È un oggetto rétró come rétro è il nome che porta: spilla da balia, anche se qualcuno lo chiama spilla di sicurezza, che in inglese corrisponde a safety pin. Lo storico francese Marc Bloch diceva che le cose che notiamo di meno sono quelle che abbiamo davanti agli occhi e infatti sono ormai un bel numero le generazioni che la spilla da balia ce l'hanno sotto il naso sin dalla nascita e la danno per scontata, senza farsi troppe domande del tipo: “chi ha inventato la spilla da balia?”. Domanda che invece ha una risposta precisa e anche un anno di nascita: il 1849.

La creazione della spilla da balia è abbastanza casuale: in quell’anno, un giorno, un 50enne di nome Walter Hunt stava rimuginando come faceva di solito. E in base al principio che le idee migliori vengono mentre si pensa ad altro, rimuginando Hunt aveva inventato nella sua vita: la macchina da cucire, un prototipo di fucile a ripetizione Winchester, il filatore meccanico per il lino, un tipo di affilacoltelli, il campanello in uso sui tram, la stufa a carbone, la macchina per le pulizie stradali e lo spazzaneve. Quel giorno del 1849, mentre rifletteva, Hunt storceva casualmente tra le dita un filo di ferro. Doveva 15 dollari a una persona, una cifra interessante al tempo, e stava pensando a cosa inventarsi di semplice per barattare il brevetto con il debito.

Si ritrovò tra le dita la forma di una spilla da balia e la sensazione che potesse tornare utile a qualcuno. Non era stato il primo a pensarci: nel XIV secolo a.C. a Micen, nel Peloponneso, qualcosa di simile per tenere su i pepli era chiamato fibule, ma poi era stato dimenticato. Hunt andò a realizzare il prototipo, ma invece di donare l’invenzione al creditore la brevettò per 400 dollari. Poi si recò dal tizio e gli rimborsò i 15 dollari. Walter Hunt non si arricchì mai eccessivamente con le sue invenzioni perché nella sua ingenua genialità non ne capiva l'importanza. Così grande che molte di queste sono ancora in uso, come la spilla da balia che, dopo 171 anni, è praticamente identica al brevetto numero 6,281 registrato da lui, e a quei primi esemplari che vennero prodotti in ottone, e poi in acciaio, da chi aveva acquistato la sua idea.