Negli ultimi 365 giorni, il 5G di strada ne ha fatta, ma siamo ancora all'Anno Zero. Eppure, tanto per registrare l'ennesimo esempio di come la tecnologia e il progresso galoppino a lunghe falcate, già si parla della generazione successiva della connettività mobile, il 6G. L'impulso, questa volta, parte dall'Asia e, dalla Cina in particolare che, per bocca del suo ministro della Scienza e della Tecnologia, ha annunciato il via ufficiale per le ricerche che porteranno all'introduzione del nuovo standard. E questo nonostante il Paese del Dragone abbia attivato i suoi network di quinta generazione soltanto un mese fa. L'attività - si legge nella nota ministeriale - verrà condotta da due diversi gruppi di lavoro. Il primo, che avrà il compito di definire le linee guida della ricerca, sarà costituito da membri del governo, mentre l'altro, che si occuperà principalmente dello sviluppo tecnologico, sarà costituito da 37 figure di primo piano provenienti da università e mondo dell'impresa.

Restando in Asia, ma spostandosi in Giappone, scopriamo invece che i ricercatori dell'Università di Osaka hanno annunciato di essere riusciti a creare un nuovo ricevitore per le radiazioni di frequenza a terahertz che, a sentire loro, permetterebbe di gestire la comunicazione wireless in maniera estremamente veloce. Molto più di quanto sia possibile fare oggi. Addirittura, sostengono di essere in grado di trasferire i dati a circa 30 Gigabit al secondo, cioè decine di volte più rapidamente di quanto sia possibile fare oggi nelle reti di quinta generazione. Ciò rappresenta un traguardo perfetto nel quale innestare la rete cellulare 6G. Senza entrare troppo nei dettagli tecnici, possiamo sottolineare che è stato possibile realizzare tale ricevitore superveloce poiché sono stati oltrepassati gli ostacoli che hanno impedito, finora, di raggiungere l'obiettivo: oscillazioni elettromagnetiche troppo veloci per poter essere efficacemente gestite da un'elettronica di tipo convenzionale e una generale scarsa efficienza che tutti i test hanno finora evidenziato.