L'amore non è un'idea, ma un'esperienza eterna. Una passione esistenziale. Ti amo non sono parole, bensì una dichiarazione che dura per sempre. Anche in un mondo individualista e narcisistico come quello odierno. Anche per un attimo di eternità nel tempo.

Simone Regazzoni, filosofo e docente all'università di Pavia, allievo di Jacques Derrida, indagatore di fenomeni popolari come Harry Potter e Lost, ammiratore della sceneggiatrice americana Shonda Rhimes e della (sua) serie tv Grey,s Anatomy, lo sostiene (filosoficamente) in una lunga, appassionante e in parte autobiografica, dichiarazione d'amore - il libro Ti Amo (Utet) - dove mixa ad arte letteratura, musica, cinema e filosofia.

«Tutti cerchiamo l'amore, lo invochiamo, lo desideriamo nello spazio pubblico come pure nella vita personale. - spiega Regazzoni - Ma nel contempo ne abbiamo paura e preferiamo una versione edulcorata, fatta solo di piacere, divertimento e dolcezze. Siamo disarmati davanti a inevitabili rischi, dolore e abbandoni. Cerchiamo il piacere in grado di smussare tutti gli angoli possibili: un po' come un caffè decaffeinato, una birra senza alcool o una sigaretta senza nicotina. Ma così ci priviamo dell'esperienza, del vero incontro con l'altro, della vera forza dei sentimenti. Perché non esiste alcuna esperienza che può essere totalmente protetta».

Perché temiamo l'amore e abbiamo paura della vera esperienza amorosa?
Ci siamo perduti per strada i riti di passaggio. Un soggetto per costruirsi deve esporsi ai rischi. Deve lavorare sui propri lutti, sulle perdite, sulle ferite. E l'amore è fatto anche di pericoli, dolore, assenze, abbandono; non sappiamo più gestirlo, ci travolge e distrugge come soggetti. Abbiamo semplificato e creato società senza pericoli, ma poi non alla fine non siamo soddisfatti. Un po' come cercare l'avventura in un villaggio vacanze, ma poi sostenere che ci manca qualcosa.

Uomini e donne: chi fatica di più ad amare oggi?
Il maschio oggi è in una crisi profonda, non è in grado di gestire un abbandono. E i risultati si vedono. La donna è più forte, è un dato storico culturale. Oggi l'uomo è diseducato dal punto di vista sentimentale, è ritornato un eterno bambino: vorrebbe solo essere rassicurato da figure materne. Ma un maschio che cerca solo questo è totalmente incapace di amare. Così come pure quello che bulleggia sostenendo che amare sia una costruzione che non gli appartiene, in realtà è solo un soggetto pavido. L'amore crea confusione, scompiglio non c'è niente da fare: è un'onda che travolge quando meno ce lo aspettiamo. Si tratta di capire se vogliamo starci come un surfista e misurarci con la sua grandezza oppure accontentarsi di guardare dalla spiaggia. Mi pare che oggi siano in troppi a preferire la parte di spettatori dall'arenile che parlano, parlano…

Quindi non siamo più in grado di dire Ti amo?
Abbiamo il terrore assoluto di pronunciare quelle due parole. Viviamo di molte esperienze amorose: ne consumiamo molte, come quintali di serie tv. Ma temiamo di sembrare troppo ingenui, fuori luogo o fragili. E soprattutto ridicoli. Bisognerebbe pronunciare quelle parole come Umberto Eco che dice: come direbbbe Liala, ti amo disperatamente. E bisogna dirlo senza sentirsi stupidi perché l'amore in sè non ha una dimensione intellettuale. Si può giocare durante la seduzione con piccoli giochi intellettuali. Ma l'amore eccede l'intelletto e pronunciare le parole Ti amo significa esporsi, trascendere ogni nostro ruolo sociale.

Ti amo: lo dicono più le donne o gli uomini?
Pare di più le donne. In realtà io l'ho detto tantissimo. Oggi si parla di tecniche: si sostiene che non lo si debba dire troppo presto, che non ci si debba esporre altrimenti, poi… tutte stupidate. Mai scambiare i consigli di seduzione con l'amore. Se sei innamorato è inutile giocare un'altra partita, dichiaralo. Dichiarati. E non esiste il troppo presto. Al massimo un troppo tardi. Gabriel Garcia Marquez nell'Amore ai tempi del colera scrive: fallo anche se poi te ne pentirai, ma fallo perché se non lo fai te ne pentirai lo stesso.
Dichiarati e poi accada quel che accada: fallo con coraggio, in amore ci vuole coraggio, le altre virtù non servono.

Ci sono ancora le vere storie d'amore?
Per fortuna continuano ad accadere: sono quelle che ci trovano sempre impreparati, che non ci aspettavamo e non sappiamo come gestire. La storia d'amore ci reinventa come soggetti, ci mette in difficoltà, ci dà anche una serie di emozioni e sensazioni positive, euforia, ebbrezza, passione, l'idea di vivere in una mondo a parte. È una tempesta amorosa, il problema è cosa vogliamo farne. Possiamo tirarci indietro o buttarci. Il rischio maggiore è di sembrare ridicoli, soprattuto se l'altro/a non è ben disposto nei nostri confronti.

Questo è la fase dell'innamoramento. Ma l'amore non è altro?
Certo in quella fase si passano ore e giorni ad aspettare una telefonata, è l'attesa amorosa come diceva Roland Barthes (nei Frammenti di un discorso amoroso ndr). Che tradotto oggi vuol dire un messaggio whatsApp. "Perché non ha letto, perché ha letto e non risponde...". Sovra-interpretazioni di ogni natura. Poi dalla fase dell'innamoramento si passa alla storia d'amore: la creazione di un mondo a due con un passato che non passa. C'è un bel film che esemplifica questo concetto: I ponti di Madison County. C'è persino qualcosa di eroico in quell'amore a due, ha una dimensione eterna, è un passato che non passa. Un punto di eternità nel tempo. L'eternità è data dal fatto che quel passato continua ad essere parte di noi e ad accompagnarci. Il “Per sempre” della dichiarazione d'amore dice quello. Non è un'ipocrisia, ma una necessità. L'amore ha bisogno di una dimensione di eternità che non ha nulla a che vedere con la dimensione temporale.

Ma allora non esiste una storia che dura tutta la vita?
Certo, può accadere. Ne ho usata una in particolare nel libro, quella tra Marlene Dietrich e Ernest Hemingway, Perché si ama sempre ciò che si ha amato. E la temporalità non ha nulla a che fare con quell'eternità, una storia non consumata nel senso materiale del termine. Secondo me molto consumata perché l'amore può essere fatto in molti modi: e loro lo hanno fatta in maniera straordinaria.

E il sesso cosa c'entra?
Il sesso è importante ma è altro dall'amore. Anche il più cinico sa che c'è una grande differenza tra fare sesso con una donna che non si ama e farlo con una che si ama. Sono due cosa incomparabili. Non è una questione di gerarchie, ma di esperienze diverse. Crediamo che sia molto più libertaria e libera l'esperienza del solo sesso. Ma non è così. Certo il piacere è assolutamente positivo. Ma se il sesso diventa un alibi per non fare l'amore siamo pavidi: è molto facile fare sesso che fare l'amore. Scrivere una storia d'amore con qualcun'altro-a implica attenzione, impegno e parole. Si può fare sesso senza parole non si può fare l'amore senza parole. Una storia d'amore ha bisogno di tantissime parole.

Dunque non si cessa mai d'amore. Ma con la gelosia come la mettiamo?
La gelosia è un sentimento straordinario che noi sottovalutiamo: è la percezione del mio mondo a due dove non c'è spazio per nessun terzo. Ci si può innamorare tante volte, ma si ama sempre a due: non c'è nessuno che può partecipare e capire fino in fondo quel due.

Un consiglio evergreen?
Osate, dichiaratelo non aspettate. E fatelo in maniera eccessiva, non siate misurati. Mai.