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Come diventare scrittrici per bambini

I consigli di Licia Pittarello, padovana 32 anni, autrice di libri per piccoli: fondamentale è iniziare con scarabocchi e poche righe.

Di Davide Burchiellaro
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Getty Images

Da piccola, come tanti autori e giornalisti diffondeva riviste a tiratura limitata per gli amici. Crescendo però Licia Pittarello, padovana, 32 anni, si è portata dietro quella bambina creativa e ha continuato a scrivere e disegnare per i piccoli lettori. Così dopo la laurea in Lettere, dopo il lavoretto come clown e maestra di bolle di sapone oggi è un’amata inventastorie. Nei suoi libri, cellulari che si mettono nei pasticci, maghette che rompono le bacchette, investigatrici-tartarughe ultracentenarie e civette in fuga. A lei abbiamo chiesto come si diventa scrittore per bambini.

A te com’è capitato?

Scrivere e scarabocchiare con i colori sono due cose che faccio da quando sono piccola. Ricordo che creavo piccoli libretti scritti e illustrati che poi regalavo agli amici. Ne facevo un esemplare che poi ricopiavo tante volte come un amanuense.

Da dove arrivano i tuoi personaggi?

Sono loro a venire da me: iniziano a tenermi compagnia in modo silenzioso ed io li osservo agire e poi, quando ne hanno voglia, iniziano a raccontarmi la loro storia.

Da bambina avevi amici immaginari?

No, ma avevo molti amici reali.

Come si costruisce una storia?

Inizio scrivendo poche righe e scarabocchio qualche immagine. Lascio sedimentare nella mente il tutto e poi inizio a scrivere. Mi aiutano molto i personaggi: sono loro a farmi capire cosa accadrà.

Gli editori dei libri per bambini che cosa ti dicono quando leggono una tua storia?

Apprezzano che i racconti facciano sorridere e riflettere e che scrivo senza seguire le mode. Uno dei complimenti che ho apprezzato di più mi è arrivato da un editore che ha deciso di pubblicare un mio testo per un albo illustrato: mi scrisse dicendomi che quello che gli avevo mandato era completamente diverso dalla sua linea editoriale ma che lo aveva trovato interessante e desiderava pubblicarlo.

Esiste un’evoluzione nelle storie per ragazzi, che cos’è che funziona oggi e ieri no?

Le storie sono in costante evoluzione. Oggi ci si è liberati dall’obbligo di dover per forza dare una morale o un insegnamento quando si scrive. Ad esempio ci sono libri che possono avere come scopo il puro divertimento o stupire con immagini spettacolari.

Quando si costruisce una storia che importanza ha il messaggio etico/morale e come ci si districa tra tutti i dibattiti civili di oggi?

Inevitabilmente ciò in cui si crede o si ritiene importante emerge dai propri scritti: questa è una vera ricchezza per i lettori che hanno la possibilità di vedere come esistano diverse opinioni. Personalmente considero lo scrivere una cosa molto seria e mi piace che i lettori possano trovare nel testo chiavi di lettura e strumenti utili per la propria vita. Sono convinta che il vedere come i personaggi agiscono in diverse situazioni sia utilissimo. Questo però accade se chi scrive si preoccupa solo di scrivere: non amo avere un concetto o un’idea da dover per forza trattare. Quando vedo i personaggi agire e li seguo nelle loro avventure la vita emerge in tutta la sua complessità.

Che carattere bisogna avere per inventarsi una storia?

Il proprio carattere. Ogni scrittore ha il suo e a modo suo scrive.

Che libri bisogna leggere?

Bisogna leggere molto e di tutto. Tutto: volantini, quotidiani, libri.

Chi è il tuo autore di riferimento?

Astrid Lindgren. La adoro: lei è un esempio di come si possa scrivere coinvolgendo, divertendo, offrendo molte chiavi di lettura per la vita senza inserire nel testo una morale.

Per raccontare una storia è più facile usare le parole o le immagini?

Trovo difficili entrambe. Quando si scrive non si è mai soddisfatti fino a che le parole non sono tutte quelle "giuste" e al "posto giusto". Illustrare è una vera e propria arte. Ad esempio in un albo illustrato testo, immagine e pagine contribuiscono in egual misura all’essenza del libro: li si scrive sia con il testo che con l’immagine.

Per raccontare una storia bisogna averla vissuta? Sognata?

In alcuni miei racconti ci sono molte vicende della mia infanzia e alcuni personaggi hanno caratteristiche di familiari e amici. Altri sono racconti di cui ho immaginato l’inizio o una scena e poi vedo dove queste mi portano.

Che cosa differenzia uno scrittore per l’infanzia da uno che racconta agli adulti?

Scrivere per adulti o bambini è ugualmente impegnativo. Quando si scrive per bambini molto piccoli la difficoltà è riuscire ad arrivare ad un testo essenziale che non sia banale. Oppure esistono testi con più livelli di lettura: ci sono albi illustrati che possono essere letti sia da bambini che da adulti ed ognuno ne ricaverà un messaggio. Nei racconti più lunghi la difficoltà è di creare trame interessanti, dialoghi non banali con un gergo che possa durare nel tempo. Questo credo sia un problema anche di chi scrive per adulti.

Che cosa non dovrebbe mai essere d’ispirazione?

Questa è proprio una bella domanda. Non so se ci sia qualcosa che non possa essere d’ispirazione. Penso che anche la cosa più brutta possa essere utilizzata per ricavarne una riflessione o di contrasto un messaggio positivo.

Quando uscirà il tuo prossimo libro?

Questo mese è uscito un racconto rivolto ai lettori più piccoli dal titolo Che fine ha fatto Gilda? (Giunti edizioni). Mentre alla Fiera del libro per ragazzi, a Bologna dal 4 al 7 aprile 2016, verrà presentato un albo illustrato dal titolo Angelo Mio (Il gioco di leggere edizioni) e a settembre uscirà un albo illustrato dal titolo La mia super nonna (Il ciliegio edizioni). Ora sto terminando un romanzo con protagonisti due fratelli molto molto antipatici.

Qual è il complimento più bello che ti hanno fatto e chi te l’ha fatto?

Me l’ha fatto un bambino: «Il tuo racconto l’ho letto così tanto che ho stropicciato tutte le pagine».

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Licia Pittarello, padovana 32 anni, autrice di molti libri per bambini.

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La maga Giulietta ha rotto la bacchetta! Racconto di Licia Pittarello per Focus Pico di ottobre 2011 (Gruner+Jahr/Mondadori).

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Il cellulare nei pasticci di Licia Pittarello (Edizioni Messaggero)

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Che fine ha fatto Gilda? di Licia Pittarello (Giunti Kids) da poco in libreria.

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