Io non ho la patente. Non ho mai guidato un’automobile in vita mia. Mi sono completamente persa uno dei grandi miti del secolo scorso, lo spirito on the road, il brivido della velocità, “un tigre nel motore”. Faccio fatica ad afferrare anche il concetto metaforico di “avere quella marcia in più” non avendone mai scalata una. Quindi sono felice che sia stato annunciato che negli anni Venti le automobili si guideranno da sole. Ormai è fatta. Ci sono già molti prototipi, gli addetti ai lavori li conoscono. Ma nell’arco del decennio che inizia ora, la tecnologia costerà meno, le auto saranno elettriche e faranno davvero tutto loro. Noi staremo seduti a fingere di guidare, più o meno: mano sul volante, sguardo concentrato, sensazione di onnipotenza. Per finta, come quando eravamo piccoli, sulle macchinine della giostra. Bellissimo. Purtroppo mio marito ha stroncato sul nascere questo mio grande sogno automobilistico: dice che, anche se queste nuove auto si guideranno da sole, la patente bisognerà averla comunque. Uffa.
Vorrà dire che mi divertirò in altro modo. Pensavo giusto di organizzare un weekend con le amiche su Marte. Elon Musk dice che dal 2024 ci si potrà andare, quindi noi prenoteremo il miglior hotel del pianeta. Si chiamerà Matt Damon Resort, in onore di quel film del lontano 2015, Sopravvissuto - The Martian, in cui l’attore concimava il pianeta e riusciva a produrre patate. Concierge, portiere, facchini saranno dei simpatici cloni di Matt e ci accoglieranno con allegria. Qua e là, troveremo scritto il motto del luogo: “Vedi Marte e poi non parti”. Noleggeremo un’astronave, un bel mezzo ispirato al Millennium Falcon di Harrison Ford in Guerre Stellari, per farci un po’ di selfie con alle spalle il panorama che ha cinquanta sfumature di rosso: un #sunsetporn che levati, la pioggia di follower su Instagram è garantita.
Alla mia amica insonne daranno la stanza Super Sleep: c’è un letto intelligente che, da solo, adatta temperatura e morbidezza del materasso a quella del dormiente. A me, che sono fanatica di trattamenti di bellezza ma anche molto impaziente, hanno riservato la Speedy Spa: entri in un gigantesco cilindro trasparente, tipo una cabina doccia, da fuori una signorina (un clone, anche lei, ma non di Matt, di Margot Robbie) schiaccia un bottone e, nel tempo che a me sembrerà un attimo, avrò fatto tutto: mani, piedi, ceretta, colore capelli. Uscita dal cilindro, sarò accompagnata da Margot al ristorante dove mi aspetta la mia terza amica che sta amabilmente conversando con lo chef, un clone di Carlo Cracco intento a spiegarle la nouvelle cuisine marziana. Non saprei dirvi su che cosa si basi davvero e con quali ingredienti, però, avendo capito che le lasagne non sono previste (un retaggio del passato, cancellato per sempre), non manifesterò alcun interesse.
Finito il weekend toccherà tornare sulla Terra e saremo tutte d’accordo: «Marte è bellissimo ma non ci vivrei». Si sta meglio da noi, in questa Solar Age, l’età solare, come vengono chiamati gli anni Venti. Solare perché ormai la rivoluzione energetica è compiuta. Abbiamo detto addio alla benzina e (quasi) tutto va avanti a pannelli solari. Il Ministro Mondiale dell’Energia, Leonardo DiCaprio, ha appena tenuto un discorso a social media unificati, me lo guardo appena entrata in casa. Ah, sono entrata senza chiavi: la porta riconosce il mio viso, è la Facial Recognition Technology. Sono state fatte molte nuove leggi sulla privacy negli ultimi anni, la garante istituzionale, suprema esperta di media, è Chiara Ferragni, diventata anche lei una figura politica di rilevanza mondiale: non posta più i suoi look. E, del resto, ormai è una signora: nel 2027 compirà 40 anni.
In casa, tocco un po’ di schermi a caso e parte tutto l’ambaradan. La videochiamata con i parenti, il robot che mi porta il pigiama (sbaglia sempre l’abbinamento dei colori, deve essere daltonico, mi sa che bisogna portarlo ad aggiustare), l’esperienza immersiva virtuale dei piedi nudi nella sabbia per agevolare il relax. Ascolto il podcast di Zahara Jolie-Pitt, la figlia di Brad e Angelina: la ventenne più famosa a tutte le latitudini. La chiamano “la voce della sua generazione”. A proposito di voci: Ed Sheeran è ancora in giro. Lui, Harry Styles, Rihanna e Miley Cyrus hanno fondato un supergruppo che domina le classifiche. Fanno musica nostalgica, soprattutto cover di pezzi dei primi anni 2000. Avevano chiesto anche a Beyoncé di partecipare ma lei, ormai, non canta più. Si dedica alla politica per le minoranze, tra un convegno e l’altro per i diritti umani, ha troppo da fare. E, del resto, meno male: senza di lei certe nuove leggi che proteggono soprattutto le donne non sarebbero mai passate. “Liberté, Egalité, Beyoncé” è il suo motto.
Anche George Clooney si è messo in politica, ma non è riuscito a diventare presidente degli Stati Uniti. Come in una puntata di Black Mirror è stato battuto da un ologramma che urla a tutto spiano “più gigabyte per tutti”. La buona notizia è che George è tornato al cinema: il suo ultimo film si intitola Ocean’s 2024. Ormai non scrivo più, detto i miei articoli al computer, lui trasforma la mia voce in parole scritte e fa meno errori di battitura di quanti ne facessi io dieci anni fa. Si incarta solo sui giochi di parole, non è ancora spiritoso ma prima o poi ci arriverà. Speriamo.
Faccio un fischio all’aggeggio che tutto governa, l’ultima evoluzione di Alexa. Le chiedo di raccogliermi un po’ di informazioni su quegli altri anni Venti, quelli di cento anni fa. In un attimo sono dentro a una festa stile Grande Gatsby. Proprio nel 1920, per esempio, è stato inventato lo spazzolino da denti! Come facevano, prima? Meglio non chiederselo. E poi hanno inventato il cinema sonoro! Nel 1928 ha debuttato Topolino! Nel 1927 Charles Lindbergh ha attraversato per la prima volta l’Atlantico in aereo! Si ballava il jazz, le donne si tagliavano i capelli, si accorciavano le gonne... Gli anni Venti del Novecento sono stati pazzeschi. Un ragazzo di nome Francis Scott Fitzgerald, che nel ’22 aveva appena 26 anni, li visse, li amò, li disprezzò e soprattutto li raccontò lasciando, a noi posteri, immagini come “diamanti grandi come l’hotel Ritz, rubini grossi come uova e zaffiri che erano come dei globi illuminati dall’interno”.
Un decennio ruggente, così era chiamato il periodo, pieno di scintille che avrebbero dato luogo a grandi incendi di trasformazione del mondo, della vita. Saranno così anche i prossimi anni Venti? Mah, io ci penso su e intanto vado a farmi una passeggiata al parco, non sia mai che diventi virtuale pure quella.