Si racconta da anni di come Internet abbia portato l'umanità nell'era del post-text, la cultura visuale dei miliardi di piccole foto su Instagram e Pinterest. Così, grazie a una preziosa riflessione di Michele Smargiassi su Repubblica, ci siamo chiesti se non fosse possibile realizzare una puntata della nostra rilevazione Barometro Hearst Italia per documentare le immagini simbolo di questo mese epocale.

Abbiamo provato per prima cosa a sondare con la tecnologia gli hashtag e le parole chiave della pandemia su Facebook e Instagram. Ma il risultato presenta un quadro per niente rappresentativo di quello che a noi personalmente è rimasto negli occhi. In testa ai risultati di engagement: la Juventus, Belen e pochissimi altri mastodonti del pop. Poi pizze, pizze, pizze, panificazioni di ogni genere, contest per la torta più patriottica. Abbiamo provato allora a cercare gli hashtag specifici dei fotografi, ma anche lì il segnale è abbastanza confuso. Grande rumore e la solita situazione disperante in cui su Internet c'è tutto, ma non si trova mai niente. Tante call to action, tante foto personali di quando nel quotidiano siamo persone qualunque e, in effetti, non stiamo proprio scrivendo la storia. Così siamo tornati a rivolgerci a chi per lavoro è incaricato di filtrare il magma della realtà: giornalisti 1 e, per una volta, algoritmi 0.

Vi presentiamo quindi una cronistoria ragionata, che rappresenta un primo tentativo senza pretese completiste. Ci farebbe piacere parlarne con fotografi e photoeditor, appassionati, con chi ha stimoli e link utili a farne magari un secondo: fmagnocavallo@hearst.it. Per ora ci siamo concentrati sull'Italia.

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8 marzo - Le scuole erano già chiuse in tutta Italia. Il Governo aveva stanziato i primi aiuti. Le carceri erano in rivolta. Da qualche giorno le boutade sui media iniziavano ad avere un suono sinistro, Milano si era poi fermata e con lei una buona parte del Nord Italia.

E' domenica sera, molti sono presi dal panico, fuggi fuggi verso le stazioni per raggiungere la famiglia lontano da Milano. Le celeb reagiscono e l'adesione dei follower è altissima, per gli algoritmi questa è una delle foto più importanti di questa prima fase.

9 marzo - I video rimbalzano sui gruppi Whatsapp, qualcuno ha i figli al Liceo Manzoni lì vicino, i detenuti sono sul tetto del carcere di S. Vittore. La sensazione è surreale, è molto difficile fare 2 + 2 e immaginare la traiettoria di quello che sta succedendo.

10 marzo - Gli eroi. Le prime immagini sono scattate dai colleghi in ospedale, sono selfie. Rimbalzano sui giornali di tutto il mondo per due settimane.

11 marzo - Alessandro Grassani fotografa per il New York Times piazza Duomo deserta. Il lockdown diventa effettivo in tutta Italia, negozi chiusi, si esce solo per la prima necessità. Francesco Faraci scatta a Palermo: sono professionisti e amatori come lui i più difficili da scovare nel mare magnum di Instagram.

12 marzo - La Cina invia la prima tornata di medici. E' una grande occasione di PR, per qualcuno il primo passo nella ridefinizione del futuro assetto geopolitico globale. Alla Cina seguono poi Cuba e, dall'Albania, il presidente Edi Rama, entrambi con una risposta fuori dal comune sui social media.

Gli italiani stanno imparando a vivere in isolamento, con tutte le sue difficoltà anche piccole e pratiche. Giulia Ticozzi, Valerio Muscella, Michele Lapini e Max Cavallari lanciano il progetto collettivo Arcipelago-19, un atlante visivo della pandemia. Dalla collezione del loro canale Instagram abbiamo pescato il racconto del rituale della spesa.


19 marzo - La foto più terribile, scattata dal cittadino qualunque Emanuele di Terlizzi. Difficile dimenticarla, per qualche giorno molti di noi faticano a liberarsene. Se il Coronavirus è anche un'emergenza psichiatrica, un motivo c'è sicuramente.

26 marzo - Alex Majoli scatta la storia di copertina per Vanity Fair. Sfogliate il servizio per intero sul sito dell'edizione americana. Scene dall'occhio del ciclone.

27 marzo - Fabio Bucciarelli scatta per il New York Times. Il titolo del servizio sul sito è troppo doloroso, non si può neanche tradurre. Scatta poi anche per L'Espresso. Seguono poi tutte le grandi testate, ciascuna con la sua data di pubblicazione e quasi tutte ormai in smart working.

Andrea Frazzetta per il New York Times Magazine.

Maki Galimberti per GQ Italia.

Alberto Giuliani per Marie Claire Italia, disponibile in digitale sulla app dal 13 e in edicola dal 16 aprile.

Gente, in edicola con due servizi esclusivi dal 17 aprile.

22 marzo - Le foto delle città vuote si sprecano, per qualche photoeditor sono un'estetizzazione inutile. Per altri invece è l'approccio da reporter di guerra ad essere fuori luogo. Intanto il pubblico guarda i video delle città con i droni, si commuove per gli animali che tornano a popolare le città.

27 marzo - Messa in scena millenaristica, photo opportunity colta al meglio delle sue straordinarie possibilità. Le testate giornalistiche impazziscono in tutto il mondo e raccolgono cuoricini a piene mani.

29 marzo - In un mondo parallelo all'orrore della pandemia, le nostre camerette sono diventate anche studio di registrazione e qualche volta discoteca. Del resto era proprio nata così la disco, come un grande rito d'amore e di liberazione collettiva. Tutto molto strano, ma bene così. Gli algoritmi ancora una volta segnano livelli da record.

30 marzo - Arriva dopo tre settimane la foto con cui vogliamo ricordare il momento dei Balconi, quando davanti al cataclisma ci siamo riscoperti patrioti, creativi ed empatici. Sembra la messa in scena di un film, e forse lo era. O forse no.

1 aprile - La pandemia sarà a lungo un'emergenza economica e finanziaria. Ma è anche un catalizzatore fortissimo di buoni sentimenti. E sui social network questo tipo di emozioni si propagano molto veloce.

E' Pasqua, e Cesura ce la mostra in uno scatto italianissimo e senza tempo.

Chiudiamo questa prima carrellata di scatti con Italica Grondona, per tutti Nonna Lina, guarita dal Coronavirus a 102 anni. Ormai è chiaro, ce la faremo.

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