, raggiunte dalla sua produzione dopo la scomparsa, grazie a numerosi estimatori, come il cantante Pharrell Williams o la madre delle Kardashian, non interessavano molto alla visionaria intraprendente che scale le montagne della Savoia con pantaloni comodi e scarpe da alpinismo. Assai meno alla pioniera che intraprende un viaggio in canoa alle Isole Baleari, o tiene solo un filo di perle, mettendosi a nudo davanti alla montagna e l'obiettivo della macchina fotografica, usata per inquadrare il suo mondo da altre prospettive. Una donna emancipata che si misura con grandi vette, anche nello scatto scelto come manifesto di questa retrospettiva e della pubblicazione che l'accompagna, edita dalla Fondazione Louis Vuitton insieme a Gallimard. Un manifesto per il viaggio di scoperta ed esplorazione del mondo nuovo, progettato, realizzato e vissuto con pienezza da Charlotte Perriand per 96 anni. Forse è per questo che nel 1947 l'edizione francese di Elle, pensando a un governo immaginario di donne la nomina "Ministro della Ricostruzione".

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© Archives Charlotte Perriand
Charlotte Perriand, Rio 1987, Adagp, Paris 2019