Non ricordo con esattezza quando ho iniziato a interessarmi alla spiritualità e a sentire la vibrante energia che infonde alla sacralità di ogni cosa. Una poetessa parlerebbe di afflati che regalano brividi, di bagliori che rischiarano ben più della visione, del vero amore che non ha le nocciole (come nella poesia pop di Francesca Genti). Per Dostoevskij è la bellezza che salverà il mondo, per altri l'amore a prova di rughe e imperfezioni, la trasformazione che rinnova e rinvigorisce. Una cosa preziosa e complicata da spiegare che Delphine Diallo sembra bravissima a rappresentare. Per esplorare la biografia della spiritualità, scoprire la sua dimensione femminile e l'energia che da alla mia, a me sono serviti anni di studio (e una grande passione per antropologia, mitologia e arte). Un percorso di crescita e scoperta mai interrotto, ben condensato dall'intenso lavoro introspettivo di Delphine Diallo, l'artista franco-senegalese dietro il trucco, le maschere, i simboli e le trasformazioni con le quali ritrae la spiritualità femminile che da energia al mondo e tante donne. Colei che anima gli affascinati ritratti di Invisible Symbol, esposti per la prima volta in Francia, alla Galerie Le Magasin de Jouets di Arles (fino al 26 agosto 2018) con la Fisheye Gallery di Parigi.

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Le donne combattono da tanto per la parità dei diritti, per liberarsi delle differenze che dividono il mondo in due. Delle discriminazioni tra maschile e femminile. Forse però, quello che manca veramente a tutti è la familiarità con la spiritualità femminile che anima la sacralità del quotidiano. La sintonia con una dimensione spirituale che non è solo divina, celeste e maschile, come i nomi che affibbiamo da secoli alle divinità uniche e creatrici di ogni cosa.

Delphine Diallo da volto, corpo e anima alle eroine mitiche che raccontano storie universali. Mascherandosi e mettendosi a nudo, si trasforma ogni volta in una nuova donna, per rinascere un po' più forte. Ritraendo se stessa, sua madre o perfette estranee, rappresenta i simboli di un'epopea femminile. La simbologia che punta a far emergere lo spirito femminile, per dare potere alle donne ed equilibrio al mondo. Perché in fondo maschile e femminile, sono come lo yin e lo yang per ognuno di noi.

Delphine Diallo, spirito femminilepinterest
© Delphine Diallo, courtesy Fisheye Gallery ​​
Highness – Hybrid, 2011


Delphine Diallo, mascherapinterest
© Delphine Diallo, courtesy Fisheye Gallery​​
Ritual, 2016

Il suo è il frutto di un lungo viaggio che ha portato la giovane donna a studiare a Parigi e lavorare nell'industria musicale. A New York, cuore e talento conquistano anche il celebre fotografo Peter Beard, che assiste per il Calendario Pirelli 2009 realizzato in Botswana. Le sue collaborazioni contano anche la campagna We the People con l'artista Shepard Fairey per la marcia femminile, mostre collettive, lavori commissionati per Chris Rock, J. Cole e Swizz Beatz.

Delphine Diallo, Afropunkpinterest
© Delphine Diallo, courtesy Fisheye Gallery​​
Afropunk – The Queen of Fire, 2016

È il ritorno in Senegal, nella città natale del padre (St. Louis), a segnare la sua vita artistica, a liberare il suo spirito, nutrito e ispirato da antropologia, mitologia, religione, scienza e arte. L'utilizzo di fotografia analogica e digitale, si estende a collage, illustrazione, stampa 3D, tecnologie di realtà virtuale e nuovi media. L'arte visiva si combina con l'attivismo, usando le provocazioni visive per risvegliare il potere delle donne, insieme a quello di giovani e minoranze culturali. Il suo percorso artistico segue quello di crescita e trasformazione, come l'epopea femminile con la quale risveglia lo spirito femminile sopito per troppo tempo nella nostra società e la vibrante energia che infonde a tutto (e tutti).

Delphine Diallo, ritrattopinterest
© Delphine Diallo, courtesy Fisheye Gallery​​
New York Spirit, 2010