Dal 1964 l'Allegro Chirurgo è un modo di giocare al dottore che non implica il rischio di sexual tension, ma al massimo piccole scosse elettriche punitive in caso di contatto eccessivo con la pelle del paziente. Il gioco – uno dei primi funzionanti a batteria e certamente il più antico che sia ancora in vendita in un format immutato nella sostanza – consiste in un foglio di cartoncino su cui è rappresentato un tavolo operatorio. Nella versione originale vi è posato il corpo nudo di un uomo di mezza età con una riga in mezzo vagamente hitleriana e le rughe di espressione tipiche dei cattivi Disney degli anni Cinquanta (il riferimento esatto sono i miliziani di carta al soldo della Regina di Cuori nel primo Alice nel Paese delle Meraviglie). Quest'uomo che, nella versione italiana, per fugare ogni dubbio sulla sua moralità, si chiama Dario il malato immaginario, presenta varie cavità all'altezza di particolari organi, articolazioni o ossa. Queste cavità contengono piccoli oggetti in plastica bianca che simboleggiano le parti anatomiche corrispondenti e sono contornate da bordi in metallo che, in caso di urto contro le pinzette in dotazione, producono un ronzio e fanno accendere di rosso il naso del paziente (segno evidente che l'operazione non è andata a buon fine). Di solito il chirurgo di turno cerca di lavorare di fino e in religioso silenzio, mentre gli altri rumoreggiano sperando nell'errore che sarebbe fatale sia per la salute del paziente che per le probabilità di vittoria del rivale sotto stress. Per ogni organo estirpato senza incorrere nell'accensione della lampadina nasale una certa somma di denaro – più o meno alta, in base alla difficoltà dell'operazione – finisce nelle tasche del giocatore. Il modello sociale di riferimento è quello del sequel del Medico della mutua, in cui Sordi diventa primario della Clinica Villa Celeste: una corsia ipercompetitiva in cui mors tua vita mea non si applica solo alla rivalità con gli altri aspiranti medici di ruolo, ma anche alle aspettative di vita del paziente.

Anche l'Allegro Chirurgo è un importante rito di passaggio

La competizione finisce quando tutte le parti amputabili o asportabili dal corpo del paziente hanno lasciato le rispettive cavità (tutto va immancabilmente strappato via, come se fossero adenoidi o tonsille, anche quando è in gioco un cuore o un omero), confermando uno strano sospetto che – in chirurgia come nell'esecuzione della loure della Suite francese n. 5 di Bach – l'importante sia il levare. Il sanitario che ha collezionato più organi o ossa vince, dopo aver realizzato che le accensioni del naso e gli spasmi che le accompagnavano non erano solo spie di shock ma anche gli ultimi segni di vita di un corpo svuotato che ora giace esanime, pronto tutt'al più per un'eventuale imbalsamatura. Come tutti i giochi configurati sull'anticipazione di un mestiere o di un'attività "da grandi" (il Dolce Forno Albert, il Dyson giocattolo, i truccabimbi) anche l'Allegro Chirurgo è un importante rito di passaggio. Aiuta a prendere confidenza con qualcosa che dovrebbe essere fatto in modo responsabile facendolo in modo del tutto irresponsabile e possibilmente sulla pelle degli altri. Da un punto di vista squisitamente figurativo l'Allegro Chirurgo è l'uomo vitruviano dei giochi in scatola, ovvero la perfetta rappresentazione in chiave antidealialistica e caricaturale di almeno due o tre generazioni di essere umani e del loro rapporto col corpo umano. Dal punto di vista del gameplay l'Allegro Chirurgo – con i suoi effetti sonori e luministici, la destrezza richiesta, le tante iconiche componenti visive bidimensionali – è l’anello di congiunzione ritrovato tra il gioco da tavolo e il videogame. Winnie Pooh era già il merchandising di se stesso fin dalla prima illustrazione della prima bozza del primo libro di A.A. Milne, essendo di pezza già prima della sua commercializzazione come giocattolo. Così l'Allegro Chirurgo è nato già videogioco ante litteram tratto da un gioco in scatola. Non è un caso che neanche il fanciullo più votato alla solitudine e al nerdismo ne abbia accolto positivamente il reale porting della scatola sotto forma di videogame, preferendo di gran lunga la soddisfazione di una sessione in solitaria dell'originale, cercando di battere e ribattere il suo record personale di mosse minime per estrarre un pomo d'Adamo. I videogiochi chirurgici odierni come Osso Vr o quelli della serie Surgeon Simulator, che derivano tutti dall'Allegro Chirurgo, cercano disperatamente di preparare alla carriera medica o di far ridere come il loro progenitore in cartoncino e torcioni da 1,5 volt ma, nonostante gli sforzi profusi in fotorealismo o gag sanguinolente, niente sembra funzionare bene come quel naso rosso e quell'inconfondibile vibrazione. Riscoprire oggi il fascino dell'Allegro Chirurgo, magari grazie a una scatola vintage, potrebbe costituire finalmente la ventata di aria consumata che un intero settore industriale, quello legato al retrogaming, aspettava da tempo, soprattutto in un momento di corsa all'occupazione di ogni spazio disponibile in materia di nostalgismo ludico, in cui gli strateghi commerciali (vedi le ultime uscite di Apple Arcade) sono ormai costretti a rispolverare l'epoca d'oro delle app per iPhone annata 2012 (Ah, Angry Birds, proprio come ci giocava mia nonna!).

forniva ai giocatori un primo approccio con l'anatomia umana, canina, orchesca o simpsoniana

L'Allegro Chirurgo stimola la concentrazione e il coordinamento motorio, il senso dell'umorismo macabro e quello della venalità, così tipici dei medici di successo, oltre a presentare l'innegabile vantaggio di fornire ai giocatori più giovani un primo approccio con l'anatomia umana, canina, orchesca o simpsoniana, secondo la variante dell'originale che ne sceglierete dagli scaffali dei vecchi negozi di giocattoli o su Amazon (o, meglio, dagli store Amazon dei vecchi negozi di giocattoli). Negli anni ne sono state prodotte almeno una dozzina di versioni. Ce n'è una dedicata alla dissezione di Shrek e una incentrata sui disturbi di Spider-Man, ma non sono granché. È notevole solo la versione canina Allegro Chirurgo S.O.S Cucciolo che prevede, in caso di improvvida stimolazione delle pareti dell'intestino di Rex, suoni alternativi al classico ronzio come guaiti e puzzette. La peggio riuscita di tutte è quella dedicata al co-protagonista della serie The Mandalorian, il cosiddetto Baby Yoda. Le parti da estrarre sono sì riferite al corpo del piccolo Jedi ma, come per un guasto al regolatore della gravità artificiale nell'astronave del suo amico in armatura, sembrano fluttuare qua e là per un un tabellone che sembra decisamente tirato via. Non può essere ignorato infine lo sforzo dello youtuber italiano Luca Lattanzi che dell'Allegro Chirurgo ha realizzato una trasposizione a grandezza naturale e ci si è posizionato dentro, mentre due colleghe provvedevano a operarlo, restituendo all'antichissima pratica del role playing più antico del mondo (probabilmente precedente anche all'invenzione della stessa professione medica) almeno parte della dignità erotica che questo gioco gli aveva tolto. Per via della consueta ciclicità della storia nell'ultimo restyling Dario non solo si è ingentilito nei lineamenti ma è stato dotato di mutandoni, nel rispetto della migliore tradizione iconografica del manierismo romano (v. Daniele da Volterra detto il Braghettone, che ricoprì di lingerie le pudenda delle figure michelangiolesche della cappella Sistina).

Quello alle Farfalle nello stomaco resta saldamente l'intervento preferito dagli spiriti romantici

Insieme alla nudità, però, il tabellone ha perso parte dell'incisività umoristica di alcune patologie storiche. Il naming dei mali del paziente e delle parti del corpo a essi associate è ancora piuttosto spassoso (Acqua alle ginocchia, Prurito Galoppante, Costine alla brace), ma è stato in parte rivisto per limitare sia gli esiti più splatter che certe ambiguità semantiche. La versione classica aveva più organi reali e pretesa di didattica, quella moderna più metafore. Quello alle Farfalle nello stomaco resta saldamente l'intervento preferito dagli spiriti romantici, mentre l'estrazione della Caviglia del meccanico rispecchia meglio i gusti dei più materialistici. Alcune nuove patologie sono state proposte dal basso, come la Cefalea da gelato (Brain Freeze), introdotta solo nel 2004 dopo un sondaggio popolare, in cui vinse dopo un testa e testa di tutto rispetto contro Gomito del tennista e Stomaco brontolone. Ciò che negli anni Settanta, Ottanta e Novanta si chiamava, senza peli sulla lingua, "osso del desiderio" (la forcula presente negli uccelli e in altri teropodi, il wishbone dei polli), oggi si è tramutato sottilmente in "osso dei desideri", eliminando con ingiustificata pruderie il rischio che l'oggetto di quella brama potesse considerato uno solo. I doppi sensi erotici, in effetti, sembrano l'unica cosa di cui, recuperando tutto il modernariato possibile dagli ultimi decenni del secolo scorso, la cultura contemporanea non possa avere ancora nostalgia, con buona pace di Donatella Rettore e Marcella Bella, rispettivamente per le categorie rettili e feline. Nonostante questo l'Allegro Chirurgo possiede ancora il dono di risultare esilarante con pochi e semplici mezzi e di mettere insieme, in corso d'opera, figli, genitori e nonni. Non ci giochi per vent'anni e ti fa ancora sbellicare per quello che ti faceva sbellicare la prima volta: perlopiù voci incontrollate e pazzesche sulle più basilari funzioni fisiologiche, frutto di quel gossip anatomico infantile che è surreale come un goal di Zoff, di testa, su calcio d'angolo. Alle quali voci va aggiunto il fatto che, sei ci stai giocando a quarant'anni, lo stai facendo probabilmente a mo' di drinking game.

Consideravamo una partita vinta senza errori alla stregua di un pretest al San Raffaele

Un'altra componente interessante del gioco è quella offerta dagli insight psicoattitudinali rispetto ai suoi piccoli e grandi partecipanti. Come tutti i giochi con tutto sommato poche regole e molta libertà di interpretarle (insieme di cui fanno parte anche esperienze come Il pirata Pop Pop o l'esistenza stessa) anche l'Allegro Chirurgo può servire a mettere in luce, oltre ai pregi, anche i difetti dei suoi giocatori, nonché dei loro genitori. Essendo espressione ludica dell'american dream di fine anni Sessanta, per l'Allegro Chirurgo non bastava proclamare un vincitore. Bisognava rendere il suo successo monetizzabile. Infatti, oltre alle carte che contenevano le descrizioni degli interventi, le scatole storiche prevedevano anche mazzette di banconote dedicate. La conseguenza di ciò è che anche in Italia, soprattutto negli ambienti più allineati con la visione del mondo generata da sit-com con un capo famiglia laureato in medicina e danaroso, come i Robinson, le mamme finivano per osservare molto attentamente le giocate degli amichetti con la mano più ferma, considerando una partita vinta senza errori alla stregua di un pretest al San Raffaele. Alcune cominciavano a fare anche i conti in tasca ai concorrenti più in vista nel circuito dei compagni di scuola. Le più fredde e calcolatrici arrivavano a ipotizzare quanto il piccolo Luca avrebbe potuto guadagnare asportando tutti e 12 gli organi in 30 minuti (Fanno almeno diecimila euro l'ora, ma ti rendi conto?), mentre un buon partito mancato scuoteva il capo con studiata rassegnazione, annunciando "Non c'è stato niente da fare", al termine di un tentativo di rimozione di un Cuore infranto. I giocatori che, fra un'amputazione e l'altra, invece di procedere a fatturare, perdevano del tempo prezioso per leggere battute stampate sulle carte o, ancora peggio, ne ridevano, venivano considerati alla stregua di potenziali studenti di lettere moderne e dunque inadatti a essere ricevuti nonché a procreare, e allontanati alla prima occasione utile. L'elemento più triste della lunga storia dell'Allegro Chirurgo è il destino del suo inventore, John Spinello, infausto forse solo come quello dell’inventore del Segway, che si dice precipitò in un burrone a bordo della sua creazione. Dopo aver rinunciato, per soli 500 dollari, a ogni diritto sul suo progetto (che ha fatto guadagnare ai suoi licenziatari oltre 40 milioni di dollari in totale), finì così male in arnese da essere costretto, nel 2014, a lanciare una campagna di crowdfunding perché non poteva permettersi proprio un’essenziale operazione chirurgica. La cifra necessaria (25.000 dollari) fu raggiunta grazie anche alla vendita di alcune copie autografato del gioco e del suo prototipo. In sostanza il povero Dario, in un twist narrativo niente male, se non fosse per l'ovvio disagio provato dal suo protagonista, non sarebbe affatto un malato immaginario qualunque, ma un malato reale preciso: una prefigurazione del destino dello stesso Spinello che si era autorappresentato a cuore aperto sul tavolo operatorio, mentre i magnati dell'industria dei giochi in scatola si avvantaggiavano economicamente delle sue budella.