In una scena di Perfetti Sconosciuti, quel genio buono di Giuseppe Battiston, si alza da tavola, o mentre è alla guida, per praticare esercizi che un’app gli impone di fare in qualunque momento. Diciamo che da quel cliché a oggi sono passati almeno quattro anni e nel mentre abbiamo imparato a gestire anche i sali e scendi di app calcola tutto. Oggi usiamo ancora gli smartwatch per controllare mail, chat e IG? Oggi indossiamo ancora un orologio intelligente per lasciarci viziare da remind che ci ricordano di respirare, o di completare i cerchi di attività (alzati in piedi! Movimento per un minuto!)? A fine di un momento storico così complesso, che ha limitato i nostri movimenti fisici e i voli pindarici, non è un caso che uno dei più recenti rilasci del colosso di Cupertino sia legato al 100% alla nostra salute, non al training tout-court.

Il tema del nuovo AppleWatch Series 6 non è solo nell’aver reso ancora più personalizzabili gli avvisi, le sveglie fisiche ed emotive (respirare non lo è?). Al netto di quanto ci ha facilitato e allo stesso tempo reso dipendenti, la tecnologia sta cercando di farci dipendere meno dagli ennesimi appuntamenti e più su qualcosa di strutturato solo per noi singoli individui. In questo ambito la salute femminile prende una nuova piega: in una lunghissima stagione di Zoom, Teams, di minuti vuoti ad attivare o spegnere video e audio di riunioni infinite, abbiamo imparato ad ascoltare meglio gli altri, sì ma noi stesse? In questo Apple prova a portare l’argomento femminile sull’ascoltare il proprio corpo sviluppando come mai prima una serie di app per Apple Watch che aiutino a monitorare il ciclo, a segnare la qualità del nostro dormire e relazionarla alla prossima ovulazione. L’idea, ci raccontano durante la presentazione del prodotto, è quella di creare cultura del proprio benessere, non solo in quanto movimento fisico / fitness, ma strumento al polso, accessibile, per poter conoscere come cambiamo anche rispetto alle età.

Dal controllo dell’ossigeno nel sangue a un ECG (grazie a quattro gruppi di LED): non è la 21esima stagione di Grey’s Anatomy ma l’evoluzione di chi siamo diventati mentre indossavamo cuffie, scrollavamo schermi e indossavamo orologi hi-tech. Nel non dipendere dalle nostre stesse manie (quanti passi ho fatto oggi rispetto allo scorso anno? Quanto ho dormito e con quale indice di disturbo del sonno?) la sfida è di rendere sempre più lo smartwatch un elemento di supporto e non un ennesimo apparato di stress produttivo/lavorativo: sta a noi decidere come e quanto dipenderne? Dalla scelta di un cinturino statement (continua la fortunata collaborazione con Hermès) alla scelta di un prodotto sportivo a 360° (è l'Apple Watch Series 6 Nike): il tempo e come lo usiamo dovremmo deciderlo solo noi. Anche quando una leggera vibrazione ci ricorda che dovremmo respirare invece di rispondere a una mail in 6 secondi (e molti ripensamenti dopo).