Tenero. Sbrigativo. Focoso. Filiale. Amichevole. Capace di accompagnarsi a tanti aggettivi, il bacio si merita l’onore di avere una giornata mondiale a lui dedicata, il 6 luglio. Ma quest’anno (grazie, Covid-19!) tutto sarà diverso: più asettico, più familiare, più innocente. Cioè: più noioso. Baciarsi è concesso, dato il distanziamento fisico - di quello sociale, nel divario tra vecchi ricchi e nuovi poveri ne abbiano pure troppo - esclusivamente tra congiunti, familiari, affetti stabili, amati pet. Compreso/a quello/a che avete sposato/a.

Infatti, quel che è più divertente, secondo Wikipedia, che non è la fonte più affidabile di informazione ma ci accontentiamo, quella del 6 luglio è una data decisa in Inghilterra nel 1990 per il National Kissing Day, che ne solennizza la versione più ecumenica. Ma in altri paesi lo stesso giorno è ricordato come quello del bacio rubato che, se permettete, è di tutti i suoi aggettivi, quello che preferiamo: ci scatena più memorie (che di noi non ricorda il bacio del primo amore o di qualsiasi cosa gli somigli? Com’è stato il vostro: a centrifuga, modalità gastroscopia o “tutto qui”?), mette in moto meccanismi ormonal-sentimentali, attiva neuroni e salivazione. È il genere di bacio dove permettiamo all’altro di varcare il perimetro che divide l’amicizia dall’infatuazione, la simpatia dall’eccitazione, il volersi bene dal volersi saltare addosso.

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Ma in questi mesi, sono banditi i gesti che implicano labbra su labbra tra sconosciuti: no, meglio di no, perché rischiare? Vittima illustre della pandemia, rischia di far passare la stagione che, nel comune sentire, s’appiccica al bacio passionale come il sudore alle magliette, in una casta sequenza di giorni all’insegna del moralismo più bieco che impedirà di costruire memorie un po’ tenere e po’ piccanti. Ma soprattutto deliziosamente analogiche, alla faccia di Tinder e altre app di dating. Proprio la cosa che non ci voleva, anche se ormai, se fate un giro su YouPorn o altri siti similari, esistono già video hard di amplessi con mascherine, tutone sterili e buchi qua e là, piazzati in posti strategici (un consiglio: non andateci, mettono una malinconia che ucciderebbe anche la libido di un ergastolano). Perché la prima estate senza baci, in realtà, non sta facendo altro che continuare in una volontaria rinuncia al contatto fisico che aveva già fatto capolino durante il lockdown, periodo in cui si sperava che, una volta finite le serie su Netflix, Amazon, Now Tv et similia, si scatenasse la voluttà più ferina. Non è successo. Un sondaggio condotto da Gleeden, l’azienda che promuove le relazioni extraconiugali, tra oltre 12.355 utenti, ha rivelato che il 68% degli intervistati si bacia di meno da quando è iniziata la pandemia. E questo sia tra i single, sia tra le coppie. Il 54% degli intervistati ammette di non baciarsi con il/la partner con la stessa frequenza di prima. Il 60% si limita a bacetti sulle labbra, il 24% sulle guance e solo il 16% cede alla passione di un french kiss con la lingua. Dato ancora più mesto: nelle 24 ore precedenti alla domanda «Chi hai baciato ieri?», l’80% ha risposto «nessuno» e il 20% il gatto, cane, canarino che ormai saranno stupiti - e stufati - di tutte queste smancerie.

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Che peccato. Pensare che baciarsi fa bene: ci scambiano ottanta milioni di batteri con il risultato di rafforzare il nostro sistema immunitario (ma non contro il coronavirus), dà una regolata alla pressione e al ritmo cardiaco, scatena le endorfine, brucia calorie e allena 146 muscoli facciali da coordinare. E regala informazioni più di un sito in continuo aggiornamento: con un bacio le mamme sentono se il loro bebè ha la febbre, gli amanti sospettosi possono annusano odori e profumi “altri” rispetto ai soliti. La biologa e giornalista scientifica Sheril Kirshenbaum scrive, nel serissimo saggio La scienza del bacio (Raffaello Cortina) ne ricorda anche il portato politico, quando dai Settanta in poi è stato sdoganato anche tra maschi come forma di saluto, per ridefinire il concetto di “virilità”: sì, c’è anche quello tra mafiosi, ma appartiene ad altre tradizioni. Non solo cose di mucose, insomma. Ma un comportamento umano dalla lunghissima storia (pare inventato da persiani, propagato dai Greci e popolarizzato dai Romani) che rischia di saltare per tre mesi. Almeno.

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Claudia Burlotti//Getty Images

Forse sarà il caso di farne un gesto gratuito, senza secondi fini. E dunque più simbolico ma altrettanto intenso: dato sul capo e con la mascherina, disegnato e spedito con il rossetto rosso, impresso a una mano igienizzata (da re-igienizzare subito) come sostituto d’intimità, come forma lontana-ma-vicina di apprezzamento, come espressione di piacere disinteressato. Chissà. Ritorneremo a essere romantici con lo sguardo, una poesia, una canzone. Ma non riduciamolo solo a un emoticon.