Il suo studio assomiglia più alla cameretta di una teenager fan di Jay Z e Beyoncé, che al laboratorio di una delle artiste black giù quotate del panorama internazionale. Ma è proprio da qui che Mickalene Thomas trae ispirazione per le sue opere dedicate alle african queen. “Amo la bellezza femminile, - confessa -, che nelle donne di colore è pura mistica”. All’ascetica Mickalene, la super galleria Lévy Gorvy dedica una mostra quadrupla ospitata nelle sue location di New York, Londra, Parigi e Hong Kong. Un viaggio da est a ovest battezzato Beyond the Pleasure Principle, in cui sono raccolti quadri, foto, collage, installazioni e video. Il titolo della mostra è un cocktail di ispirazioni molto molto trasversali. Da un lato c’è The Pleasure Principle, brano del 1986, tratto dall’album Control di Janet Jackson dall’altro c’è Beyond the Pleasure Principles, storico saggio firmato da Sigmund Freud nel 1920. Il risultato è sofisticato gioco di contrasti, dove l’alto e il basso si mescolano fino a confondersi. Mentre la hit della Jackson è un inno all’amore e all’emancipazione femminile, il saggio del padre della psicanalisi ci parla delle connessioni che esistono fra repressione, libera associazione e libertà del piacere sessuale. Mickalene dunque gioca a carte scoperte, dichiarando fin dal titolo la sua politica, la sua filosofia e la sua scelta artistica di donna queer e nera nel mondo di oggi (in mostra ci sono anche i lavori realizzati insieme alla musa e compagna di vita, Racquel Chevremont).

mickalene thomas beyond the pleasure principle lévy gorvy, londonpinterest
Stephen White & Co.
Installation image of Mickalene Thomas: Beyond the Pleasure Principle Lévy Gorvy, London, 22 Old Bond Street / 40 Albemarle Street


“Essere artista - ha raccontato Mickalene, che tempo fa era riuscita a personalizzare una Rolls-Royce per un gala di beneficenza - è un po’ come essere rockstar. Per questo sono orgogliosa di ispirare le giovani donne di colore e di convincerle di essere belle a prescindere da tutto, lontane da ogni tipo di stereotipo. Nel mio lavoro c’è molto orgoglio, mai vergogna”.

50 anni, cresciuta a Newark, nel New Jersey, Mickalene ha studiato per anni pittura a Yale, prima di affinare la sua poetica, costituita da eroine black senza macchia e senza paura il cui corpo nero è fonte di magnetismo, potere ed eros. Nessuna di loro però è perfetta. A volte i suoi soggetti hanno cicatrici in evidenza o il naso troppo pronunciato ma sono proprio questi piccoli difetti che calamitano l’attenzione dello spettatore infondendogli un senso di familiarità. “Dalle mie opere - racconta - non trasparirà mai la perfezione ma la semplice realtà”. L’universo creativo da cui questa donna di un metro e ottanta trae ispirazione è quello della cultura funky (impazzisce per l’album Once Upon a Time di Donna Summer) e del Black Power. “L’arte di Mickalene - spiega Dominique Lévy, della Lévy Gorvy - è un insieme di forza e vulnerabilità, di eloquenza ed enigma, di sensibilità pittorica e rigore concettuale. È una grande artista capace di sfidare il passato, ripensare le convenzioni e proporre una visione diversa per il futuro. È un onore condividere il suo lavoro in un momento storico in cui il suo messaggio può servire da richiamo per un cambiamento positivo”.

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Stephen White & Co.
Installation image of Mickalene Thomas: Beyond the Pleasure Principle Lévy Gorvy, London, 22 Old Bond Street / 40 Albemarle Street

La prima tappa di questo tour nell’immaginario tutto strass, smalti e acrilico targato Lévy Gorvy inizia nella sede storica newyorkese della galleria. Qui fino al 13 novembre è esposta la serie Jet. Dieci ritratti formato extralarge ispirati alle pin-up degli anni Sessanta che posavano per le pagine di Jet Magazine, rivista cult degli anni Cinquanta che grazie al suo impegno politico e culturale ha ispirato sia gli attivisti dei diritti civili che quelli più modaioli di Black is Beautiful. Mickalene ha lavorato all’immagine di ogni singola modella. Vi ha applicato una pioggia glitter e le ha trasformate in regine di bellezza, individualità e identità. Il secondo capitolo di questa sorta di show diffuso fa tappa a Londra al 22 di Old Bond Street, dove sono esposti sette grandi quadri composti da serigrafie, pittura acrilica e ad olio e strass. Anche stavolta fonte ispiratrice sono le starlette nere provenienti dai calendari vintage di Jet Magazine.

Il terzo appuntamento è invece nella sede parigina della Lévy Gorvy. Nel cuore del Marais, sempre fino al 13 novembre, stavolta Thomas rende omaggio ai maestri del passato. Attraverso Tête de Femme l’artista risveglia - se mai si fossero mai assopiti - miti come Picasso, Leger e Warhol per rivisitare insieme a loro l’idea di ritratto attraverso composizioni astratte e frammentate. In contemporanea all’esibizione del Marais, Mickalene è poi di scena anche nella nuova sede della Galerie Nathalie Obadia al 91 di rue du Faubourg Saint-Honoré, nell'8° arrondissement, con una serie di collage versione XL. Dall’Europa all’Asia.

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Installation image of Mickalene Thomas: Beyond the Pleasure Principle Lévy Gorvy, London, 22 Old Bond Street / 40 Albemarle Street

La quarta tappa di questo viaggio si intitola Resist ed è allestita ad Hong Kong fino al 15 dicembre. Il tema clou in questa occasione è l’attivismo degli afroamericani: dagli esponenti del Black American Civil Rights anni ’60 fino a quelli, più recenti, del Black Lives Matter. In mostra c'è una carrellata di volti, corpi e presenze che rendono omaggio alla bellezza delle donne che hanno guidato la lotta per l’uguaglianza: da Harriet Tubman a Fannie Lou Hamer, fino a Stacey Abrams. “Percepisco la bellezza in un mare di modi - racconta l’artista, che l’anno scorso con la stilista inglese Grace Wales Bonner ha reinterpretato la Bar jacket designata da Christian Dior - Sono cresciuta ammirando mia madre e mia nonna, che mi hanno insegnato a non vivere mai come un ostacolo la nostra origine. A loro l’età e il colore della pelle non hanno mai impedito di fare qualcosa. Per me la bellezza è perseveranza e resilienza. È sicuramente qualcosa che trasuda dall’anima verso l’esterno. È una calamita che attira e avvolge le cose della tua vita”.

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