1967. Elio Fiorucci, un giovane italiano tornato da Londra, pieno di speranze e di voglia di fare, decide di aprire il suo primo negozio a Milano in Galleria Passarella. Quel negozio non era e non sarebbe mai stato solo un negozio. Con le sue collezioni Fiorucci ha da sempre voluto veicolare e vendere un'idea unica di mondo: la sua. Un mondo coloratissimo, che non si prende troppo sul serio e apolitico in radicale opposizione con il grigiore ideologico che si respirava nel nostro Paese in quegli anni. Un concept-store ante litteram in cui non si vendeva l'anima al capitalismo, ma l'anima del capitalismo. Nel 1983 ospitò la prima personale di Keith Haring, portando la New York Beat in Italia e prima di tutti. Nello stesso anno il mitico Studio 54 di Andy Warhol riapre appositamente per celebrare i 15 anni dell'apertura del negozio Fiorucci in San Babila (come dire, un omaggio d'autore). Ora a Venezia l'idea di bellezza di Elio Fiorucci torna a essere pura arte.

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La mostra EPOCA FIORUCCI aprirà al pubblico a Venezia dal 23 giugno e sarà ospitata nella splendida cornice di Ca' Pesaro. Fino al 6 gennaio avremo la possibilità di vedere la filosofia Fiorucci, perdendoci nella poesia cromatica e ordinatamente caotica di uno dei geni indiscussi della moda italiana. L'allestimento è circense al massimo: un misto tra una Wunderkammer, un film di Fellini e una mostra sulla pop-art. Lo spazio è riempito di neon coloratissimi, cerchi appesi con nastri che pendono dal soffitto a travi "usati" sia dagli iconici nani come altalene piuttosto che come appendini per gli abiti.

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Giada Biaggi
EPOCA FIORUCCI (2018)

La mostra è arricchita anche dai cartelloni delle mitiche campagne pubblicitarie scattate da Oliviero Toscani che celebrano la libertà sessuale delle donne negli iconici jeans Fiorucci (che tutte abbiamo riesumato dall'armadio delle mamme) piuttosto che le testimonianze video dell'eredità Fiorucci di tanti amici tra cui il celebre storico dell'arte, appena scomparso, Gillo Dorfles, al quale è dedicata la mostra. Il fatto che una mostra sulla moda sia ospitata in un museo d'arte è di per sé un fatto rivoluzionario; la moda al pari delle altre arti ha bisogno di essere esposta perché al pari della altre arti ha bisogno di costruirsi una propria storia (parola di Dorfles).

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Giada Biaggi
EPOCA FIORUCCI (2018)

"La gente mi ha sempre detto che amava il negozio Fiorucci perché era un posto dove ci si sentiva amati, dove c'era la musica, delle belle ragazze. Una terapia dell'amore. Oggi voglio continuare a dire che essere gentili è un dovere di tutti noi. Si possono fare le cose per amore", così Elio riassumeva la filosofia del negozio Fiorucci. Un posto in cui si può comprare qualcosa per amore. Sulla scia di questo sentimentalismo, all'interno del museo è stato creato un negozio Fiorucci, dove tutti avremo la possibilità di ri-acquistare pillole di trasgressione del fu periodo d'oro di Fiorucci. La #lovetherapy questo giro batte Freud?

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Giada Biaggi
EPOCA FIORUCCI (2018)