Il Coronavirus ha cambiato le nostre vite. Come possiamo accettare la nostra nuova quotidianità e rimanere positivi in questo momento difficile? Scopri una selezione di articoli dedicati al tema cliccando qui.

Ammettiamolo: li facciamo parlare con vocine strane, come se avessimo davvero una conversazione con loro. Tutti i padroni di gatti, in questa clausura forzata da Coronavirus, stanno ricevendo la stessa domanda: «Ma cosa ci fate a casa tutto il giorno?». Loro, i padroni supremi degli spazi domestici, non sanno come spiegarselo. Alcuni sono scocciati da queste presenze ingombranti che hanno invaso la loro privacy diurna, altri si concedono in coccole extra e pisolini tranquilli come sempre. Qui di seguito la redazione di Marie Claire condivide e racconta la sua magnifica ossessione per quegli animali magici e affascinanti che chiamiamo gatti.

Dylan raccontato dal direttore Antonella Bussi
È il maschio dei miei sogni: elegante, rilassato, affettuoso. Come me ama alzarsi presto, tra le 4.30 e le 5.30. A volte sono io a svegliarlo. Un mio movimento nel letto lo allerta. Spesso è lui a farlo, accarezzandomi con dolcezza il viso fino a quando non decido di preparargli la colazione. Poi leggiamo insieme i giornali accucciati sul divano, io sotto una coperta e lui sopra e si riaddormenta. In comune abbiamo molte passioni: le albe rosse, il canto degli uccelli e i primi raggi di sole. Apprezziamo mangiare bene e sano, ma anche trasgredire. Lui spiluccherebbe ininterrottamente ed è fortunato, perché non ingrassa. In queste giornate a casa ho scoperto che il tè del pomeriggio è per lui un rituale irrinunciabile e verso le 5 pretende che tutto si fermi. Si piazza vicino al computer come un orologio svizzero. E reclama gli angoli dei biscotti, meglio se al burro. Perché come me ama i dolci, di ogni tipo.
È un maschio elegante, dalle movenze feline, vanitoso (passa ore a farsi bello), sempre in posa. È il compagno ideale perché non ti fa mai sentire sola: chiacchiera, risponde alle tue domande, sa quando c'è bisogno di un abbraccio e di qualche carezza (altro che "social distancing") e dovreste sentirlo cantare sul balcone l'inno ai piccioni. Sarà che si chiama Dylan come un grande cantastorie e un adorato poeta gallese. Ah, è anche bilingue. Capisce perfettamente italiano e inglese perché l'altro suo padrone, mio marito, è americano. Lui mi vuole molto bene, lo sento. Anche se a tratti fa il maschio dominante perché sa che sono pazza di lui, e non so dirgli di no. Però, come spesso succede, il suo grande amore è un altro. Mio marito. Gli occhi adoranti sono solo per lui.

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Dylan, il gatto del direttore Antonella Bussi.

Ulisse raccontato da Valeria Balocco, caposervizio attualità
Dorme pochissimo durante il giorno. E cade in sonni catartici la notte: la sua routine si è trasformata in un piacevole gioco. Ulisse, un gatto certosino di 3 anni, prima del decreto per il Coronavirus era abituato a stare in casa da solo buona parte della giornata (noi al lavoro e i figli a scuola) mentre ora si ritrova con cinque persone. E non so se sia contento, ma fa di necessità, virtù. Vaga di stanza in stanza, bussando con le sue zampette alle porte chiuse perché spesso sono "in corso" lezioni online della scuola e smart working. E aspetta con pazienza che gli si apra. Nel suo inedito giro mattutino non dimentica mai nessuno, è un continuo andare e venire. Un gran lavoro, inaspettato. Si sente in obbligo di partecipare alle lezioni vicino al computer, di giocare con i pezzi di un puzzle e con le macchinine di una pista elettrica o di guardare attonito i pedali di una cyclette, quando tentiamo di fare un po' di ginnastica da salotto. Fa di tutto per tenerci compagnia e tenere alto il nostro morale. Poi, nel tardo pomeriggio, quando la situazione torna a una normalità che ricorda quella delle settimane passate, si accascia stanchissimo sul letto di qualcuno, sempre attento a tenerci compagnia. Dolce e delicato, garantisce a tutti quel tocco di morbidissime carezze (sì Ulisse ha un pelo decisamente soffice) e di affetto quotidiano che, in un periodo di domicilio forzato, sono più che un toccasana. Noi tutti a turno ce lo coccoliamo e lui se la gode beatamente. Forse, però, chiedendosi: quando ritorno padrone della casa per poter dormire beatamente anche la mattina?

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Ulisse, il gatto certosino di Valeria Balocco, caposervizio attualità di Marie Claire.

Flake raccontato da Arianna Galati, giornalista digital di Marie Claire
«I gatti rossi sono appiccicosi», dicevano. Ma quando mai. L’esposizione a due umani 24/7 non ha smussato di un millimetro l’indipendenza ipercinetica di Flake. Coccole con parsimonia, un paio di sfregatine e qualche grattino sulla gola; resistenza 30 secondi, poi lo sbattere della coda invita alla ritirata. Se cerca il caldo contro una pancia umana, si stira a paraspifferi in un abbraccio lungo; se non ci sopporta più apre la terza anta dell’armadio e va a dormire sopra delle vecchie t-shirt. Approfitta per sgranchirsi di più le zampe in balcone, fare birdwatching e rincorsa delle mosche. Per il resto sonno, croccantini, pennichella, 100 metri piani in corridoio con la pallina di alluminio, bustina di tonno, tutto uguale a prima. La sera si acciambella nel triangolo magico della scrivania del padrone, dietro la cassa, e sonnecchia ascoltando i suoi mix. Ma all'alba è me che sveglia, buttando a terra i libri del comodino. «Sfamami umana». Buongiorno a te, Flake.

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Flake, il gatto di Arianna Galati, giornalista digital di Marie Claire.

Rusty raccontato da Laila Bonazzi, redattrice attualità
Lo sanno tutti che non è il mio gatto, ma che mi capita semplicemente di viverci insieme. Io sono il terzo incomodo in un amore esclusivo e totalizzante: quello tra Rusty e il mio fidanzato. Loro due hanno vissuto insieme per un anno prima che arrivassi io a rompere l'idillio. Ancora oggi, dopo ben dieci anni, fa valere la sua presenza sulla mia metà del letto, che lui considera appunto la sua. Da quando siamo a casa entrambi per l'emergenza Coronavirus pensavo che l'avrei visto più rilassato e felice di farsi coccolare dal suo umano del cuore, ma in realtà mi sembra di vederlo agitato, stranito per una situazione che non capisce. Impossibile, direte voi. Ma chi ha un animale sa riconoscere quando qualcosa cambia nel suo atteggiamento e Rusty è decisamente inquieto. Non è uno di quei gatti dall'indole snob e calcolatrice (esistono, ve l'assicuro, e sono magnifici), ha solo imparato a grattare sull'anta dell'armadio quando osiamo servirgli la colazione dopo le otto (io, forte del fatto che non vengo mai considerata, lascio che si alzi dal letto il padrone alfa). Di recente ci ha osservato con pietà mentre tentavamo di porre rimedio al mal di schiena da reclusione con qualche esercizio di pilates sui tappetini. Per fortuna le temperature clementi gli permettono di farsi una passeggiata in balcone, prima di rientrare e posizionarsi nella stanza dove il suo umano è chiuso a lavorare. Io rimango sola in salotto, elemosinando come sempre un briciolo di compagnia felina. Che puntualmente non arriva.

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Rusty, gatto europeo di Laila Bonazzi, redattrice attualità di Marie Claire.

Samira raccontata da Marina Moretti, vice caporedattore lifestyle
Non c’è mattina di questa fo…..ssima reclusione forzata che non ringrazi di avere con me Samira, gatta tredicenne nonché coinquilina. Che fosse sorpresa e contentissima del nuovo cambio di routine - me a casa, tutto il giorno e tutti i giorni - l'ho capito subito: la mia "allegra compagna" (questa la traduzione del suo nome dall’arabo, e non ha tradito le aspettative) ha dimostrato la sua gratitudine facendo la cacchina nella sua sabbia. Perché Samira, un bel giorno di tanto tempo fa - forse per farmi un dispetto, ma poi ci ha preso gusto - ha iniziato a farla fuori, sul pavimento, ad appena una spanna dalla sua cassetta, giusto per ribadire che decide lei. Ostinata come solo un mulo o un gatto può esserlo. Non c’è stato verso: lusinghe, minacce, trattative serrate, discussioni a quattr'occhi… Niente. Mi è toccato rassegnarmi. Anzi, mi tocca rassegnarmi: perché finita la bella novità, Samira ha ripreso le incallite e pessime abitudini. La cosa mi ha consolato: ma allora io non c'entro, non mi devo sentire in colpa se la lascio sola tutto il giorno, è proprio lei che è una stronzetta schizzinosa! Pigrizia, indipendenza, apparente noncuranza: per lei e per me sono somme virtù. E in periodo di quarantena aiutano. Comincio a conoscere a fondo la sua ferrea routine: come tutti i felini, passa da un sonnellino all'altro. Ma con un ordine preciso: all'alba, riposino sulla poltrona in mezzo al salotto; merenda delle 9 e poi in camera, sepolta sotto il plaid; pomeriggio, total divano, con puntatine misteriose sotto il letto, chissà perché. E poi c'è la nanna: il rituale prevede che le dia la buona notte, e vada a letto. Lei aspetta che mi addormenti e poi mi raggiunge. Credo per appiccicarsi alla curva delle mie gambe o della pancia senza che io mi svegli. Ogni tanto riemergo dal sonno, allungo la mano e pastrugno un po' la "cosa" calda e sofficissima che ho accanto. Ogni tanto lei riemerge dal sonno e mi allunga qualche riconoscente leccatina. Io e Samira. E tutto il mondo fuori.

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Samira, la gatta di Marina Moretti, vice caporedattore lifestyle di Marie Claire.

Filippo e Flora raccontati da Marta Donadi, stylist e collaboratrice moda
Condivido la mia clausura da Coronavirus con due gattoni British e Scottish Shorthair di nome Flora e Filippo, fratelli di 4 anni, e con un marito che ancora lavora a tempo pieno quindi i due mici sono la mia principale fonte di compagnia. Durante queste giornate inusuali devo ammettere che mi sono ritrovata più volte a invidiarli e a desiderare uno stile di vita come il loro. La loro routine quotidiana è meravigliosamente lenta, lentissima, pigra e oziosa. Si godono quantitativi extra di coccole e trascorrono queste giornate di sole in terrazza alla costante ricerca di una povera preda, volante o strisciante, che regolarmente si fanno scappare. Sono "madre" orgogliosa dei due gatti meno felini del pianeta: inciampano, cadono, fanno talmente tanto rumore che si lasciano scappare qualsiasi preda appena sferrano i loro maldestri attacchi, ma mi garantiscono almeno una risata al giorno. E non è un sostegno da poco in questo periodo. Anche nelle giornate più dure, dove il morale è bassissimo, non si vede una conclusione per questo incubo e riceviamo solo notizie drammatiche, io allungo una mano e so che trovo sempre una zampetta da prendere per mano, anzi otto.

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Filippo e Flora, i due maldestri gatti di Marta Donadi, collaboratrice moda di Marie Claire.

Lulù raccontata da Francesca Donzuso, grafica di Marie Claire
Ho capito subito che era lei: nera come la pece, non la voleva nessuno. Mentre io cercavo proprio un gatto nero da adottare. Pensavo a un maschio, ma poi, tramite una conoscenza di mio padre, è arrivata lei da una cucciolata. È stato amore a prima vista, sembrava un pipistrello. L'allure esoterica ce l'ha, quindi la chiamo Lulùcifer. È in assoluto la mia prima gatta, che ora è anche un po' vecchiotta: a settembre compirà 15 anni. Non abbiamo una gran routine predefinita, la sua unica abitudine è sedersi sul lavandino a osservare i miei preparativi del mattino, prima di farsi una bevuta direttamente dal rubinetto. L'abbiamo mantenuta, anche se lavorando da casa i preparativi di trucco e capelli sono diventati più rapidi. Si sta riprendendo da una cura per la tiroide quindi sta dormendo tanto, mangia qualcosa e miagola facendo discorsi tutti suoi (a volte piuttosto articolati). La sera viene a farsi coccolare. La vedo più tranquilla e rilassata ora che sono a casa tutto il giorno, senza dubbio. In compenso, a me stanno spuntando le vibrisse visto che parlo solo con lei la maggior parte del tempo. Miao.

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Lulù, la gatta nera di Francesca Donzuso, grafica di Marie Claire.

Cara, Calliope, Merlino e Morgana si raccontano da soli (sono i gatti di Milena Dal Dosso, producer di Marie Claire)
Sappiamo che hanno chiesto alla nostra umana di scrivere due righe sui suoi gatti in questo strano momento. Vedo che è presa con lo smart working e allora quasi quasi ci penso io.
Sono Cara, ho 13 anni e vivo con altri tre odiosi mici che invece si adorano, si fanno i lecchini tra di loro questi selvaggi… Mi hanno presa quando avevo 6 mesi da una coppia che non poteva più tenermi.
Bene, ora mi tocca presentare gli altri tre.
Calliope - loro la chiamano anche "la povera zia Callie" - ha 10 anni, è una di quelle micie tutte colorate, è d'indole dolce e calma, ma non devono averle fatto bene bene la sterilizzazione perché ogni tanto di notte gorgheggia come la Ricciarelli e ti viene voglia di anestetizzarle gli ormoni. Lei è stato un regalo di quell'impicciona della nipote di Milena. Si è presentata con un cesto contenente una pallina di pelo rossa, bianca e nera: ma non potevi farti gli affari tuoi?
Gli altri due, Merlino e Morgana, sono fratelli e hanno 9 anni. Alla mia umana Milena era morta la sua micia nera del cuore, "via uno" pensavo, invece un giorno è tornata con due micetti neri neri. Dueee? Ma adesso siamo in quattro, ci hai pensato?
La piccola è carina, cerca di fare amicizia da anni, ma io non riesco a essere gentile, mi si gonfia subito la coda. Lui è una noia letale, cerca sempre cibo, si lamenta in continuazione.
Da anni comunque si convive, ma io sono la sola ad avere la mia copertina sul lettone e l'unica a essere autorizzata a dormire in camera. Gli altri fuori, a volte sento che grattano la porta e mi scappa un sorriso. La plebe fuori, la Principessa nel castello.
In questi giorni non capisco cosa sia successo perché i due umani sono sempre in casa. Sono una gatta quindi sono abitudinaria. Se so che 5 giorni su 7 li vedo mattina e sera, gli altri 2 giorni a volte ci sono, a volte vanno via e viene quell’antipatica signora a darci la pappa di corsa, adesso cosa sta capitando? Non vanno via, escono solo per comprare la pappa. La loro perché la nostra arriva in un pacco con il corriere.
Devo dire che per me è una pacchia perché posso stare tutto il giorno sul lettone, mi aprono e chiudono la porta ogni volta che voglio, mi mettono i crocchini freschi. Li sento che borbottano di non essere i miei maggiordomi, ma io mi diverto ad averli al mio servizio: sgrano gli occhioni, allungo i baffi e loro si sciolgono. In questo periodo Milena è particolarmente affettuosa con Merlino, non capisco perché lo vizi più del solito. E lui elemosina sempre, come elemosinano quegli altri, in maniera vergognosa. Siamo gatti. Dignità prima di tutto.

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Cara, la gatta di Milena Dal Dosso, nonché "autrice" del brano qui sopra dove presenta se stessa e i coinquilini felini.

Nel video in alto gli animali della redazione (cani compresi).