Kick Kennedy (vero nome Kathleen Agnes) era la preferita di suo padre Joe e la “gemella psicologica” di suo fratello maggiore Jack, ovvero John Fitzgerald o JFK, che sarebbe diventato il Presidente Kennedy. Ha vissuto sotto i riflettori in Inghilterra, dove è inaspettatamente diventata una star dell'aristocrazia britannica. Ha sposato William “Billy” Cavendish, marchese di Hartington, ma il matrimonio non è durato a lungo. Dopo la morte del marito nella Seconda guerra mondiale, Kick iniziò una relazione con Peter Wentworth-Fitzwilliam, ottavo conte Fitzwilliam, un aristocratico ancora più benestante ma sposato. La sua vita scandalosa è stata raccontata da Barbara Leaming nella nuova biografia Kick Kennedy: The Charmed Life and Tragic Death of the Favorite Kennedy Daughter, di cui pubblichiamo un estratto.

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Il 29 aprile 1947 Kick Kennedy era di umore contemplativo mentre si avvicinava l'ora in cui la nave Queen Elizabeth, sulla quale aveva viaggiato dall'America, avrebbe attraccato a Southampton, Inghilterra. La causa di tanta meditazione era una teenager americana di nome Sharman Douglas che, con tutta la vita davanti, ricordava a Kick la ragazza che lei stessa era stata dieci anni prima. Lewis Douglas era il nuovo ambasciatore alla corte di sua maestà e la sua vivace figlia Sharman stava viaggiando con la madre per raggiungerlo all'ambasciata americana. «Mi sono sentita piuttosto sentimentale nel vedere questa ragazza di 18 anni andare a Londra per la prima volta, come feci anche io», Kick scrisse dalla nave alla famiglia Kennedy che era appena andata a trovare, «anche se le glorie di un tempo sono ormai svanite».

Ai suoi tempi Kick era stata una delle debuttanti più popolari di tutta Londra. Aveva rapidamente e velocemente penetrato il mondo sigillato degli aristocratici cugini inglesi. Era stata corteggiata da diversi giovani nobili. Si era innamorata dell'erede di un duca, William “Billy” Hartington, e con assolute insistenza e ostinazione era riuscita a mantenere vivo quell'amore di fronte a ostacoli monumentali. Si era divisa tra dilemmi etici e religiosi (lei era cattolica, lui anglicano) ed era riuscita infine a prendere una decisione che le mettesse il cuore in pace. Era diventata una moglie e poi una vedova in pochi mesi. Si era preparata a un futuro scintillante e quel futuro era stato brutalmente spazzato via dalla pallottola di un cecchino tedesco. Aveva sopportato ed era riemersa da un dolore paralizzante. Si era trasferita in una nuova casa da sola, dove aveva inaugurato a un salotto politico. E ora, anche se ai Kennedy parlava nostalgicamente di glorie svanite, sentiva di avere un'altra possibilità, non solo per ritrovare quelle glorie, ma forse persino di superarle.

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Kick Kennedy con il marito Billy Cavendish, marchese di Hartington.

Uno degli uomini più ricchi della Gran Bretagna voleva sposarla, un uomo che lei trovava attraente come nessun altro e che ammirava come un eroe della lotta sociale di quel dopoguerra. Questa volta, però, avesse anche acconsentito a diventare la seconda moglie di Peter Fitzwilliam, sembrava improbabile che trovasse un modo per mettersi il cuore in pace con quella decisione. Nonostante Kick avesse sfidato in passato sia la famiglia Kennedy che la chiesa di Roma, non aveva mai smesso di ritenersi una cattolica: per lei i principi di quella fede erano preziosi. Quando sposò Billy Hartington, aveva accettato di abbandonare il cattolicesimo solo per acconsentire che qualsiasi figlio avrebbero avuto sarebbe stato cresciuto da anglicano. Ai tempi di quell'iniziale tuffo di Kick nel mondo dell'aristocrazia, nel 1938, i principi cattolici le erano già stati inculcati a lungo e nel profondo. E quindi, nonostante tutte le esperienze, lì erano anche rimasti.

Queste le contraddizioni della natura di Kick, che a volte andava persino in ritiro in conventi la cui atmosfera «tranquilla e pacifica», come la descriveva nell'estate sentimentalmente turbolenta del 1947, era un toccasana. Come cattolica praticante Kick era profondamente turbata dal fatto che Peter fosse sposato e il suo straziante conflitto non era solo con la sua famiglia e con la chiesa romana ma soprattutto con se stessa. Questa volta nessuno poteva dire o fare niente per alterare la sua convinzione che sposarlo sarebbe stato un peccato. Nel corso della sua seconda visita negli Stati Uniti dopo la guerra, tra febbraio e aprile, Kick si era trattenuta dal parlare di questo dilemma con la sua famiglia, che a quel tempo non sapeva nulla della relazione con Peter Fitzwilliam.

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Peter Fitzwilliam, amante di Kick, con la moglie Obby.

Suo fratello Jack, JFK, sarebbe stato il primo membro della famiglia con cui avrebbe affrontato l'argomento. Appena eletto per rappresentare l'undicesimo distretto alla Camera dei Rappresentanti – con una campagna elettorale che Kick aveva seguito a distanza con interesse ed entusiasmo – Jack Kennedy era venuto in Inghilterra quell'estate in missione per il Congresso. Nel corso della visita raggiunse Kick a una festa che aveva organizzato al castello di Lismore. In quell'occasione Kick disse a Jack di essere innamorata di Peter, paragonandolo a Rhett Butler di Via col vento, e lo pregò di non dire nulla ai loro genitori finché non li avesse lei stessa incontrati nella sua prossima visita negli Stati Uniti, prevista per i primi mesi del 1948.

Per il ritorno Kick aveva prenotato un biglietto sulla nave Queen Elizabeth, che salpava da New York il 22 aprile 1948. Prima di ripartire aveva raggiunto Joe e Rose, i suoi genitori, per la riapertura del Greenbrier Hotel a White Sulphur Spring, in West Virginia, dove loro avevano trascorso la luna di miele trentaquattro anni prima. Kick continuava a rimandare la faccenda dei suoi piani matrimoniali fino all'ultima sera. Immediatamente volarono parole grosse tra lei e sua madre. Rose Kennedy affermò che se Kick avesse commesso il peccato di sposare un divorziato, sarebbe stata subito tagliata fuori dalla famiglia, non soltanto dai genitori ma anche da tutti i fratelli. La minaccia fece vacillare Kick, anche se Rose forse non sarebbe stata in grado di realizzarla completamente. A darle ulteriore angoscia era suo padre: presente nella stanza e in completo silenzio, sembrava essere d'accordo con Rose, sia riguardo il matrimonio, sia l'allontanamento.

Quando Kick tornò a Londra senza accettare di rompere con Fitzwilliam, Rose non si rivolse a intermediari né si face ricoverare in ospedale, come aveva fatto quando cercava disperatamente di evitare il matrimonio della figlia con Billy Hartington. Questa volta l'indignata matriarca seguì Kick fino a Londra, dove le due donne continuarono a litigare per quattro giorni. Nel caso Kick si fosse dimenticata di qualche dettaglio, Rose ribadì ancora la posizione della chiesa cattolica riguardo il divorzio e rinnovò le minacce di espulsione dalla famiglia. Le chiese anche di abbandonare la sua vita a Londra e di tornare subito con lei negli Stati Uniti. Eppure, quando la guerra verbale giunse al termine, la madre non riuscì a far desistere la figlia dai suoi propositi matrimoniali. E nemmeno riuscì a cancellare le speranze di Kick che ci fosse ancora qualcosa che il caro vecchio Joe potesse fare in favore della figlia e del suo amato. Per quanto Kick fosse cresciuta e cambiata in quegli anni, non aveva mai smesso di credere nel potere del caro paparino di rimettere sempre le cose a posto.

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La piccola Kick con i suoi fratelli. Da sinistra: Joe junior, Jack, Rosemary, Kick ed Eunice.

Presto, la notizia che Joe Kennedy stava programmando di visitare Parigi a maggio sembrò l'occasione perfetta. Kick e Peter dovevano andare a Cannes nello stesso periodo e lei chiese al padre se potessero passare a trovarlo. Il padre accettò di pranzare con loro due al Ritz Hotel di Parigi sabato quindici. Peter era determinato a sposare Kick non appena avesse divorziato dalla moglie. Due giorni prima del pranzo al Ritz, Kick e Peter erano in viaggio per Cannes su un aereo “de Havilland Dove” a dieci posti e si erano fermati all'aeroporto Le Bourget, vicino a Parigi, per fare rifornimento. D'impulso Peter telefonò a un paio di amici parigini per pranzare insieme sugli Champs-Elysées. Quando lui e Kick ritornarono all'aereo, due ore e mezza più tardi, il pilota insisteva che le condizioni meteo turbolente non rendevano sicuro il volo: ogni tentativo di raggiungere Cannes avrebbe richiesto di passare attraverso una tempesta. Peter, tuttavia, semplicemente non concepiva l'idea di rimandare il volo. Sfidando gli elementi, Peter pretese in collera che l'aereo partisse subito. Alle tre e venti del pomeriggio quindi l'aereo partì per Cannes con a bordo Peter, Kick e due membri di equipaggio.

Anni dopo, Jean Lloyd, amica di Kick, ancora ricordava la confusione di quella chiamata notturna, 'chi mai potrà essere a quest'ora?' Si svegliò e all'altro capo del telefono sentì la voce famigliare di Tom Egerton, un caro amico dell'ex cognato di Kick, Andrew Hartington, che era stato ospite di Jean e suo marito. Tom spiegò che Kick era rimasta uccisa in un incidente aereo in Franciacon Peter Fitzwilliam. La reazione di Andrew fu immediata: si vestì e lasciò casa prima dell'alba per evitare la ronda di giornalisti. Il suo scopo era evitare che Kick o la famiglia Hartington fossero menzionati sui giornali insieme alla sua relazione con un uomo sposato. Grazie al suo intervento, i giornali scrissero semplicemente che Lady Hartington e il conte Fitzwilliam erano passeggeri di uno stesso volo. Kick, dissero, era in viaggio per Cannes quando a Parigi incontrò per caso Peter Fitzwilliam, anche lui diretto lì, che le offrì un passaggio sul suo jet privato.

Nel frattempo Joe Kennedy venne a sapere dell'incidente mentre si trovava a Parigi e si mise subito in viaggio per Privas, una cittadina a dieci miglia dal luogo dove era precipitato l'aereo nel mezzo della tempesta. Al momento del suo arrivo stavano ancora trasportando i corpi verso Privas su un carro trainato da buoi. Kick era stata identificata con l'aiuto del passaporto americano e il suo cadavere era stato ritrovato sulla terra fradicia di pioggia non lontano dall'aereo distrutto. Stava a Joe Kenendy, tuttavia, compiere la definitiva identificazione di quella che aveva descritto come «la preferita dei suoi figli», come riportato in un racconto di Rose a Nancy Astor. Fino a quando non la vide di persona, Joe conservava una flebile speranza che ci fosse stato un errore. Ma alla fine, quel venerdì notte, quando i quattro corpi (di Kick, Peter, del pilota e del tecnico radio) furono portati al municipio di Privas, Joe riconobbe la figlia in quella giovane donna con la mandibola rotta e una profonda lacerazione sulla parte destra del viso.

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Joe junior, Kick e Jack Kennedy il 3 settembre 1939.

La madre Rose si rifiutò di viaggiare fino in Inghilterra per assistere alla sepoltura della figlia. E nessun altro membro della famiglia Kennedy volò dagli Stati Uniti per vederla. Persino Jack, che all'inizio aveva detto ci sarebbe stato, alla fine mancò di presenziare. Lui, Rose e gli altri tennero un servizio funebre a Hyannis Port, Massachusetts. Joe, nel frattempo, era quindi l'unico membro della famiglia al funerale. E mentre si trovava a Londra nemmeno la sua monumentale tristezza riuscì a trattenerlo dall'importunare la sorella ventiduenne di Billy, Elizabeth Cavendish.

Il fatto che Kick sia stata sepolta nel terreno dei Cavendish con un'iscrizione come vedova del marchese di Hartington e che diversi membri di quella famiglia si siano radunati sulla tomba per salutarla ha contribuito ad associarla definitivamente, sia all'epoca che oggi, alla famiglia del marito defunto. Anche se al momento della sua morte lei stava per sposarsi con un membro di una dinastia rivale.

via harperbazaar.com