Sharon Stone, Andie Mac Dowell e Michelle Pfeiffer: cosa hanno in comune? Sono tutte 60enni belle, forti, eleganti, che hanno conservato glamour e sex appeal. Esempi confortanti di come si possano allegramente spegnere 60 candeline e passare oltre (lasciando una scia di buon profumo). Perché i sixty di oggi sono i forty di ieri, come assicurano una volta per tutte le giornaliste di moda Daniela Fedi e Lucia Serlenga in Donne 6.0. Il lato forte di una certa età (Cairo editore). È il loro terzo libro insieme (dopo Alla corte di re moda e Curvy) e suggeriscono consigli preziosi per sexigenaire comme il faut e "bellessere", ovvero il mix vincente di bellezza e benessere che può trasformare in amico il tempo che passa. Emblematica la data di nascita delle 60enni odierne, il 1958, anno in cui in America veniva commercializzata la pillola anticoncezionale, rivoluzione di portata epocale che diede alle donne il libero arbitrio. Non più macchine da riproduzione e maternità imposta, ma la possibilità di decidere se, come e soprattutto quando essere madri. Una generazione di donne decisamente più libere, eppure quanto fanno ancora paura i 60 anni? Lo abbiamo chiesto alle autrici.

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Courtesy delle autrici
Daniela Fedi e Lucia Serlenga

Lucia: Secondo me molto, perché il tempo che scorre è avvertito come una sorta di sottrazione. Nel libro vogliamo dimostrare che ci sono ancora delle opportunità e bisogna saperle cogliere. Abbiamo vissuto sulla nostra pelle difficoltà ed emozioni di questa età e diamo suggerimenti per non avere paura e mantenere uno sguardo aperto su quella che definiamo “Golden age”.
Daniela: «Bisogna essere spiritose e prenderla sul ridere; ma non dobbiamo prenderci in giro continuando a inseguire inutilmente i 20 anni. Inoltre è sbagliato lamentarsi e lasciarsi dire che siamo in forma per l’età che abbiamo. Lo afferma la scrittrice, giornalista e attivista Ashton Applewhite nel suo manifesto contro l’ageismo Il bello dell’età.

Menopausa, rughe e forza di gravità che vince sempre: istruzioni per l’uso?
L. Fregarsene.
D. La prima è un evento naturale della vita da non nascondere né spettacolarizzare, ma da gestire con intelligenza e buon senso. Le rughe, come diceva la Yourcenar, che ne era piena, è importante non averle nel cervello. Non va bene diventare rugose come un vecchio capo Sioux, ma neanche trasformarsi in cerbiatte impagliate. E per il resto si può e si deve mantenere una certa tonicità facendo del movimento fin da giovani, aiuta anche una certa tenuta emotiva.

C’è un’età in cui conviene iniziare a prepararsi al fatidico compleanno?
L. È bene cominciare almeno dai 35 anni, quando si è nel pieno della bellezza; per esempio evitando errori come prendere il sole senza protezione. Poi curare l’alimentazione, l’attività fisica e tutto quello che ci fa stare bene con noi stesse.
D. I 35 sono la deadline e da lì in poi iniziano i processi d’invecchiamento, da contrastare più possibile. È anche il momento di iniziare la prevenzione con esami mirati.

Sharon Stone, Isabella Rossellini, Brigitte Macron e tante altre sono esempi incoraggianti, ma giù dall’Olimpo come se la passano le comuni mortali?
L. Scrivendo il libro mi sono guardata intorno ed ho scoperto molte 60enni intelligenti, brillanti, ironiche e giustissime. Altre se la cavano meno bene. Fondamentale è avere anche buona salute.
D. Tra le mie amiche in questa fascia di età c’è chi è crollata, magari perché mollata dal marito per una più giovane; un’altra che era bellissima, adesso non si rassegna e al posto degli zigomi ha due mandarini cinesi; altre invece si sono lasciate arrivare addosso gli anni con estrema grazia.

Nella Golden age dei 60 quali sono i punti di forza su cui investire?
L. Sono compresi nel nostro decalogo per diventare W.H.I.P “Women who are Hot, Intelligent, and in their Prime”, ovvero donne attraenti, intelligenti e nel fiore degli anni. Bisogna guardarsi dentro profondamente e puntare su valori importantissimi, a partire dalla resilienza che è la capacità di trasformare le cose negative in opportunità positive. Si può imparare a farlo dando le giuste priorità …e a 60 anni si può dire che al primo posto ci siamo noi. In tutta questa geografia occorre sensibilità, saper individuare le cose che davvero ci interessano ed eliminare quelle che ci appesantiscono, sia nella testa che materialmente.
D. Il nostro cervello, l’impagabile esperienza che abbiamo acquisito, il disincanto, ma allo stesso tempo la capacità di incantarci ancora per qualcosa.

Errori da evitare?
L. Non pensare che il tempo stia finendo e che tutte le opportunità siano già state spese. I 60 anni sono un periodo altrettanto significativo dei 20, 30 o 40. Uno degli errori fatali è vestirsi da 18enni.
D. Non pretendere di fare performance da ragazzina, ma neanche da donna anziana che pensa di non avere più vita davanti a sé.

Si o no a lifting, punturine e aiuti chirurgici vari per annullare gli anni?
L. A volte piccoli interventi, per esempio la blefaroplastica per rimediare ad occhi appesantiti, possono essere necessari. Invece non approvo la trasformazione totale del viso, perché vuol dire non aver fatto pace con noi stesse e il nostro corpo.
D. Non sono contraria a correzioni minime; sbagliato diventare una brutta copia di Ivana Trump.

Può capitare che intorno ai 60 anni gli uomini in andropausa perdano la testa per donne più giovani e lascino la moglie, come superare questo momento?

L. È uno dei peggiori, occorre avere ironia e non pensare che sia la fine del mondo. Entra in campo l’autostima e può essere l’occasione per ricominciare a considerare se stesse non più in funzione di un matrimonio a volte troppo simbiotico. Scherzando diciamo di prendersi due uomini di 30 anni, oppure uno da 60…che però sia quello giusto.
D. Questa è anche l’età in cui si deve affrontare il dolore: per un abbandono, la morte di genitori e dei coetanei o la perdita del lavoro. Fase difficilissima, ognuno ha la sua ricetta. La parola chiave è resilienza. Il dolore arriva e bisogna imparare a gestirlo bene. Nel caso di un divorzio, meglio non buttarsi sul primo che capita, perché rimpiazzare un cretino con un altro cretino non ha senso».

Donne cougar e toy boy: pro e contro della gestione di rapporti con uomini più giovani?
L. Non so quanto spessore abbiano queste relazioni, a volte sono più che altro una ripicca nei confronti dell’ex partner che ci ha fatto soffrire. Sarebbe meglio aspettare la persona più giusta… e se non arriva, trovare il senso della vita in altri modi: nell’amicizia e in nuovi interessi.
D. Ogni coppia ha la sua verità. Un’amica che di toy boy ne ha collezionati sostiene: “Meglio un coetaneo a cui non devi spiegare che il clitoride non è un poeta greco del VI° secolo a.C.”.

Della coppia Brigitte Macron e marito cosa pensate?
L. Sembra un grande amore che funziona, e va bene così.
D. Tutti sottolineano la loro differenza di età, la stessa che corre tra Melania e Trump, di cui però non si parla. La premier dame francese è stata abilissima nel dirottare l’attenzione su gambe toniche e gonne corte -da non imitare- facendo passare in sordina lo scandalo del rapporto con un minorenne all’epoca in cui era la sua insegnante. Ha trasformato una relazione discutibile in un matrimonio borghese riuscitissimo.

La moda considera il target delle 60enni?
L. No, perché pensa che gli unici interlocutori siano i millenials. Però è talmente prolifica che anche le 60enni trovano degli outfit. Nel tempo dovremmo aver maturato un nostro stile e saper scegliere le cose giuste per noi. I pezzi classici sono sempre formidabili perché puoi giostrarli come vuoi. Attenzione invece alle fantasie esagerate.
D. È assurdo che la moda non consideri chi ha oltre i 40 nel senso dei chili e 22 in quello degli anni. Il 60% delle donne veste la 46, taglia “della vergogna”; mentre l’invecchiamento della popolazione è sotto gli occhi di tutti. Eppure le griffe pensano di lavorare per un mondo di 20enni anoressiche. Poi ci sono eccezioni come Maria Grazia Chiuri che ha svecchiato un marchio storico come Dior, rendendolo moderno e considerando i cambiamenti di età e fisico».

Se poteste tornare indietro a che età vorreste planare?
L. Ai 40, età meravigliosa in cui il lavoro è consolidato, magari c’è un compagno e ancora tempo per dei figli. Ma sono contenta dell’età che ho perché ho fatto tanti passi e imparato molte cose che mi hanno resa più introspettiva, meno in balia degli eventi e delle persone.
D. Anche io rivivrei i 40-50 anni, in cui ho avuto le più grandi soddisfazioni professionali. Però quanto a consapevolezza e creatività in questo momento sono un leone e non tornerei indietro.

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Courtesy Cairo Editore