C'è un metodo infallibile per riconoscere un appassionato di piante grasse: guardargli le mani in primavera o in estate. Se è davvero uno di quelli che non teme nulla dalla sua succulenta del cuore, potrebbe avere piantata nel palmo o nei polpastrelli almeno una spina, la prova che ha cercato di imparare per l'ennesima volta come rinvasare le piante grasse. Chi le succulente le coltiva in casa, balcone o giardino si affeziona a loro come se fossero componenti della famiglia perché sono belle, soddisfano con poche cure l'innato senso dell'accudimento e ci ripagano con risultati a volte molto più vistosi della piante con foglie, soprattutto quando producono commoventi fioriture. Di piante succulente ne esistono varie specie, ma proprio perché a tutti piace quello che è più difficile da conquistare, più spine ci sono, più l'appassionato s'appassiona. Ma è quando arriva il momento del rinvaso, che si fa in primavera o d'estate, mai è in autunno e inverno quando la pianta "dorme" e non va disturbata, che questo grande amore può andare in crisi. Perché per quanto abbiamo la sensazione che la pianta ricambi silenziosamente il nostro affetto, ci si chiede se non potrebbe essere un po' più collaborativa durante questa operazione, magari - che so - tirando un po' indietro i suoi aculei. Ma, questo non è possibile nemmeno per la cactacea più volenterosa, per cui bisogna seguire dei trucchi formulati da chi è andato avanti a esperimenti (e a buchi).

Quando si deve rinvasare una pianta normale, una di quelle con foglie e magari solo qualche spinetta in giro, in genere si assesta qualche colpetto al vaso e quando sta per uscire, si afferra la pianta con la sua zolla di terra. Con la pianta grassa questo non è possibile. Premesso che prima di iniziare l'operazione è bene preparare il nuovo vaso, con un terzo di argilla espansa sul fondo, come drenante, e un terzo di terriccio fresco specifico per piante grasse, l'unico sistema collaudato è quello di coricare il vaso sul pavimento. Se siamo in casa, meglio stendere dei fogli di giornale perché fuoriuscirà della terra, e i colpetti al vaso vanno dati mentre lo si ruota sulle mattonelle, facendo attenzione che la pianta non subisca danni. Ovviamente, se la pianta è ancora alloggiata in un vaso di plastica, tutto risulta molto più facile, anche se il vaso di terracotta è in genere più gradito alle succulente perché lascia respirare le radici. Se però la pianta è già nella terracotta, è probabile che faccia resistenza a uscire perché avrà qualche piccola radice aggrappata al suo interno. In questo caso, quando il vaso è ancora verticale, bisogna passare tutto intorno, fra la terra e il bordo, la lama di un vecchio coltello, andando fino in fondo e senza sconfinare troppo nella zolla di terra. Solo dopo bisogna adagiarlo sul pavimento e provare a dare i colpetti. Se la pianta è di quelle a forma globosa, come ad esempio il popolare Echinocactus Grusonii (detto anche "sedia della suocera", vedi foto sotto), può succedere che se abbiamo atteso troppo a praticare il rinvaso, sia cresciuta oltre il bordo di terracotta, rendendo impossibile, o perlomeno rischioso l'inserimento del coltello. In questi casi bisogna prima provare a spingere delicatamente un bastone nel foro di scolo sottostante al vaso, cercando di far uscire tutto fuori. Ma se anche questo non funziona c'è una sola cosa da fare: rompere il vaso a martellate dopo averlo coperto con uno straccio spesso per proteggersi dalle schegge (pazienza).

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Quando finalmente la pianta sarà uscita dal vaso, se tutto intorno alla zolla si è formato uno strato di piccole radici che la rende dura e impenetrabile bisogna "pettinarla" un po' con un coltellino, in modo da eliminarne qualcuna. Si tratta di radici vecchie che nel nuovo vaso più ampio soffocherebbero quelle nuove e vitali impedendo loro di accedere al terriccio fresco. È consigliabile che la dimensione del nuovo vaso superi almeno di cinque o sei centimetri il diametro del precedente, in modo da rimandare il prossimo rinvaso più avanti nel tempo. A volte le piante grasse possono raggiungere un peso ragguardevole, per cui quella palla irta di spine, o un cactus pieno di braccia minacciose, quando sono lì sul pavimento, fuori dal vaso possono mettere in crisi. Ci sono molti modi per afferrarle e porle nel nuovo vaso senza emulare San Sebastiano. Uno collaudato è quello di usare come protezione i vecchi tappetini per il bagno, la cosa più spessa e flessibile che si può conservare per questo scopo, facendo attenzione a non strizzare troppo la pianta che va collocata con rapidità e decisione al centro del nuovo vaso dopo aver misurato che non sprofondi troppo all'interno o che sporga eccessivamente. In tal caso va regolato il livello del terriccio. A questo punto non resta che rabboccare la terra mancante e collocare la pianta in un posto illuminato, senza annaffiarla subito come si è tentati di fare: lasciamo il tempo alle radici ferite di rimarginarsi.