"Ci sono quelli che fanno prosperare cespugli rigogliosi di rose in pochi centimetri quadrati di terra e io che faccio morire anche un cactus: sono un pollice nero". Appello a tutti quelli che si sono trovati almeno una volta a pronunciare queste parole gettando nel secchio della spazzatura l'ennesimo vasetto pieno di terra da cui spunta qualcosa di secco o di marcio, comunque irrimediabilmente, inequivocabilmente morto. Per chi ama avere le piante in casa ma non riesce a farle sopravvivere nemmeno evocando tutte le divinità pagane, avere il pollice verde è un sogno.

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L'errore è quello di pensare che si tratti di un dono innato, che non si può ottenere senza la dovuta inclinazione genetica. Invece non è così. Non esistono persone con il pollice nero così come, dice qualche insegnante di musica, non esistono persone stonate ma solo voci "ineducate". L'errore di credere che il pollice verde faccia parte del corredo genetico deriva anche dal fatto che in genere si tramanda di generazioni. Ma questo accade solo perché crescendo con persone pratiche nell'accudimento delle piante, si impara a esserlo. Ma come fare per diventare anche noi più green friendly.

Uno dei primi errori che portano a non essere un pollice verde consiste nel non rendersi conto che le piante sono esseri viventi. Se abbiamo un cane o un gatto non dimentichiamo di dargli da mangiare e da bere, non li dimentichiamo in auto al sole, se sono malati li curiamo e quando dobbiamo posizionare la loro cuccia non scegliamo un angolo gelido o troppo caldo, o scomodo. Tutto questo vale anche per le piante.

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Se una pianta muore vuol dire che non le abbiamo fornito una di queste necessità. Ogni pianta, però, ne ha di diverse, anche se si possono unire in gruppi con necessità comuni. Con la pratica riusciamo a capire a occhio a quale gruppo appartiene una determinata piana e a trattarla di conseguenza senza neanche più bisogno di consultare Google. Per sviluppare questa capacità bisogna iniziare prendendosi cura di una sola pianta e di sceglierla perché facile da accudire. Iniziare con le orchidee o le gardenie è masochismo puro.

Per scegliere la prima delle piante da tenere in casa (e in seguito anche le successive, quando vorremo aumentare il numero) bisogna valutare le proprie risorse: economiche, di tempo libero di disponibilità di spazi. Se abbiamo una casa poco illuminata e senza balcone dobbiamo scegliere piante che non vogliano la luce diretta, ad esempio. Si dice che le piante più facili da gestire siano quelle grasse perché "non devi fare nulla", ma non è del tutto vero: una pianta grassa ha bisogno di sole diretto, di essere trasferita quasi subito nel vaso di coccio dopo l'acquisto (ma questo sarebbe meglio per quasi tutte le piante), e bisogna che in questo vaso si prepari un sistema drenante, che detto così sembra chissà cosa ma è solo una manciata di argilla in palline sul fondo (si comprano dal fiorario).

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O come facevano le nonne, il vaso si drena con pezzi di altri vasi di coccio rotti in passato. Poi il terriccio. La pianta grassa ha bisogno d'acqua come tutte le altre piante ma solo d'estate, e a differenza delle altre, se una sera ce ne dimentichiamo non appassisce (ma che non diventi una scusa per abbandonarla). D'inverno la pianta grassa non deve essere tenuta vicino alle fonti di riscaldamento e lasciata riposare. Non molto altro.

Ma oltre alle piante grasse ce ne sono anche a foglie altrettanto semplici da coltivare. Una buona idea è quella di iniziare con una pianta utile come il rosmarino. Ha bisogno di poca acqua, terreno ben drenato, e luce. Se lo vediamo ingiallire o impoverirsi di aghi vuol dire che lo abbiamo annaffiato troppo, o troppo poco. Ogni tanto gradisce anche del concime, se vive in vaso. Un altro fattore importante da considerare è che un principiante deve scegliere piante che vengono coltivate abitualmente anche dagli altri, nella zona dove vive. Se nel proprio condominio tutti i balconi sono pieni di gerani splendidi, è segno che il clima è perfetto per quella pianta. Molti si trovano in crisi con i concimi, come fosse una sostanza misteriosa. Il concime è semplice da usare, ormai si possono acquistare quelli liquidi ovunque. Basta non prenderne uno per ortensie e usarlo per una pianta grassa, per dire, ma attenersi strettamente a quello adatto al proprio tipo di pianta.

Il concime è il nutrimento, reintegra nel terriccio le sostanze che una pianta in vaso consuma, al contrario di quelle radicate in terra. In genere va somministrato alla pianta ogni 15 giorni, diluito nell'acqua per annaffiare, nelle proporzioni indicate sull'etichetta. Infine, dobbiamo scegliere, fra le piante più facili da coltivare come possono essere il tronchetto della felicità (o yucca) l'edera, o l'aloe vera, i gerani, l'erica, quella che ci piace di più. L'amore per la pianta a cui dobbiamo rivolgere le nostre cure. Dobbiamo sentire il desiderio di vederla crescere e diventare ancora più bella, più grande, più ricca di fogliame. Iniziando con pazienza a curare questa prima "figliola verde" si entrerà in un ordine di idee di accudimento che è tutto il contrario dall'essere stressante. Anche in questo caso, affidarsi a un esperto è una buona idea. Scegliere un vivaista o fioraio di fiducia, spiegargli che la nostra intenzione è quella di fare pratica e di imparare a diventare un pollice verde, sarà di aiuto.