Sono una spendacciona di qualità. Nella migliore delle autocommiserazioni egoriferite, è la categoria peggiore delle compulsive dello shopping: perché non mi accontento di farmi brillare gli occhi quando vedo un bonifico sul conto in banca, no. Invece di pensare a quanti soldi risparmiare in un mese, io penso a come posso spenderli. E da lì parte la tarantella: il microchip del bancomat si surriscalda, i meno delle transazioni si accumulano in un preoccupante color giallo spinto, il senso di colpa è l'unico segno positivo del borsino finanziario personale. Morale della favola, come risparmiare soldi velocemente è diventata un'urgenza impellente, una (dis)equazione più o meno proibitiva che sottrae subito per far fruttare poi. L'"effetto Robin Hood": togliere al ricco (temporaneo) per dare al povero. Che poi sono la stessa persona.

Ci ha provato la mia banca, nelle fattezze gentili e perentorie del mio gestore di conto (che non vedo di persona da circa tre anni, ma so che le fischiano spesso le orecchie) e un automatismo forzoso ogni mese, una cifra piccola ma costante, per ingrossare un conto deposito di investimento. Non sono riuscita a diventare ricca risparmiando ma è andata benino per qualche tempo, poi ho capito come sbloccare i fondi dall'home banking. Contingenza ha voluto che fosse un momento professionalmente difficile, per cui quelle piccole cifre che mi autosottraevo dovevano magicamente tornare al loro posto per far quadrare i magrissimi conti. Non c'era spazio per lo shopping sereno, solo bollette e spesa per mangiare.

Malgrado l'imposizione dall'alto sia stata un po' traballante, per quanto riuscita, la mia personale sfida con il risparmio non è ancora finita. Non riuscirò mai a stringere l'Oscar come miglior protagonista di "23mila dollari risparmiati in un anno", ma so che posso provare a non rendere l'ingresso nei negozi una disciplina olimpica. Da spender riflessiva, io cerco sempre la cosina carina, di tendenza ma non troppo, con la giusta allure o realmente vintage, tagliata bene, di materiali duraturi, e che sia pure un filino eco-friendly (la ricerca e il pre-loved sono sempre benvenuti), cercando di fare un minimo di selezione moralmente accettabile tra le gigantesche catene di fast-fashion. Se poi parliamo di interior design, piatti&piattini, utensili da cucina, bicchieri di varie fogge/colore, libri, vasi, piante e quanto altro, innalziamo ulteriormente il livello ravanando senza sosta tra la polvere dei mercatini e second hand. A me fare shopping piace, ma mi piace anche non dovermi disperare contando centesimi e lacrime. Così ho deciso di perfezionare il tentativo pratico ed efficace che ho portato avanti con successo (per qualche mese, almeno) nel 2019: la 52 Weeks Challenge.

Tra i metodi per risparmiare soldi è forse la meno potente, ma è decisamente facile e a portata di tutti. Non ti fa mettere da parte cifre ingenti con cui comprarti casa, ma al tempo stesso non ti priva di somme importanti e non ti costringe a una frugalità che alla lunga snerva e ti fa mollare. È il risparmio ragionato, piccolo ma continuo, che ti insegna con costanza l'arte lenta della formica. Continua, precisa, e soprattutto settimanale: ogni 7 giorni, eleggibili a seconda delle necessità personali, si accantona una cifra che varia progressivamente da 1 a 52 euro, corrispondenti alle settimane contenute in un anno. Io ho scelto la challenge al contrario, partendo quindi da 52 euro nella prima settimana di gennaio per poi arrivare a 1 euro l'ultima di dicembre: consapevole delle gloriose tasse di novembre e del tracollo finanziario dovuto ai regali natalizi, ho preferito invertire per vedere il gruzzolo crescere con largo anticipo. Il tentativo del 2019 è stato motivante: mi ero prefissata di mettere da parte i soldi per un motivo preciso, e ci sono riuscita. Dopo l'estate ho interrotto la regolarità dei versamenti, visto che l'obiettivo era stato raggiunto, ma l'idea di riprendere mi stuzzicava, specialmente per l'importo finale che non ho visto apparire sullo smartphone.

Così quest'anno ho deciso di giocare ancora al risparmio, riaprendo il salvadanaio virtuale e ricominciando la sfida al contrario. Obiettivo 2020: fino all'ultimo euro da depositare la 52esima settimana, vedere quel totale che mi era sfuggito. Cosa si può comprare con 1.378 euro? Un biglietto a/r per la Nuova Zelanda, un weekend luxury per due, una meraviglia di it-bag, un computer nuovo, tre/quattro paia di stivaletti e slingback, cappotti eterni, tre cene stellate (due se oso il pairing)... Ma non ho ancora deciso. Prima di tutto, devo arrivare in fondo.