"La maestra ci ha detto che l'8 marzo è la Festa della Donna. Quand'è la Festa dell'Uomo?", chiede mio figlio 7enne. Risponde la sorella 9enne: "Esiste solo la Festa della Donna! Una volta le donne non avevano gli stessi diritti e le stesse opportunità degli uomini come ora, non potevano votare, imparare a leggere e scrivere e nemmeno portare i pantaloni. A scuola ci hanno spiegato che l'ONU ha fatto diventare ufficiale questa festa nel 1977, quando sono nati più o meno i nostri genitori". Perché si celebra (ancora) la Festa della Donna? Come e dove si festeggia? Ha senso nel III millennio una giornata dedicata alle donne? Cosa significa essere una donna oggi? Troviamo alcune risposte in un libro speciale.

festa della donna 2021pinterest
Cecilia Roda_Lilybris

Una laurea in lettere, una grande passione per il disegno e 60mila follower su IG Cecilia Roda, in arte Lilybris, ha la capacità di parlare/affrontare con leggerezza ma efficacia gli argomenti più difficili, delicati e/o scomodi come le discriminazioni, la sessualità e le mestruazioni. In Sette giorni al mese (Edizione Cinque Terre, 2021, 15 euro) l'illustratrice 31enne parla, infatti, con delicatezza e discrezione dell'universo femminile e quindi di violenza contro le donne, mobbing, body positivity (sentirsi bene a proposito del proprio corpo), body shaming (prendere in giro una persona per una sua caratteristica fisica), victim blaming (ritenere la vittima di un abuso parzialmente o totalmente responsabile di ciò che è accaduto) ed è il "luogo" perfetto per mettere le basi per una cultura e una grammatica più femminili insieme a piccole donne e soprattutto insieme a piccoli uomini. Lo strumento ideale per capire la società attuale, alcune sue tappe e certi suoi, importantissimi e fondamentali, traguardi.

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"Bisogna però partire dalle origini: in passato le disuguaglianze tra uomini e donne erano molto evidenti. Purtroppo ancora oggi le donne sono vittime di discriminazioni e violenze e in politica o nei quadri dirigenziali sono una minoranza, ma molti passi avanti sono stati fatti nell'ultimo secolo con l'obiettivo di raggiungere la parità di genere", spiego ai miei figli. "Questa ricorrenza è nata negli Stati Uniti nei primi anni del 1900 come forma di protesta delle donne per lo sfruttamento subìto sul lavoro, per denunciare la discriminazione sessuale e per ottenere il diritto di voto. La festa poi si è diffusa in altri Paesi del mondo ed è diventata simbolo delle conquiste sociali, politiche ed economiche ottenute dalle donne e ora è un'occasione per sottolineare l'importanza di continuare a lottare contro la discriminazione e la violenza di cui le donne purtroppo sono ancora vittime nel mondo". I bambini sembrano felici dei traguardi raggiunti e increduli che in passato ci fossero queste differenze.

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"Come mai si regala la mimosa?", mi chiede il 7enne. "Io preferirei ricevere e regalare alle mie amiche delle rose o delle margherite", ribatte la 9enne. Quando si celebrò per la prima volta in Italia la Festa della Donna, l'8 marzo del 1946, il fiore più economico e facile da trovare nel nostro Paese era la mimosa, motivo per cui fu proprio questo a essere proposto come simbolo della ricorrenza da tre membri dell’UDI Unione Donne Italiane, Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei.

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I bambini sono curiosi di sapere come viene festeggiata la donna in altri Paesi. Negli Stati Uniti viene celebrata tutto il mese di marzo, il Women’s History Month, in particolare nella settimana dell’8 marzo, la National Women’s History Week, consigli comunali e governatori organizzano addirittura eventi per sostenere l’empowerment femminile e il Presidente degli Stati Uniti rilascia la Presidential Proclamation per onorare e riconoscere i risultati delle donne americane nella lotta contro le discriminazioni di genere. In Perù le donne si riuniscono per cucinare piatti tradizionali da vendere e con il ricavato finanziano attività a favore delle donne in difficoltà. Nelle Filippine vengono lanciate lanterne luminose in cielo. In Romania le ragazze ricevono il martisor, un anello di filo bianco e rosso, simbolo di amore e felicità. In Russia e Ucraina l'8 marzo si festeggia spesso in famiglia, facendo visita agli amici e lasciando le donne libere da ogni faccenda domestica. "Però non è giusto che tutto questo si faccia solo un giorno all'anno", nota la 9enne. Il 7enne concorda: "dovremmo aiutarci sempre tutti e regalarci dei fiori ogni volta che ne abbiamo voglia".