«Ho davanti una coppia sulla quarantina. È la seconda volta che li ricevo. Valuto la loro situazione, spiego il perché di quell’investimento sui loro risparmi e le possibili alternative. Mi ascoltano in silenzio, concentrati, quasi immobili. Si guardano, mi riguardano velocemente e poi tornano occhi negli occhi. Alla fine, ad avere l’ultima parola è sempre lei. Il più delle volte prendendo la decisione più sensata, accorta e lungimirante». Giuliana, 62 anni, direttrice di banca di navigata esperienza, non ha dubbi: le donne sanno risparmiare meglio. «Spesso proposte di risparmio spiegate solamente all’uomo cambiano dopo essere state condivise con la compagna o la moglie una volta tornato a casa. È istinto femminile. Le donne pensano sempre di più al futuro, a proteggere la famiglia e soprattutto i figli. Purtroppo però la forza economica è sempre nelle mani dell’uomo». Ovvero: le donne risparmiano di più e meglio, sono più accorte, però non hanno ancora una vera indipendenza economica.

Laureate tra i 25 e i 44 anni. È la tipologia di chi sa gestire al meglio il proprio denaro

Infatti è impossibile avere una percentuale netta su tutta la popolazione italiana riguardo il risparmio delle donne. Esiste però una ricerca, Le donne e la gestione del risparmio della società Episteme, fornito da Valore D e realizzato per il Museo del risparmio di Torino (il 31 ottobre è la Giornata mondiale del risparmio). Sono state intervistate 1.030 italiane dai 18 ai 64 anni, che confermano questa disparità. In fatto di gestione dei risparmi, anche se meglio amministrati dalle donne, sono gli uomini ad avere più potere economico. Il 54,1% delle intervistate non investe i propri risparmi e il 59,8% dichiara di non farlo perché il proprio stipendio è indispensabile per le spese. Il 31,9% perché sta guadagnando meno rispetto al passato. Secondo l’Istat, infatti, nei primi tre mesi del 2018 la propensione al risparmio degli italiani è scesa al 7,6%, lo stesso valore del secondo trimestre del 2017, il minimo dal 2012.

La parità è ancora lontana
«L’uomo ha sempre deciso quanto e come investire. Ora, nonostante nella media sia sempre lui a guadagnare di più, le cose stanno lentamente cambiando. In coppia le decisioni vengono più condivise», spiega Alba, 49 anni, consulente finanziaria. «La donna tende però ad avere meno aspettative sui guadagni prediligendo investimenti meno rischiosi. Succede anche per le giovani lavoratrici. Sono più propense a investire i primi risparmi, ma si mantengono comunque sempre sul prudenziale. Calibrano le scelte pensando al futuro. È proprio questa prudenza che fa sì che quando vengono in banca sono più diffidenti e accorte degli uomini sulle proposte degli operatori finanziari. Vogliono comprendere a fondo. Ascoltano, riflettono ma vogliono sempre avere molto più tempo degli uomini per ragionarci su. Le donne poi vogliono sempre mantenere una riserva per gli imprevisti». Secondo lo studio l’eccezione è infatti confermata dalle laureate dai 25 ai 44 anni, la fascia femminile in Italia più emancipata e più allineata al comportamento maschile: hanno più propensione al risparmio e agli investimenti, ma si informano anche di più e hanno più confidenza con i temi economici.

54,1 % è la percentuale che non investe i risparmi: hanno un potere economico inferiore agli uomini

Cliché da smascherare
La ricerca dice anche però che contrariamente allo stereotipo della donna tentata o ossessionata dallo shopping, per il 23,6% delle intervistate risparmiare significa essere in grado di far fronte a qualsiasi evenienza, contro il 20,2% degli uomini. Il 14,5% poi, contro il 13,8% degli uomini, vede il risparmio come un sacrificio immediato per stare meglio in futuro. Il cliché è anche smascherato dal fatto che sono in realtà gli uomini più delle donne a mettere da parte i soldi per togliersi sfizi e piaceri: il 23,7% dichiara di risparmiare per questa ragione, contro il 22,6% delle donne. «Gli uomini sono più bonaccioni, più facili da rassicurare», spiega Marco, consulente finanziario 44enne. «In momenti difficili, per una banca è sempre la donna a voler chiudere il conto, portare via tutti i risparmi e ritirare gli investimenti. Sia da sole che in coppia le donne in banca sono molto più severe, è più difficile convincerle». Oggi solo il 19,4% delle intervistate riesce ad avere un risparmio mensile regolare e il 31,2% non riesce a risparmiare nulla o addirittura spende più di quanto guadagna, contro il 28,8% degli uomini.

Ora fare un passo indietro è d’obbligo. Pensare alla propria nonna e madre, alle nonne e madri di un Paese che non sembra purtroppo cambiato negli ultimi 50 anni.


Tant’è che il 35,5% delle donne dichiara di aver imparato l’importanza del risparmio dalla madre e solo il 24,9% dal padre. Il 63% ha un reddito più basso rispetto alle figure di riferimento maschili, come il padre e il compagno, e quindi come il collega seduto accanto a lei. La strada da percorrere è ancora molto, molto lunga.