Ali che si allena con il punchball, Ali che parla con Malcolm X, Ali che corre, Ali che arringa i giornalisti. Il Pan, Palazzo delle Arti Napoli, allestito per l’occasione come una vera palestra di pugilato, celebra The Greatest, il più grande di tutti: Muhammad Ali.

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Bettmann//Getty Images
New York, 13 marzo 1963. Match contro Doug Jones.


«Ci sono persone - afferma Giorgio Terruzzi, curatore dell'esposizione insieme al collega Marco Pastonesi - che illuminano l’aria, un’intera epoca, la memoria collettiva. Sono rare e preziose. Sono fosforiche e contagiose. Un patrimonio straordinario. Organizzare una mostra su Ali significa, dunque, illuminare. Foto come lampi che permettono una vicinanza, un ripasso della memoria, una scossa a sentimenti in circolazione da decenni. Foto come rivelazioni per chi ha meno anni e non ha avuto l’opportunità di misurare la piena grandezza di Ali, rispetto al proprio tempo, all’oggi, ai giorni che verranno».

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1964. Cassius Clay con Malcom X, poco prima dell’annuncio della conversione e dell’adozione delnome Muhammad Ali.

Esposte fino al 16 giugno a Palazzo Roccella (sede del Pan) ci sono oltre cento immagini, provenienti dai più grandi archivi fotografici internazionali quali New York Post Archives, Sygma Photo Archives, The Life Images Collection, che rivelano la parabola di uno dei titani del '900, capace di rendere la boxe luminosa metafora della vita. E di mescolare titoli mondiali e pacifismo, ori olimpici e integrazione razziale. E tutto questo senza mai smettere «di volteggiare come una farfalla e di pungere come una vespa».