Se l'amate la riscoprirete. E se invece non l'avete mai letta, sarà una grandiosa scoperta. Perché il film tutto dedicato alla sua vita, è un capolavoro poetico che parla con e della sua poesia. Emily Dickinson, una delle artiste americane più amate del secolo scorso, ritorna poeticamente nel lungometraggio A quiet passion diretto dallo sceneggiatore e regista inglese Terence Davies, (Voci lontane...sempre presenti, La casa della gioia) che trova, in questo controverso personaggio, un ottimo spunto per mettere a frutto il suo passato di fine conoscitore dell’animo femminile.
Emily nasce ad Amherst nel Massachusetts nel 1830. E' figlia di Edward Dickinson avvocato e politico e di Emily Norcross. Ha una sorella Lavinia e un fratello Austin. Tutta la sua vita gira attorno a questo universo familiare, ai suoi membri a cui era legata in modo quasi claustrofobico. E il film - quasi una pièce teatrale fatta di interni e pochissimi esterni, tra cui il giardino di casa - racconta proprio quell'universo in cui Emily scelse e decise di vivere, pressoché da segregata, tutta la sua vita.
Una vita fatta di piccoli gesti, capace di trasmettere, però, lievità e sensazioni fortissime. Una vita di una donna molto forte, una ribelle sotto mentite spoglie, quasi una femminista ante litteram.
Inflessibile, decisa, pronta sempre a sostenere - contro tutto e tutti - la sua opinione. Sin dalla prima scena di apertura del film quando si rifiuta di piegarsi al terrore di Dio, cristiana sì, ma libera di essere, di scegliere, e prima di tutto libera di capire e ragionare con la sua mente.
Il regista si sofferma sui visi e sulle parole che sono in realtà le poesie che ogni giorno, o meglio ogni notte, Emily scrisse per tutta la sua vita. Quei visi, il suo e quello dei familiari, che scorrono o meglio sfumano dalla giovinezza alla maturità, e che sono i visi e gli affetti dell'intera vita di Emily, una vita travagliata e sofferta. Una trasgressiva giovinezza e una vita adulta da reclusa. Sempre alla ricerca di amore, o meglio di un amore.
A interpretare il ruolo della poetessa americana, CynthiaNixon, già icona femminista in Sex & the City nel ruolo dell’avvocatessa Miranda. Un'interpretazione perfetta. Anche grazie agli scoppiettanti dialoghi tra lei e le amiche, tra lei e la sorella e fratello, tra lei e l'amatissimo padre. Dialoghi che ci fanno comprendere quando Emily fosse intelligente, con una mente vivace capace di sottolineare nelle sue poesie il mondo e la società del suo secolo.
Nel cast anche il premio Oscar Keith Carradine nel ruolo del padre, Jennifer Ehle che interpreta la sorella (Orgoglio e Pregiudizio, Il discorso del re) e Emma Bell (Frozen, Final Destination) nel ruolo di Emily da giovane.
Un film che ci permette di penetrare realmente nelle pieghe nascoste della grande letterata, fine conoscitrice dell’animo femminile e nella sua misconosciuta storia. Un film, stupendo, lieve e che, seppure lungo (dura più di due ore) riuscirà a coinvolgervi per scoprire una grande poetessa. E una grande donna. Poesia pura. Come l'ultima lettera che Emily scrisse a se stessa - una poesia ovviamente - che compose per il suo funerale poco prima della sua morte.
“Questa è la mia lettera al Mondo
Che mai non scrisse a Me -
Semplici Notizie che la Natura raccontò -
Con tenera Maestà
Il suo Messaggio è affidato
A Mani che non posso vedere - Per amor Suo - Dolci - amici cari -Giudicate teneramente
Me.".