È possibile riportare in equilibrio gli ecosistemi delle grandi metropoli? Fare tornare la natura protagonista nei luoghi grigi e caotici in cui viviamo ogni giorno? E praticare il forest bathing anche in città? Abbiamo incontrato Davide Cazzaniga, presidente di Selva Urbana, un'associazione nata nel 2016 che si occupa di riforestazione urbana, per capire come entrare a fare parte di questa "fronda selvatica" che mette al centro l'albero e l'ecosistema allo scopo di migliorare la vivibilità degli spazi e di ridurre gli effetti del cambiamento climatico.

Cosa significa il termine "riforestazione urbana"?
È lo strumento per riportare in equilibrio gli ecosistemi delle città. Possiamo, però definirlo più semplicemente come un modo utilizzato dalla cittadinanza attiva per riportare la natura nei luoghi di vita.

Quanto verde dovrebbe esserci in una città secondo le norme vigenti? E quali dovrebbero essere secondo la vostra associazione?
L'Europa vive già in un periodo storico di grande espansione delle foreste in ambito montano e metropolitano. A oggi purtroppo non ci sono normative comuni che identificano la quantità di verde pro-capite, ma vengono eseguiti annualmente studi - uno di questi è Ecosistema Urbano di Legambiente - in cui viene stilata una classifica in base alla quantità di verde presente nelle città italiane. Un metodo sicuramente poco funzionale al raggiungimento di un risultato ottimale, ma un passo in avanti per denunciare quali amministrazioni lavorano a favore dell'ambiente e quali no. Sicuramente molte città, come per esempio Milano, si sono dotate di un Regolamento del Verde che determina alcune scelte politiche e che permette ai cittadini di essere parte attiva nei processi decisionali. Selva Urbana si immagina foreste a perdita d'occhio e verde sopra gli edifici, una visione che mette al centro l'albero e l'ecosistema allo scopo di migliorare la vivibilità degli spazi e ridurre gli effetti del cambiamento climatico.

Quando è nata e quali sono gli obiettivi di Selva Urbana?
Selva Urbana è nata ufficialmente nel giugno del 2016, ma il progetto è iniziato nel 2013 grazie alla volontà e voglia di mettersi in gioco dei soci fondatori. Anche se inizialmente era un gioco, abbiamo sempre creduto giusto investire le nostre competenze personali e professionali nel sociale perché crediamo che il cambio di cultura possa esserci solo impegnandosi per un sogno irraggiungibile. Il nostro obiettivo è continuare a creare foreste urbane, finché ci sarà spazio da sottrarre alle nuove costruzioni, ai centri commerciali e alle strade. Non ci siamo posti un limite perché la Terra può continuare a mostrarci le sue bellezze solo se noi continuiamo a rispettarla e a darle vita.

Quanti eventi di forestazione partecipata avete organizzato finora e quali sono i prossimi in programma?
Dal 2016 a oggi abbiamo organizzato oltre 15 eventi di forestazione partecipata, ognuno con un numero crescente di Selvatici, così ci piace chiamare i soci e i sostenitori di Selva Urbana. Ogni anno organizziamo dai due ai cinque eventi di piantumazione partecipata nei comuni o nei parchi con cui collaboriamo. L’ultimo evento a porte aperte, che si è tenuto nell’ottobre dello scorso anno al Parco Nord di Bresso, ha visto la partecipazione di più di 500 persone tra under 30 e famiglie con bambini entusiasti di scavare e zappare. Nel 2021 pianteremo 1.400 alberi in cinque aree nell'hinterland di Milano. Le piantumazioni vengono effettuate sempre in autunno perché è in questa stagione che le piante hanno maggiore probabilità di sopravvivere. La date delle piantumazioni verranno pubblicate sulla newsletter o sui nostri social network.

Cos'è il forest bathing e come si può praticare in una metropoli?
Noto anche come bagno di foresta o shinrin-yoku il forest bathing è una pratica di connessione con la natura che si prefigge di aumentare il benessere, attenuare lo stress e incoraggiare il rilassamento. È un’esperienza di ascolto e immersione sensoriale profonda nell’atmosfera della foresta o del bosco, grazie alla quale le persone cambiano completamente il loro stato di percezione e consapevolezza e attivano risposte a livello biologico, neurofisiologico e psicologico che trasformano letteralmente il corpo, le sensazioni e la relazione con la vita. Non è necessario andare in un bosco per praticare il forest bathing, è possibile farlo anche in città. Infatti, con Diana Tedoldi, formatrice e coach professionista, Selva Urbana sta avviando un percorso di formazione volto a rendere ancora più connessi alla natura urbana i nostri soci.

Quali sono i consigli per praticare il forest bathing in città?
Secondo la sopra citata Diana Tedoldi prima di tutto bisogna individuare uno dei piccoli boschi presenti in città. Deve essere un luogo con una fitta vegetazione, una fonte d’acqua e i colori della flora. I grandi parchi, come il Parco Indro Montanelli o il Parco Nord a Milano, possono essere il luogo ideale per praticarlo. Una volta sconnessi dal mondo, si inizia a camminare lentamente a piedi nudi, rallentando il pensiero. Poi si deve scegliere un soggetto naturale che attira la nostra curiosità e si deve restare in contemplazione per una decina di minuti, assorbendo tutte le sensazioni che ci vengono trasmesse. Per ottenere dei benefici è necessario restare sul posto per almeno 30 minuti. Tra i numerosi benefici, il bagno di foresta diminuisce i marcatori di stress e migliora la qualità e la durata del sonno.