L'abito che riflette lo spirito del tempo deve molto a quello che lo anticipa e rivoluziona. Soprattutto quando promuove l'espressione di se, insieme alla liberazione di corpo e identità, con i progetti di Rudi Gernreich che sfidano le nozioni convenzionali di bellezza e genere. Moda senza paura che ha cambiato il costume della società, mettendone a nudo limiti e cliché, con il controverso "monokini", il perizoma, il reggiseno elastico, il tailleur per le donne e i caftani unisex per tutti. Capi must-have del fashion contemporaneo, protagonisti di un percorso espositivo pronto a riflettere sui momenti rivoluzionari della moda che veste afflati di libertà. La prima mostra fashion ospitata negli spazi aperti all'inclusione dello Skirball Cultural Center di Los Angeles, con Fearless Fashion: Rudi Gernreich (9 maggio - 1 settembre 2019).

Peggy Moffitt, Rudi Gernreichpinterest
© William Claxton, LLC, courtesy of Demont Photo Management & Fahey/Klein Gallery Los Angeles, with permission of the Rudi Gernreich trademark
Peggy Moffitt modeling ensemble designed by Rudi Gernreich, Fall 1968 collection. Photograph William Claxton
Rudi Gernreich, Peggy Moffitt, Marlene Dietrich pantsuitpinterest
© William Claxton, LLC, courtesy of Demont Photo Management & Fahey/Klein Gallery Los Angeles, with permission of the Rudi Gernreich trademark. Rudi Gernreich papers (Collection 1702). Library Special Collections, Charles E. Young Research Library, UCLA
Rudi Gernreich with Peggy Moffitt modeling the "Marlene Dietrich" pantsuit, 1964. Photograph William Claxton
L'esposizione è dedicata al designer che ha rivoluzionato il costume da bagno insieme a quello della società, scoprendo ben più del seno nel 1964 con il "monokini" e tutte le evoluzioni che lo hanno reso simbolo di libertà a prova di tutto, anche dei moniti peccaminosi del Papa. Un capo liberatorio come i costumi da bagno in maglia privi di strutture che limitano la mobilità, o il reggiseno senza ferretto che sostiene la silhouette naturale della donna. L'abbigliamento pratico e funzionale che prende vita dalla danza delle donna, libera di muoversi con i pantaloni tuta "Marlene Dietrich" e i capi con i quali Gernreich sostiene la marcia del femminismo, insieme alla visione emancipata di genere che raggiunge l'apice con la collezione Unisex del 1970.

Corpi maschili e femminili fasciati da abiti identici, da tute e caftani disegnati per tutti, mettono in discussione la costruzione del concetto di genere, pongono nuove domande sulla sua fluidità, come spiegato dallo stesso Gernreich: "Vedo unisex come una dichiarazione totale sull'uguaglianza di uomini e donne. Le loro diverse nature sessuali non hanno più bisogno del supporto sociale delle differenze di abbigliamento. Unisex rivela la natura, la nostra comune umanità. Non lo nasconde o lo confonde "(1970).

Rudi Gernreich, Dancer, Serena Richardson pinterest
© Daniel Esgro
Dancer Serena Richardson in costume designed by Rudi Gernreich for the Lewitzky Dance Company’s Inscape production, 1976 Photograph Daniel Esgro


Rudi Gernreich, ballerini, unisexpinterest
© Daniel Esgro
Dancers Loretta Livingston and Kurt Weinheimer in "duotard" costume designed by Rudi Gernreich for the Lewitzky Dance Company’s Inscape production, 1976. Photograph

L'esposizione mette a fuoco l'impatto sociale e culturale della visione dello stilista e attivista gay austriaco (Vienna 1922 – Los Angeles 1985). Un adolescente ebreo emigrato a Los Angeles a causa dell'oppressione nazista, arrivato al design dopo aver scoperto il corpo e la libertà di movimento con la danza (e prima ancora lavorando in un obitorio).

Il percorso diviso in sezioni, tocca il lungo viaggio di emancipazione del ballerino e stilista impegnato con la compagnia di ballo interrazziale e socialmente impegnata del Lester Horton Dance Theatre, diventato uno dei fondatori della Mattachine Society di New York. La prima organizzazione per i diritti degli omosessuali negli Stati Uniti d'America, che prende vita nella fase precedente i moti di Stonewall del 69.

Peggy Moffitt, Rudi Gernreichpinterest
© William Claxton, LLC, courtesy of Demont Photo Management & Fahey/Klein Gallery Los Angeles, with permission of the Rudi Gernreich trademark
Peggy Moffitt modeling dress designed by Rudi Gernreich, Fall 1971 collection. Photograph William Claxton

Un ambiente stravagante della mostra è dedicato anche al processo di progettazione di Gernreich, alla moda resa accessibile a tutti quando vende i suoi modelli prêt-à-porter alla catena di grandi magazzini Montgomery Ward. Una opp di foto invita i visitatori anche a mettersi in posa di fronte al foglio di contatto che ritrae Moffitt con il caffettano Gernreich.

La mostra sviluppata da Bethany Montagano e Dani Killam, con il supporto dell'acclamato stilista e consulente creativo Humberto Leon (Opening Ceremony, Kenzo), usa schizzi originali, lettere e documenti personali, fotografie, ritagli di giornale e storie raccontate da amici e colleghi, per approfondire il contributo di Gernreich. L'influenza che non ha mai smesso di esercitare il suo stile liberatorio, allargando la portata della moda a tutti, senza distinzione di genere, razza, religione o corporatura.

Peggy Moffitt, Rudi Gernreich, caftanopinterest
© William Claxton, LLC, courtesy of Demont Photo Management & Fahey/Klein Gallery Los Angeles, with permission of the Rudi Gernreich trademark. Rudi Gernreich papers (Collection 1702). Library Special Collections, Charles E. Young Research Library, UCLA.
Contact sheet of Peggy Moffitt modeling a caftan designed by Rudi Gernreich, Fall 1967 collection. Photograph William Claxton
Rudi Gernreich, Peggy Moffitt, caftano, unisexpinterest
© William Claxton, LLC, courtesy of Demont Photo Management & Fahey/Klein Gallery Los Angeles, with permission of the Rudi Gernreich trademark
Peggy Moffitt modeling caftan designed by Rudi Gernreich, Fall 1967 collection. Photograph William Claxton