Succede. Che l’amore, quello che aspettavamo da sempre, arrivi: succede.
E succede che finisca. Perché noi, perché l’altro. Perché amavamo troppo, troppo poco, male, perché ci siamo distratti per un attimo, e proprio in quell’attimo è precipitato tutto, perché non ci siamo distratti mai, e ogni tanto però bisogna, perché mancava l’aria, l’acqua, c’era bisogno di più luce, di una vacanza, di stare zitti.
Perché boh, è forse l’unica risposta.
Così come comincia (perché? boh!), l’amore finisce.
E noi ci ritroviamo di nuovo soli, con un rumore di mobili che si spostano al posto del cuore.
È così che si ritrova Adele, quando incontra Giacomo.
È sola da tanto, è sola da troppo, ma il rumore di mobili che si spostano non passa.
Giacomo è sposato, lo dice da subito che non lascerà mai sua moglie, Giacomo di sé non racconta niente e niente le chiede: Giacomo è perfetto. Perché Adele non lo saprebbe mica che cosa dire a un primo appuntamento, davanti alla prima provocazione, dentro a una prima notte insieme. È convinta di non sapere più giocare all’amore, quello vero, è convinta che tanto, alla fine, rovinerebbe tutto. Come ha già rovinato tutto: giorno dopo giorno si è messa in testa che quella sbagliata, nell’amore quello vero che aveva vissuto, è stata lei.

E allora adesso si ritrova a essere la persona giusta in una storia sbagliata. Il bello è che Giacomo non le piace per niente. Non le piace perché non la sa ascoltare e nemmeno ci prova, perché non ha voglia e non sente il bisogno di confidarle nemmeno qual è il suo piatto preferito, non le piace perché per lei il senso di un incontro è nello scambio, e con lui non è possibile scambiarsi niente, le poche cose che ha capito le ha dovuto decifrare e si limitano al fatto che lui ha una fissazione per i calzini, che deve sistemare i soldi nel portafoglio in ordine di valore, che gli piace il blu. Cose così. Fra le quali la più evidente è che in quella vita non c’è e non ci sarà mai posto per Adele. E proprio per questo con lui lei si sente al sicuro. Già: perché, se qualcuno non c’è, non ci potrà mai abbandonare, no? Qualunque sbaglio Adele possa fare, non correrà mai il rischio di intaccare una storia che storia non è. E così non succederà mai che Giacomo, un giorno, la lasci o che stacchi il telefono o che cancelli i messaggi di Adele senza neanche leggerli: tutti dolori che il suo amore quello vero era stato costretto a darle. Dolori che tutti possiamo essere costretti a dare a chi ci strappa la pelle a ogni abbraccio. Dolori che Giacomo potrebbe finire per dare a sua moglie, ma non lei, a lei no. Eppure. Eppure, quella notte, su quel divano, lui l’ha toccata come se fosse proprio lei la sua donna, e poi le ha scritto che era stato benissimo. Eppure, quel giorno, lei è entrata nel suo ufficio, si è abbassata il vestito blu, ma lui l’ha solo abbracciata, come capisse che non aveva bisogno d’altro. Eppure, quel pomeriggio, le ha stretto le mani forte, dopo due giorni che non le rivolgeva la parola. E Adele si domanda se siano santi o traditori quei momenti. Se sia santa o traditrice questa voglia d’amore che non ci abbandona mai, mai mai, e che ci insegue perfino dove c’eravamo nascoste proprio per metterci in salvo.

La vostra vita diventa un racconto. Scritto da Chiara Gamberale. Mandate le vostre storie a Chiara: mcsentimentalisti@hearst.it