Un'iniziativa anticipata da una grande hype mediatica, seguita poi da un altrettanto clamoroso interesse da parte degli utenti. Stiamo parlando di Hitch, il servizio di mobilità condivisa che fornisce una moltitudine di modalità di funzionamento che include taxi, auto private, scooter, bici firmato da Didi, considerata come una sorta di Uber in salsa cinese. Il fatto è che, oltre che per l'ampiezza e l'eterogeneità della sua offerta e per i suoi successi, Hitch attraversò un momento di nuova popolarità per essere passato dalle cronache economico-finanziarie e verticali sulla mobilità a quelle della stampa generalista, per via di un duplice caso di cronaca. In due momenti distinti, due donne, utenti del servizio, rimasero, infatti, vittime della furia omicida di altrettanti autisti dei mezzi che avevano utilizzato per muoversi in città.

La prima, nel maggio del 2018, era un'assistente di volo ventunenne da un autista già segnalato al servizio per comportamenti inopportuni, senza che Didi prendesse alcun provvedimento. L'altra, quattro mesi più tardi, aveva 20 anni, accoltellata a morte dopo essere stata violentata. Didi finì immediatamente nel fuoco incrociato della stampa, con l'accusa di aver impostato il suo servizio in maniera troppo maschilista, e venne nuovamente tirata in ballo, con un'aggravante, la campagna di comunicazione con la quale si presentò al pubblico, farcita di riferimenti a carattere sessuale, talvolta anche piuttosto espliciti. Dopo il secondo omicidio, il servizio era stato sospeso.


Nei giorni scorsi, dopo più di un anno di stop, ha stato riattivato, e dovrà ora attraversare una fase “di osservazione”, durante la quale funzionerà soltanto nelle aree urbane e nelle ore serali ma per un numero limitato di chilometri. Inizialmente, Didi aveva comunicato anche di voler differenziare il suo servizio in base al sesso, con un estensione serale (fino alle 23) soltanto per gli uomini, ma di fronte alle accuse di discriminazione gender-based, aveva fatto un passo indietro. La fase di test servirà anche a verificare l'efficacia di funzionamento dei due nuovi sistemi di sicurezza: il primo che obbliga il conducente a fornire informazioni molto dettagliate sul percorso che verrà fatto e sull'identità dei passeggeri; l'altro in grado di identificare con maggiore facilità situazioni a rischio, che riguardano principalmente le tratte notturne e quelle verso destinazioni o con passaggi in aree più periferiche.