Mi sono sempre chiesta se fosse stato il caso o il destino a fare capitare proprio lei, Elena, il primo giorno di scuola, accanto a me, timida 14enne in carne, riccioluta e ancora per poco non occhialuta. "Chi è questa ragazza magra e slanciata dal caschetto voluminoso che mi sorride con aria complice? Sarà lei la mia compagna di banco fino alla maturità? Sarà lei, che mi ricorda lontanamente Susan Sarandon, la mia Louise di numerosi weekend pruriginosi? Sarà quella sua simpatica chioma a fare ombra insieme alla mia sulle pagine ingiallite dei vocabolari di greco e latino per la maggior parte dei pomeriggi del quinquennio che stava per iniziare?". Sì era lei. Lei che poi sarebbe diventata la mia coinquilina durante l'Erasmus a Parigi, io la sua testimone di nozze e insieme un duetto indissolubile in grado di risintonizzarsi perfettamente a ogni ritrovo sia a distanza di settimane sia di anni. Sì, perché la maggior parte delle volte il compagno di banco si trasforma in un amico così intimo da diventare indispensabile e insostituibile. Una figura così unica e bella da essere stata protagonista di romanzi come Cuore scritto da Edmondo De Amicis nel 1886, di film come la commedia sexy La compagna di banco del 1977 e di serie tv come I ragazzi della 3ª C che spopolava alla fine degli anni 80.

Ma come faranno quest'anno i bambini e i ragazzi che dovranno tornare dai loro vecchi compagni o iniziare un nuovo ciclo di studi isolati nei loro monobanchi? Che impatto avranno distanza di sicurezza e mascherina sulle relazioni tra gli alunni? "Mi ricordo come fosse ora quando conobbi Michela", racconta Alessandra, 47 anni. "Conoscevo già alcuni compagni ma rimase vuoto solo un banco in prima fila. Capitai accanto e lei, una ragazza timida e riservata, e da allora fummo sempre vicine di banco. Ora le mie figlie hanno davanti tante incognite. Lucrezia che andrà in terza liceo è felice di passare dalle lezioni online in cui la maggior parte dei compagni oscuravano la propria immagine alla classe reale dove almeno si tornerà a scherzare. Marta che andrà in seconda media teme il rientro a scuola. Dopo le lezioni virtuali che ha seguito da marzo a giugno, durante le quali era sempre in FaceTime con quella che era la sua compagna di banco prima del lockdown, ha paura di dire addio a risatine e bigliettini. Si lamentava del banco virtuale, ma ora lo preferirebbe a quello isolato dove sei circondato dal vuoto, la mascherina attutisce i bisbigli e impedisce ogni tipo di comunicazione labiale. Rachele che sta per iniziare la seconda elementare è contenta di tornare in classe e si rallegra al pensiero che avrà l'astuccio in ordine perché i compagni non potranno più chiederle in prestito gomma, temperino & Co".

"Prima avviamento commerciale. Io avevo 11 anni, lei 12. Da vicine di banco ad amiche inseparabili il passo fu brevissimo. Con lei condivisi esperienze felici, avventure reali e di fantasia, momenti di tristezza e un mondo di sogni e segreti. Sono sicura che io e Pinuccia ci saremmo capite anche solo con gli occhi, a dispetto della mascherina. E così penso succederà ai ragazzi e alle ragazze che già si conoscono. Ma come faranno gli alunni che entrano in una classe nuova?", si chiede Giuseppina, nonna di cinque nipoti, passando la parola e la domanda al marito Sandro. "Delle scuole elementari ho due ricordi vividissimi. Il primo è Matti, il mio compagno di banco, che mi prestava spesso i fumetti Il grande Blek e Capitan Miki, stampati nella tipografia del padre. Il secondo è la coppia Moscatelli e Maggioni, due compagni di banco entrambi pluriripetenti che qualche volta mi rubavano la merenda. Guarda caso proprio due ricordi legati ai compagni di banco. Speriamo che il distanziamento duri il meno possibile perché le relazioni e la complicità in classe sono una vera e propria scuola di vita".

"I ricordi più vivi della mia vita da studentessa sono quelli legati a Maura, mia compagna di banco per tutte le scuole magistrali nonché carissima amica", racconta Renata, 69 anni, preoccupata per i suoi nipotini che stanno per iniziare la seconda e la quarta elementare. "Andavo d'accordo anche con le altre compagne ma a lei mi univa e mi unisce ancora oggi dopo 50 anni dal nostro primo incontro un legame di amicizia, affetto e complicità. Abbiamo trascorso molte vacanze insieme e siamo sempre state l'una vicina all'altra nei momenti di gioia, dolore e malattia. Io penso che quando si crea un bel rapporto con il proprio compagno di banco è facile che duri nel tempo. Auguro agli studenti che stanno per iniziare l'anno accademico 2020/2021 che il distanziamento dei banchi non debba durare per molti mesi. I bambini e i ragazzi hanno bisogno di creare rapporti, gruppo e affetti".

"Quest’anno non potere avere il compagno di banco come richiedono le nuove indicazioni e regole scolastiche potrebbe generare negli alunni sentimenti di tristezza poiché non si ha più accanto il miglior amico o comunque un compagno con cui potere chiacchierare", spiega la dottoressa Valentina Cosentino, psicologa, di MioDottore. "Sentimenti di frustrazione nel non potere condividere un gioco o un effetto personale come gomme, pennarelli e matite. Fondamentale sarà l’atteggiamento dei genitori in primis e del corpo docenti. La serenità e chiarezza con cui si comunicheranno novità e cambiamenti favorirà l’adattamento alle restrizioni. Concedere qualche pausa in più tra un’ora e l’altra di lezione potrebbe rivelarsi una buona strategia. I banchi distanziati potranno comportare stress poiché si avrà la percezione di non potere contare sull’altro, rabbia nel non potersi avvicinare ai compagni. In alcuni casi anche noia e fenomeni dissociativi", prosegue l'esperta.

Cosentino consiglia di fare passare agli alunni il messaggio che il distanziamento tiene lontani fisicamente, ma non socialmente. "Pertanto è fondamentale supportare e aiutare gli studenti a sviluppare e potenziare le loro abilità sociali garantendo momenti di interazione. Si potrebbero sviluppare atteggiamenti ansiosi dovuti al fatto di dovere rispettare scrupolosamente le misure restrittive e di prevenzione e quindi un irrigidimento eccessivo oppure rifiuto e ribellione attraverso maggiori scontri e discussioni. In queste circostanze potrebbe rivelarsi utile, da parte dei docenti, adottare un atteggiamento cooperativo attraverso l’utilizzo di alcune strategie quali: spronare l’alunno al confronto esplicitando le proprie sensazioni ed emozioni, fare osservare le reazioni che il proprio comportamento può provocare nell’altro e non essere affrettati nel prendere decisioni", conclude la psicologa.