Milano, primi giorni di gennaio. Passeggio per NoLo alla caccia di qualche piccola galleria con qualcosa di diverso dai soliti nomi che popolano lo scenario artistico milanese. All’altezza del civico 83 di via Padova, mi imbatto in un edificio con la facciata dipinta in modo particolarissimo: le macchie di colori "mi piombano addosso" come uno schiaffo. Un bellissimo schiaffo d’arte nel grigio cittadino. Eppure, quel tratto ricorda qualcosa di già visto fra le strade di Milano... Inconfondibile. L’autore? Giorgio Bartocci.

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Street artist che esplora il complesso rapporto tra l’uomo e il territorio in cui abita, con frequenti spostamenti in Italia e all’estero per interventi ambientali site-specific, tra urban-art e product-design. Realizza progetti di visual-design, esposizioni, live-performance, commissioni per brand, enti privati e istituzioni pubbliche. Giorgio Bartocci ci racconta della sua esperienza: "Faccio di tutto ora. Nasco come street artist, ma il tessuto urbano non è più l’unico mio ambiente di lavoro. Mi definirei più post-graffitista, unisco primitivismo e contemporaneità". I volti dalle forme fluide dipinte di nero o sul nero (identificato da Giorgio come non-colore) rappresentano un forte richiamo all’arte primitiva a cui, d’altronde, l’essenza del graffito è necessariamente collegata (basti pensare all’uomo delle caverne e ai suoi disegni e incisioni parietali). La chiave di lettura è il concetto modernità liquida, coniato dal sociologo Zygmunt Bauman, ovvero: "la convinzione che oggi il cambiamento sia l’unica cosa permanente e l’incertezza l’unica certezza". L’istintiva gestualità con cui forme e colori sono modellati da Giorgio riflette dinamicità e frenetica mutevolezza del mondo contemporaneo.

"Non sono uno scultore – dice – ma bisogna sempre sperimentare. Ho fatto una cosa matta nella mia ultima installazione al MACRO di Roma. Ho realizzato Faccia: una scultura nella quale ho trasferito per il periodo della mostra il mio studio, da lì ascoltavo tutti i commenti dei visitatori". Un’esperienza di connessione quindi. Per questo stesso principio, ultimamente Giorgio sta utilizzando anche l’acciaio inox che è, appunto, un conduttore.

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La primavera sarà piena di eventi. Questi gli imperdibili:
20 marzo. Urban Installation per INTO Contemporary by Local Milano alla Torretta Martesana (NoLo Milano). 3 aprile. Solo Show all’Aria Art Gallery (Firenze), maggio: collaborazione con The Don Gallery (Milano). Intanto, per gli incontentabili, alcuni lavori in esterna visibili 24h/24 a costo zero, perché l’arte è di tutti: Ingranaggi emotivi (Bologna), Languages (Matera), Architettura liquida (Iglesias), Tre ingranaggi (Imola), Madre Nostra (Catanzaro) e altri. L’impronta di Giorgio può davvero trovarsi ovunque…