Ogni tanto leggi i giornali e non ci capisci più niente. Boom della poesia, dice il National Endowment of the Arts. La poesia è morta, dice il Washington Post. Stavo cercando qualche dato, perché il mese scorso piazza Saint Sulpice a Parigi era piena di poeti, per il 35 anno del Mercato della Poesia. A me sembrava che effettivamente godesse di ottima salute. Edizioni limitate, illustrate, carta pregiata, titoli affascinanti, volti sorridenti.

Lì a piazza Saint Sulpice ho scoperto anche Voix Vives de Méditerranée en Méditerranée, che da più di 20 anni celebra ogni estate la poesia dei paesi del Mediterraneo. È un festival itinerante, ha anche un’edizione a Genova in seno al Festival Internazionale della Poesia di Claudio Pozzani. Che a luglio porterà 5 dei nostri poeti in Languedoc per l’edizione francese di Voix Vives, insieme a poeti di altri 40 paesi. Poi in agosto tutto si sposta a Ramallah. Ai primi di settembre Toledo, a chiudere l’antologia in più lingue pubblicata ogni anno da Bruno Doucey. Molti dei paesi che partecipano sono in guerra:

Casa nostra aveva finestre
Che davano sui cipressi e sui pioppi
Prendevano in prestito l’ombra degli alberi
E gli alberi risuonavano di segreti
Quando i soldati vollero distruggere
la nostra casa
Ne furono terrorizzati
Non riuscirono a farle alcun danno

Hala Mohammad

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Courtesy photo Eric Morere

La missione di Voix Vives: poesia per tutti, contro alla percezione comune di una forma vetusta ed elitista. Diffondere la poesia perché, come racconta a Jean-Marie Dinh la fondatrice di Voix Vives Maïthé Vallès-Bled, “Questa forza sotterranea che ci muove alla comprensione dell’altro, ci permette di capire meglio anche noi stessi. È un cammino di pace che si dispiega”. Maïthé, che tipo. Dice al giornale L’Humanité: “Aragon diceva che la donna è il futuro dell’uomo. Io penso che la poesia sia l’avvenire dell’umanità. In quest’epoca in cui ci si occupa poco delle cose essenziali e si sfuggono le domande profonde, la poesia apre un collegamento che manca. Il nostro festival è militante perché la poesia, per esistere, ha bisogno di esser sostenuta da una serie di gesti d’ingaggio consapevoli e costosi.”

Crowd, Vehicle, Event, Sail, Tall ship, Watercraft, Tourism, pinterest
Courtesy photo Hutchinson

Io credo la Camargue e il Languedoc siano un’ottima meta per un viaggio quest’estate. Sète è la Venezia francese: nelle acque ferme delle sue paludi, con un po’ di pazienza, ho come la sensazione che si possano ascoltare tante storie. Soldati dei tempi antichi, pescatori e commercianti, trobadour dell’amor cortese. Gitani, che qui tornano ogni anno a maggio per venerare Sara la Nera. Le storie di quasi 50 anni di foto ai Rencontres de la Photographie di Arles. Le storie beffarde della spiaggia di Sète: quando affonda la barca, si salvi chi può, per primo il pastis.