“Volevo raccontare una storia semplice” spiega Victoria Romano mentre stringe fra nocche e polpastrelli il primo premio del concorso internazionale Covid-19 International Student Film Festival. Selezionata dalla sua scuola, The American School of Milan, la giovane director (e futura promessa della cinematografia nostrana?) ha raccontato il lockdown in Lombardia, facendosi portavoce di tutti i bambini costretti in casa dall’emergenza sanitaria in corso. “Ho voluto descrivere la difficoltà dei più piccoli a comprendere una situazione molto più grande di loro, alla quale si sono dovuti arrendere con rassegnazione”, continua la vincitrice della sezione High School Fiction, che ha primeggiato su centinaia di studenti e 76 scuole da tutto il mondo. “Il briefing richiedeva di produrre un film di 2 minuti, basato sulla nostra esperienza del lockdown durante la pandemia, dove si era limitati a girarne le scene soltanto all'interno della propria casa. L'idea mi è venuta osservando mia sorella Caroline di sette anni (che è anche la protagonista del film) e riflettendo sullo stravolgimento della sua quotidianità, avvenuto nel giro di pochi giorni. La brusca interruzione di tutte le loro relazioni con l’esterno, la chiusura in un appartamento, l’impossibilita’ di frequentare anche gli amici più cari per molte settimane di seguito, ha certamente generato in loro sentimenti di tristezza, isolamento e noia”, continua la baby regista che sfiora la sensibilità di chi guarda, frame dopo frame, la storia di Caroline e del suo diario sempre più colmo di inchiostro, dove sfoga i suoi desideri e la mancanza della migliore amica. "Il mio messaggio finale voleva però essere un omaggio all'inventiva dei bambini e alla forza della vita che anche nei momenti più bui può riprendere in un modo che spesso è inaspettato”. Attendere il finale-sorpresa, prego.

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