Hanno trascorso l’inverno al chiuso, le abbiamo tenute vicino alla luce e lontane dal gelo ma anche dalle fonti di calore, e le abbiamo lasciate riposare. Ma le piante grasse in primavera si svegliano dal letargo e devono tornare a crescere, e non è sufficiente riportarle all'aperto e lasciare che se la cavino da sole, qualche piccolo accorgimento serve ancora per far sì che non soffrano il cambio di ambiente. Vediamo quali sono e quando mettere in atto tutte le cure del caso. Prima di tutto, bisogna scegliere con cura il giorno in cui metterle all'aria aperta. Non c’è bisogno che sia caldissimo, un passaggio graduale le aiuta prima ad abituarsi all’esterno, anche perché un sole troppo forte potrebbe scottarle. L’importante è che ormai la temperatura non scenda mai sotto i 4-5° la notte perché la pianta rischierebbe di marcire vanificando tutte le cure che le abbiamo dedicato durante l’inverno. In genere il periodo per riportare fuori le piante grasse varia da marzo ad aprile a seconda della collocazione geografica. Quando sistemiamo le piante dobbiamo sempre ricordare che alcune di loro, come i cactus, amano la luce diretta tutto il giorno mentre altre, come le varie aloe, la preferiscono abbondante ma indiretta. È il momento buono per controllare se ci sono delle foglie nuove o parti in verde chiaro, perché in entrambi i casi è un segno che le piante non sono riuscite a “dormire” durante l’inverno, probabilmente perché erano troppo vicine alle fonti di riscaldamento, oppure che le abbiamo annaffiate, cosa che nei mesi freddi non va assolutamente fatta. Se sono cresciute, pazienza, non ci si può fare nulla e non è grave. Ma per evitare che succeda ancora bisogna cominciare già a pensare a una posizione più fresca per quando tornerà il freddo. Bisogna poi esaminare se ci sono inizi di marciume perché se sono circoscritti in porzioni molto piccole si può provare a rimuoverli con un coltello molto affilato e molto pulito prima che si propaghino, purché non comportino un taglio delle radici (in quel caso, non c'è nulla da fare).

La primavera è anche la stagione giusta per rinvasare prima che con il caldo estivo la pianta, felice per le cure che riceve, prenda lo sprint e si allarghi a dismisura. A questo punto c'è da pensare al cambio di premure quotidiane che dobbiamo riservare loro. Per tutto l'inverno non le abbiamo annaffiate, per cui ora dovremmo tornare a farlo. Ma con molta moderazione perché il rischio di farle marcire è ancora alto. Se ogni tanto ci sono ancora degli acquazzoni possiamo lasciare che ci pensi la natura. Se invece è una primavera secca, una moderata annaffiature un paio di volte a settimana si può iniziare. Inoltre è il momento di nutrirle. Un buon fertilizzante generico può andare bene, evitiamo invece il tipo per ortensie o altre piante. Il migliore, ovviamente è uno specifico per piante grasse, a base di fosforo, che possiamo somministrare nell'acqua dell'innaffiatura ogni 15 giorni. La fertilizzazione assicura una migliore fioritura, in quelle che dovrebbero fiorire, come le mamillarie e qualche cactus. La fertilizzazione può andare avanti fino alle fine dell'estate, dopo di che si interrompe, e con i primi freddi, nuovamente tutte al chiuso, per fare la "nanna".