Lui scrittore a Milano, lei illustratrice a Berlino. Iacopo e Alice, che dal vivo non si sono mai visti ma coltivano da sempre un rapporto di reciproca stima, hanno deciso che avrebbero tratto il meglio dal lockdown imposto dalla pandemia. Così, hanno preso la palla al balzo per sviluppare un progetto rimasto in cantiere, da sempre relegato al poco tempo libero che rimaneva nelle giornate frenetiche precedenti al social distancing, eternamente sospeso in quel regno dell'"ora non posso, magari domani". Nasce così Parla con LOVEs, account instagram nato da pochissimo, dove i due mettono a frutto i rispettivi talenti. «L'idea è nata come esperimento narrativo» spiega Iacopo Barison, il cui ultimo libro, Le stelle cadranno tutte insieme, è stato pubblicato da Fandango. «: Volevamo dare alle persone la possibilità di raccontarsi, e al contempo trasformare le loro storie in racconti.Era un progetto che avevamo in testa da un po'. Con Alice (Socal, illustratrice, ndr) volevamo sfruttare al massimo il tempo libero, e allo stesso tempo volevamo creare un ponte fra noi e le persone, per non sentirci troppo isolati. Abbiamo quindi deciso di anticipare di un paio di mesi il lancio di LOVEs"

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E nella casella posta dell'account Instagram, in effetti, gli utenti possono inviare le loro storie – che nella maggior parte dei casi sono autobiografiche – che saranno trasformate da Iacopo in un racconto, e da Alice in un'illustrazione. E i racconti fino ad ora pubblicati sono dimostrazione lampante delle mille forme nelle quali si articola l'amore, da quello scoperto in tarda età ai tempestivi innamoramenti che vivono nel tempo di una conversazione digitale nelle app di dating, passando per quello nato durante una "brutta" performance artistica. "Un corso di teatro organizzato dalla mia scuola" esordisce uno tra i tanti racconti. "L'esame finale: Sogno di una notte di mezza estate recitato in palestra, davanti ai nostri genitori. Loro potevano vederci, ma noi non li vedevamo per via delle luci puntate sul palco. C'era anche la TV locale, quattro telecamere per quattro cameraman. Io interpretavo Ippolita la regina delle Amazzoni. Indossavo un lungo abito bianco che sapeva di muffa e una specie di coroncina. Uno dei cameraman aveva il compito di restare fisso sul mio personaggio. Antonio, così si chiamava, mi ha guardato blaterare cose da regina per tutta la sera e ancora oggi, dopo anni di fidanzamento, non riesce ad ammettere che come attrice facevo pena.”

"In effetti ci siamo resi conto da subito", spiega Iacopo "che la gente si era affezionata a questo progetto: abbiamo ricevuto 400 storie in un mese! Non che ci abbia stupito, ma è stata una conferma del fatto che l'amore guida molte delle nostre azioni. Che sia rivolto verso noi stessi oppure verso gli altri, si tratta di un

un sentimento che, in qualche modo, è capace di contenere il mondo."