«Attento alle parole che pronunci, perché quelle costituiranno il mondo che ti circonda». Somiglia un po’ alla frase che Nanni Moretti pronuncia in Palombella rossa, in realtà è un detto Navajo in cui hanno sempre creduto Zeno Toppan e Giovanni Cavalleri: sono rispettivamente il direttore editoriale e il direttore artistico di Quanto magazine, sofisticata realtà editoriale che il duo definisce «un progetto di letteratura speculativa».

Ovvero: racconti, illustrazioni e testi che ogni numero assumono e riempiono forme diverse, così come sono diversi foliazione, grandezza e contenuti, narrazioni. Solo nel caso dell’emergenza da Covid-19, Zeno e Giovanni, di Bergamo ma milanesi d'adozione, hanno studiato un format adattabile ai social, nello specifico Instagram, per il dare il via all'avventure de Le Quantiche: racconti racchiusi in pochi frame racchiusi in un singolo post su @quanto_magazine. La costrizione, per gli scrittori, di confinare la loro opera in massimo 3000 caratteri si trasforma in esercizio di stile, ma anche in tentativo di diffondere letteratura d’alto livello attraverso il canale più utilizzato e pop. Li abbiamo contattati, e ci siamo garantiti una distanza sociale sanitaria. Ma non emotiva.

Com'è nata l'idea de Le Quantiche? Stavamo in salotto quando è stata annunciata la chiusura della Lombardia. Vivevamo su due piani dello stesso condominio ma ci siamo incontrati per condividere le paure e le angosce di quel momento. Uscendo sul terrazzo abbiamo fumato una sigaretta guardando lo stadio di San Siro e ci siamo detti che eravamo fortunati a vivere così vicino: avremmo trascorso la quarantena insieme e avremmo potuto lavorare alla nostra rivista. Ci era da subito chiaro che avremmo dovuto organizzare qualcosa di coinvolgente e partecipativo, e ci è venuto in mente il Decameron di Boccaccio. Così sono nate Le Quantiche: un progetto di letteratura d'emergenza fruibile da tutti che potesse distrarre le infinite e impolverate penne che dalla quarantena avessero deciso di rispolverare una passione letteraria che magari, in tempi normali, non avevano mai avuto la possibilità di esercitare.

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Courtesy Quanto Magazine
La "quantica" Primo Levi e me, scritto da Luca Martini e leggibile su Instagram su @quanto_magazine.

Con quali criteri avete scelto gli autori? I primi racconti li abbiamo commissionati. Prima di lanciare il progetto dovevamo assicurarci di avere una base di qualche racconto per poter coprire almeno i primi giorni dall'apertura del progetto. Abbiamo contattato amici di altre realtà editoriali indipendenti (CTRL Magazine, RVM e Ossì) e con l'aiuto di Francesca Scotti, autrice Bompiani, siamo riusciti a coinvolgere alcuni scrittori di talento. Quando abbiamo lanciato la Open Call avevamo solo 4 racconti nel cassetto, ma nel giro di pochi giorni siamo rimasti sommersi da decine e decine di testi. Giovani e pensionati ci scrivevano da ogni parte d'Italia e noi ci siamo trovati nella delicata situazione di dover effettuare una selezione. Avevamo deciso di mantenere alto il livello letterario, ma la maggior parte dei racconti inviati erano di carattere amatoriale. Tra quelli, sceglievamo quelli più promettenti e insieme agli autori abbiamo lavorato più o meno intensamente all'editing. Scambi di mail, rimpalli di file, commenti, suggerimenti e proposte narrative e stilistiche d'ogni genere. Tutti gli scrittori si sono dimostrati molto aperti nell'accettare i consigli e siamo quindi riusciti a pubblicare quasi sempre racconti di una certa qualità.

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Stefania Zanetti
Giovanni Cavalleri, direttore artistico di Quanto magazine.

Ci sono anche graphic novel: è giusto contaminare i linguaggi? Siamo convinti che la contaminazione di generi sia il futuro dello storytelling letterario e uno dei punti cardine della nostra rivista è proprio il connubio tra la storia narrata e l'oggetto fisico che la contiene. La graphic novel a puntate che stiamo pubblicando è un progetto ambizioso che abbiamo commissionato a un nostro illustratore di fiducia, Giovanni Nardone (@scotch.di.carta). Sarà una storia-cornice che conterrà e legherà in un'unica storia alcuni degli universi narrativi pubblicati nelle Quantiche, ma non solo. Stiamo pensando a un futuro cartaceo per questa epopea virtuale: in questi mesi siamo persone senza corpo. Non possiamo uscire, incontrarci, toccarci. Anche i mondi narrativi delle Quantiche sono virtuali e non fisici, ma quando il mondo ce lo permetterà ci piacerebbe pubblicare una selezione di questi racconti in un formato innovativo che mescoli, appunto, letteratura e graphic novel per restituire un corpo vero e proprio a queste storie che ci sono arrivate da tre continenti.

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Stefania Zanetti
Zeno Toppan, direttore editoriale di Quanto Magazine.

Scegliere Instagram non può rivelarsi un'arma a doppio taglio? Mi spiego: questi racconti non possono subire l'impermanenza legata a un mezzo che per sua natura è volatile? Tutto ciò che viene caricato su internet diviene più o meno eterno e più o meno immortale. Troviamo confortante e spaventosa la certezza che quando un oggetto virtuale finisce in qualche anfratto della rete quel file finisca per diventare un qualcosa di permanente: anche se dimenticato, anche se mai più visualizzato da nessuno, il file continuerà a vivere in Rete potenzialmente per sempre. Questi racconti sono quindi condannati, seppur in una forma nebulosa, all'eterna sopravvivenza. Una garanzia che nessun prodotto editoriale cartaceo potrebbe assicurare. L'esperimento di una letteratura su Instagram ha molti limiti (primo tra tutti quello della fruibilità della lettura da uno schermo di dimensioni ridotte) ma assicura la gratuità e un archivio sempre disponibile e a portata di mano. C'è da ricordare che, comunque, la redazione di Quanto ha in cantiere anche il progetto di una pubblicazione di questi racconti.

In questi giorni di quarantena, si parla molto del “paradosso culturale”. Una volta che saremo usciti dalla pandemia, tutta questa produzione di letture, film in streaming, musica ecc. non rischia di essere accantonata? Sì, ma questo sarebbe il futuro meno auspicabile: un futuro in cui il mondo non avrà imparato nulla da questa esperienza dolorosa. La pandemia ci costringe a sperimentare e a portare al limite le potenzialità del web: i ragazzi seguono le lezioni attraverso internet, i dipendenti che possono lavorano da casa in smart working, gli editori e il mondo della cultura si ingegnano per rimanere in contatto telematico con il loro seguito. Sarebbe folle se questi esperimenti di quarantena non portassero a un'implementazione quotidiana del web nelle nostre vite, oltre che a un completo ripensamento del mondo scolastico, lavorativo, culturale ed economico. In fin dei conti, non ci resta che sperare che questo dramma epocale (oltre che una straziante crisi economica e finanziaria) ci lasci degli insegnamenti e la voglia concreta di ripensare globalmente il mondo intero. Questo però è compito delle nuove generazioni, quelle più bistrattate e quelle che tengano le redini del futuro. Come cantava Guccini: «Gli eroi son tutti giovani e belli».

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Courtesy Quanto Magazine.
La quantica in "carousel" su Instagram di Francesca Scotti.

Quale scrittore ha ottenuto più like? Un’autrice che abbiamo pubblicato recentemente. Si chiama Lucrezia Iussi, è story editor di serie televisive e ha scritto un pezzo intitolato Una su tre sul dramma di appartenere a quel 30 per cento di popolazione femminile che, in una forma o nell'altra, è rimasta vittima di violenza sessuale.

Cosa state imparando da questa esperienza? L’arte dell'organizzazione dei calendari e dell'editing. Stiamo ricevendo uno tsunami di racconti che rischia di travolgerci. Stiamo imparando anche che le operazioni partecipative sono il modo migliore per dare vita a un vero e proprio villaggio virtuale, una community di utenti che ci scrivono, si scrivono e si conoscono, si scambiano commenti e contatti. Le Quantiche sono un’odissea nella quale abbiamo coinvolto decine di sconosciuti. Ci piacerebbe continuare a naufragare insieme a loro tra interessi diversi e cangianti: amiamo smarrirci in ogni mare, tra le tempeste del design e della musica, tra le bonacce dei pixel e degli inchiostri, tra le onde delle illustrazioni e della letteratura. Chiunque voglia seguire il canto delle sirene è ben accetto sulla nostra inaffondabile zattera di passioni.

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Courtesy Quanto Magazine.
La quantica di Nicola Feninno sull’account @quanto_magazine.

Una scoperta piacevole che avete fatto durante questi giorni? Zeno: «Cucino un risotto al radicchio senza avvelenare nessuno». Giovanni: «So sopravvivere senza la colazione al bar».

E una spiacevole? Zeno: «Il forno non funziona». Giovanni: «L’ego di Zeno è un coinquilino ingombrante».

E questo è Quanto.