È tutto chiuso, sbarrato, sprangato. Musei e gallerie, fiere e dimore storiche. Ma anche le strade, i nostri scorci cittadini, belli come chiese sembrano deserti. E allora come fare? Perché se è vero che arte e cultura non si mangiano, di certo si respirano.

Così, proprio per continuare a dare ossigeno a chi di quadri, sculture, fotografie proprio non riesce a fare a meno, ci sono realtà che hanno trovato strade alternative (e creative). Come il Palazzo Ducale di Urbino, pronto a far vivere le opere della sua collezione attraverso lo streaming, con video e foto da pubblicare sulle piattaforme web e sui social. «Ci organizzeremo per rendere fruibile anche all'esterno i capolavori che impreziosiscono la nostra Galleria», ha spiegato Marco Pierini, direttore della Galleria nazionale delle Marche. L'idea, piuttosto in linea coi tempi che corrono, replica la mostra in streaming di Taddeo Di Bartolo allestita alla Galleria nazionale dell'Umbria (anch'essa diretta da Pierini) che ha avuto migliaia di visualizzazioni. «Un esperimento riuscitissimo che ci ha convinto a proseguire su questa strada», ha raccontato il direttore.

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courtesy of Galleria Poggiali, Milano
Goldschmied & Chiari, Untitled View alla Triennale

Anche la Triennale di Milano della #milanochesiferma (e ci mancherebbe altro), punta tutto sul flusso di dati video. E lo fa grazie all'iniziativa Triennale Decameron: storie in streaming nell’era della nuova peste nera. L’ispirazione nasce dall'opera del Boccaccio, che narra come un gruppo di ragazzi verso la metà del '300 è costretto a sostare fuori da Firenze per non essere contagiati dalla peste nera. Il tempo non passa mai, così Il gruppo decide di spazzare via la noia raccontandosi novelle. La Triennale ha chiesto a designer, architetti, artisti, cantanti e scrittori di fare esattamente lo stesso: occupare gli spazi lasciati deserti dal blocco con storie e dosi massicce di creatività. Si va dalle artiste Goldschmied & Chiari a Saturnino, fino a Lella Costa. Queste novelle 3.0 - programmate fino al 18 marzo - verranno trasmesse in diretta sul canale Instagram della Triennale, tutti i giorni a partire dalle 17.

Anche la super fiera Art Basel Hong Kong, prevista originariamente a fine marzo, è stata cancellata a causa del Coronavirus. A Oriente però non si sono scoraggiati e hanno trasferito la manifestazione online, grazie alle Online Viewing Rooms, vere e proprie stanze per la fruizione digitale delle opere. Il vialibera è previsto per il prossimo 25 marzo 2020 con le opere che potranno essere ammirate online direttamente sul sito ufficiale di Art Basel.

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Jessica Hromas
Art Basel Hong Kong

Streaming contro virus anche al MAMbo di Bologna, dove fino alla scorsa settimana era possibile vedere l'installazione-performance Bonjour dell'artista Ragnar Kjartansson, cuore della mostra AGAINandAGAINandAGAINand, in diretta sul canale YouTube del museo. E fino al 5 aprile, dal martedì alla domenica verrà pubblicato alle 15 un nuovo contributo artistico sempre sul canale YouTube MAMbo Channel grazie all'iniziativa 2 minuti di MAMbo.

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Gabriele Lepri
La performance Bonjour al Mambo di Bologna



E sono previste presentazioni virtuali su Facebook, Instagram, Twitter e LinkedIn, pure alla Peggy Guggenheim di Venezia. Saranno dedicate alla vita di Peggy, alla mostra temporanea Migrating Objects e ad alcuni capolavori della meravigliosa collezione sul Canal Grande.

E ancora: a partire dal 17 marzo, la fiera bolognese Arte Fiera lancia un nuovo format digitale: IN GALLERIA, una vetrina online per i suoi espositori. Tutte le settimane, ogni martedì, sei gallerie che hanno partecipato all'edizione 2020 presenteranno, attraverso un breve testo e una scelta di immagini, la mostra in corso nelle loro sedi in una pagina dedicata sul sito della fiera. Negli stessi giorni, l’uscita sarà rilanciata sugli account Facebook e Instagram della manifestazione. Le prime gallerie saranno 1/9unosunove, 10 A.M. ART, A arte Invernizzi, Andrea Ingenito, A+B Gallery, aA29 Project Room.

Semplice eppure geniale anche l'idea di Fabbrica Eos di Milano, che fino al 18 aprile aveva in programma la mostra New York, New Delhi, New Old del fotografo Davide Bramante. Per evitare il sovraffollamento durante l'opening, la galleria ha deciso di anticipare al 3 marzo l'esposizione dell'artista di origine siciliana esponendo ogni giorno in vetrina uno scatto diverso "per permettere ai passanti e agli appassionati di poter comunque visionare le opere".

Ma non di sole mostre vive la fame di cultura in tempi grigi come questi. Un altro modo per scacciare i brutti pensieri è sfogliare l'arte che non si può ammirare fuori. Magari approfittando dei coffee table nuovi di zecca. Un esempio può essere dato dal volume WeeGee Naked City, in uscita proprio a marzo da Damiani editore (36 euro, 292 pagine). Si tratta di un grande classico della fotografia d'autore noir. Pubblicato per la prima volta nel 1945, è diventato un cult per tutti gli amanti della New York by night (quella popolata da criminali, disperati e starlette) grazie ai sublimi scatti di cronaca firmati dal padre di tutti i fotoreporter di nera, WeeGee appunto.

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Damiani editore
La cover del libro WeeGee Naked City

Mai tanto azzeccato è poi il titolo della nuovissima versione extra-large del libro My Window, (1500 euro, 248 pagine, Taschen), che raccoglie i disegni firmati con l'iPhone e l'iPad dal grande pittore inglese David Hockney. Ogni opera è stata realizzata dalla finestra di casa.

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Taschen
My Window, David Hockney, Taschen

Mentre da Skira, infine, sono in vendita i cataloghi scontati al 15% delle due mostre più gettonate del 2020 in Italia (attualmente chiuse al pubblico per l’emergenza virus): quella di Georges de LaTour a Palazzo Reale di Milano e soprattutto quella dedicata a Raffaello, in occasione del suo cinquecentenario, alle Scuderie del Quirinale di Roma.

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Skira

Insomma, l’arte si conferma uno dei migliori antidoti per evadere dalla negatività di queste settimane senza fine. Un antidoto talmente efficace da renderci tutti più positivi e buoni. Tanto da farci perdonare perfino l'infelice uscita dell'artista cinese Ai Weiwei, che dal suo cliccatissimo profilo Instagram è riuscito a scrivere: «Il coronavirus è come la pasta: i cinesi l’hanno inventata, ma gli italiani la diffonderanno in tutto il mondo».