È in uscita in questi giorni per le edizioni Forma, Cosmo il libro fotografico di Alessandro Messina, talento finora rimasto sotto traccia, ma che con questo lavoro conquista la ribalta, anche grazie alla mostra che Fondazione Carispezia gli dedica e che inaugura il 15 ottobre nei suoi spazi a La Spezia, dove Messina è nato. Quarantaquattro anni, una formazione artistica votata alla musica fino a che il mondo visto attraverso un obiettivo inizia a catturare la sua attenzione e diventa uno strumento per proiettare il proprio stato d’animo. Detta così suona concettuale, invece gli scatti di Alessandro hanno una immediatezza che li fa arrivare dritti al punto, raccontano di un approccio alla solitudine, svestita di quella accezione spesso negativa che l’accompagna. Una condizione che tutti noi abbiamo provato durante i lunghi mesi di lockdown, scoprendo forse un diverso modo di viverla, fatto di auto-ascolto e introspezione, utili per capire meglio qual è il nostro posto nel mondo.

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Alessandro Messina
1/10/ 2011 Brighton, spiaggia

Quando e perché hai cominciato a ritrarre persone in momenti di solitudine?
Le prime immagini non le ho scattate avendo in testa un progetto preciso. Avevo circa 30 anni e mi sono interrogato su come rappresentare la mia condizione interiore, volevo raccontare la mia vita e di quel momento e il mondo che mi circondava. Solo andando avanti mi sono reso conto che stava prendendo corpo una narrazione articolata.

Come sei riuscito a cogliere certi attimi così particolari?
Ho viaggiato molto in Italia e all’estero. In ogni luogo, facevo lunghe passeggiate da solo in orari poco affollati, mi fermavo in un posto interessante e mi mettevo a osservare le persone quando si trovano in uno stato di sospensione. Mi piace fissare l’attimo in cui la gente è immersa nei propri pensieri.

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Alessandro Messina
6/11/ 2016 Madrid, Museo Reina Sofia

Quindi la solitudine di cui parli è positiva?
Non descrivo l’abbandono, la tristezza di sentirsi lontano dagli altri. Racconto di quell’isolamento necessario per riflettere, per dimensionare i propri problemi o progetti. A volte è necessario allontanarsi un po’ dal mondo per metterlo a fuoco, è una lontananza costruttiva, perché non stai andando alla deriva, semplicemente allarghi la visuale. A volte sei talmente dentro alla tua vita, da perderti i dettagli.

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Alessandro Messina
25/1/2018 La Spezia, zona industriale

Pensi che le tue opere abbiano acquisito un significato diverso post-lockdown?
Forse senza aver vissuto un’esperienza tanto forte, questo tema non sarebbe stato recepito con la stessa attenzione.

Stai lavorando a una nuova serie di immagini?
Dopo aver guardato le persone da lontano, mi sento pronto ad avvicinarmi al soggetto, per questo mi sto orientando verso il ritratto vero e proprio. Nel frattempo ho selezionato per Marie Claire alcune delle mie foto preferite tratte da Cosmo.

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Alessandro Messina
14/5/2016, Lisbona, zona portuale con cinema abbandonato