Avere un figlio preferito è tabù? Il prediletto è il maggiore o il minore? I genitori sono consapevoli di essere imparziali? Quanto queste dinamiche incidono sulla crescita e sull'autostima della prole? Quanto è diffusa la sindrome del secondogenito? Insieme di sintomi che, come conferma lo psicologo Kevin Leman In The Birth Order Book, portano il secondo figlio a essere influenzato negativamente dalla presenza del fratello maggiore e, nel caso non sia l'ultimo figlio, anche dei fratelli più piccoli questa sindrome fortunatamente non ha un'incidenza altissima. Non ne soffrono, infatti, i figli i cui genitori prestano attenzione e ascoltano i bisogni di tutti i loro figli in modo pressoché imparziale. I secondi figli con un'autostima molto bassa, molto gelosi, competitivi o che cercano in tutti i modi di attirare l'attenzione dei propri genitori al contrario potrebbero essere tali o avere queste caratteristiche accentuate a causa di una minore attenzione nei loro confronti da parte della loro madre e/o del loro padre. Un caso a parte sono i figli di mezzo. Nel libro Birth Order and You Donald W. Richardson, direttore clinico presso il North Shore Counseling Center, afferma che i "fratelli sandwich" possono avere crisi di identità essendo intrappolati nel continuo tentativo di essere adulti come i fratelli maggiori e più infantili come i fratelli più piccoli. Certo lo sviluppo cognitivo, emotivo, sociale o educativo dei bambini non dipende solo da questi fattori e poi non dimentichiamo che carattere e personalità sono molto più complessi e si sviluppano nel corso degli anni e attraverso un bagaglio sempre più grande di esperienze. Come sottolinea Cristina Noriega García, dottore in Psicologia e professoressa presso il Dipartimento di Psicologia, Università CEU San Pablo, nonché Terapista Familiare CEU Institute for Family Studies, in un articolo apparso recentemente su El Paìs lo sviluppo dei bambini è legato anche alla dimensione della famiglia, al sesso dei fratelli, agli anni di differenza, alle differenze fisiche, cognitive ed emotive, alle proiezioni dei genitori e a eventuali decessi o aborti. Nello stesso articolo del quotidiano spagnolo la psicologa Ana de Lucas sostiene che "i genitori quando sono alle prime armi prestano molta attenzione e commettono anche molti errori per inesperienza". Tuttavia, con il secondo o il terzo figlio, i genitori ne sanno di più, sono più rilassati, meno meticolosi e probabilmente hanno meno tempo da passare con l'ultimo arrivato. In sostanza ogni bambino inizia il proprio percorso di vita da un punto di partenza diverso da un altro anche se quell'altro è suo fratello. Aggiungiamo a questo il fatto che spesso i genitori chiedono al più grande di essere responsabile e al più giovane di ascoltare il più anziano. Il comportamento che ne consegue è un'espressione di quel ruolo, non del carattere di una persona. Da ciò consegue che non educhiamo i nostri figli allo stesso modo, perché non abbiamo la stessa esperienza e le stesse conoscenze tra il primo e i figli a venire, ma anche per praticità e per nuove divisione dei ruoli. I figli sono amati tutti allo stesso modo, ma i rapporti sono diversi, anche se cerchiamo di educarli con gli stessi valori e con le stesse regole. Molti studi sostengono che a causa delle maggiori aspettative dei genitori i fratelli maggiori tendono a essere più responsabili, ambiziosi, perfezionisti ed esigenti, esitano a uscire dalla loro zona di comfort, hanno paura di fallire e spesso ricoprono cariche di maggiore successo e meglio pagate. A volte addirittura prendono le veci dei genitori dal momento che si prendono cura dei fratelli più piccoli. Con i figli più piccoli, invece, i genitori tendono a essere più rilassati, tolleranti e indulgenti, consentendo loro di godere di una maggiore libertà. (Anche) per questi motivi i secondogeniti sono più indipendenti, socievoli, spiritosi e ribelli. I fratelli di mezzo, essendo tra i due fronti, tendono ad assumere ruoli conciliatori e di cooperazione e sono abituati ad adattarsi e a condividere mentre, infine, i figli unici ricevono e mantengono un'educazione simile a quella impartita al primogenito, con la differenza che sono "super-primogeniti" in quanto hanno l'onore e l'onere di avere sulle spalle tutto il sostegno e le aspettative dei genitori. Quali sono quindi le regole generali per creare rapporti sani ed equilibrati all'interno di una famiglia con figli? Gli esperti di educazione sconsigliano sempre i confronti sfavorevoli. Se si apprezza una caratteristica di un figlio è fondamentale assicurarsi di sottolineare poi un pregio per ogni altro figlio. Altri consigli semplici quanto preziosi: dedicare a tutti i figli lo stesso tempo di coccole, gioco e ascolto; consentire loro di scegliere il proprio percorso senza confronti né condizionamenti, ma anzi sostenendoli e incoraggiandoli; fare sentire ogni figlio speciale nella sua unicità; aiutare i figli ad amarsi e aiutarsi tra loro.