Siamo stati ai confini del mondo: quello che doveva essere un viaggio in Norvegia tra i fiordi si è rivelato un viaggio tra case di pescatori visionari (ieri come oggi), pesca all'alba e voli su "corriere dei cieli". Tutto, finalmente, senza filtri instagrammabili, senza tour organizzati. Dalle Lotofen con amore: cartoline per il paradiso.

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Come raggiungere le isole più belle (e sperdute) norvegesi. Il primo punto da dover affrontare se desiderate regalarvi un viaggio alle Lofoten o alle Vesterålen è, sicuramente, il decidere di andarci. Questi due arcipelaghi di paradiso norreno necessitano quasi un giorno di viaggio per essere raggiunti (partendo da Milano), sia che si scelga di raggiungere la meta prescelta in aereo, sia che si preferisca affrontare la lunga risalita della costa norvegese con i treni notturni. Una volta giunti a Bodø o a Tromsø, a due/tre scali dall’Italia, vi attenderà l’ultima tappa, che seppur stremati, vi regalerà un sorriso stupito. How to: i collegamenti dalla terra ferma alle Lofoten sono garantiti da Widerøe, la più grande compagnia aerea regionale della Scandinavia che trasporta ogni anno quasi tre milioni di passeggeri e che vi accoglierà su un bimotore turboelica da 39 o 50 posti a sedere che, tra gli autoctoni, è chiamata amorevolmente “corriera dei cieli”. Sì perché siete in aereo ma dovete far attenzione a quale sia la vostra fermata, perché questa sorta di pullman volante, oltre a voi, trasporta quotidianamente i pendolari norvegesi tra le varie isole ed i continente, senza spegnere i motori tra una fermata e l’altra. I più avio fobici non temano, solide hostess dallo sguardo sicuro vi offriranno quadratini di ottimo cioccolato norvegese.

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La luce incredibile delle Lofoten (che vale un viaggio). Se, come noi, vi avventuraste a Stokmarknes al di fuori della stagione del sole di mezzanotte, è altamente probabile che una volta recuperato il vostro bagaglio – rigorosamente da soli e direttamente dal carrellino del bimotore - sarà buio pesto. Che siano le 21 o le 24 non fa differenza, la notte sarà di un nero così totale e lucido da non permettervi di percepire né il mare attorno a voi né alcun riferimento spaziale, salvo qualche luce lontana che avrà la consistenza fatata del miraggio. Il silenzio. Quello sì che lo coglierete subito e sarà il secondo sentore che siete atterrati in un luogo unico. Perché non è l’assenza di rumore né la stasi erratica delle alte vette, lì il silenzio notturno è attesa, è trattenere l’intera natura che trattiene il sospiro il attesa che arrivi la luce. Non importa che sia quella magica e inafferrabile dell’aurora boreale o quella sicura e carezzevole delle ore diurne. C’è una sola certezza: non sarete pronti a ciò che vi aspetta. E questo stupore fanciullesco non svanirà col passare delle ore o delle vallate, anzi , accrescerà in voi la sensazione di essere in un mondo parallelo dove le leggi fisiche di rifrazione e riflessione non valgono. Non importa che siate occhi allenati o no, che siate fotografi, wannabe igiers o del tutto neofiti al mondo dell’immagine: alle Lofoten la luce è speciale, l’aria pura declina sfumature cromatiche che neanche la Weta Digital al massimo del budget, la pienezza delle saturazioni è tale che solo dopo qualche ora con gli occhi meravigliati ci si accorge che forse le ombre non esistono, quassù.

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Dove dormire in un itinerario tra i fiordi norvegesi. Dopo il lungo viaggio e l’arrivo in notturna, niente vi ripagherà come lo svegliarvi in un paesaggio da cartolina, avvolti di una luce rosa che pian piano vira al lilla, prima di trovare la sfumatura di azzurro eletta colore dell’anno 2000 da Pantone. Vedrete le rosse cabine dei pescatori edificate direttamente sulla costa ed il “casa dolce casa” avrà assunto altre coordinate gps. Il rorbu, letteralmente “casa del rematore” è l’abitazione tradizionalmente utilizzata dai lupi di mare norvegesi del nord, costruita in legno e dipinta di un’indimenticabile vernice rosso acceso derivata dall’olio di fegato di merluzzo. Ne troverete parecchi in tutta la regione dal momento che, a partire da 1120, furono fatte edificare, in grande quantità, dal re Oystein al fine di fornire un riparo notturno ai pescatori permettendo loro di essere più produttivi, aumentando in tal modo le entrate nelle casse reali, derivate dalle tesse sull’esportazione del merluzzo. Al primo dopoguerra, c’erano fino a 30 mila pescatori che abitavano nelle rorbu, ma con i progressi tecnologici delle imbarcazioni da pesca, molti preferirono dormire a bordo delle proprie imbarcazioni e spingersi sempre più al largo. Così dopo decenni di abbandono, ecco che le fisherman’s cabin sono pronte accogliere turisti, garantendo ogni genere di comfort. Ne sono un esempio il Veseralnekysthotell a Stokmarknes o il superlativo Hattvikalodge (prenotare subito!) a Ballstad ricavato da un cottage del 1880, dotato di ristorante privato aperto solo su prenotazione, dove lo chef vi preparerà il menu su misura, talmente personalizzato che il piatto principale potreste procacciarvelo direttamente voi! Oppure l'hotel ad hoc a Svolvær: il Thon Hotel Lofoten design minimalista e iper gentile con la natura circostante.

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Cosa mangiare alle Lofoten. Gran parte dell’economia, alle Lofoten, ruota intorno all’industria ittica, in particolare modo a quella del merluzzo, stoccafisso e baccalà, che siano grandi aziende a gestione familiare o piccoli pescherecci privati. Quindi, per chi lo desidera c’è la possibilità di assaporare in prima persona la vita del lupo di mare attraverso Fishing Trip alla ricerca di merluzzi o di halibot. Esperienza per chi ha uno stomaco forte, possibilmente da fare in gruppo, e col favore del mare. Potreste tornare a riva provati dalle onde ma la soddisfazione di cenare con il pescato da voi è impagabile! La cena perfetta? Da Restaurant Kjoekkenet (Lamholmen, Svolvaer+47 76066465) aperto solo a cena, atmosfera antica (servizi d'argento tra pescato del giorno e raffinatezze nordiche). Da sapere: la Norvegia vuole strappare un altro, dei tanti, primati per la qualità della vita con un programma del settore all’avanguardia (per ecologia, tech e innovazione) promosso dal Norwegian Seafood Council, l’ente parastatale per “la tutela e promozione della cultura dei prodotti ittici norvegesi”. Tra le chicche: il nuovo gioiello di NORDLAKS, azienda ittica futuristica che ha ideato Havfarm un sistema di allevamento in mare aperto (offshore) e non sui fiordi, che permette un netto miglioramento per la fauna marittima e il suo ecosistema (e un minor impatto ambientale).

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Perché provare il safari acquatico. Tra le escursioni più soft, ma ugualmente affascinanti, consigliamo i safari al largo per osservare i capodogli o le aquile di mare norvegesi, che oltre a essere una delle più maestose al mondo, è una specie minacciata, praticamente estinta in tutta Europa. Grazie agli sforzi di salvaguardia degli ultimi anni, per fortuna, le colonie delle coste norvegesi hanno visto un netto ripopolamento tanto che ormai è possibile avvistare le aquile anche in prossimità delle cittadine, con una buona dose di fortuna.

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Luoghi di interesse in un viaggio in Norvegia. Il consiglio che non ci stancheremo mai di dare è: vagate, esplorate il più possibile questi atolli rocciosi in mezzo al mare, perché ciò che si offrirà alla vostra vista non ha confini. Il sempre citato Bjørnstjerne BJørnson, a fine Ottocento, descrive l’arcipelago artico come «miraggi di montagne galleggianti capovolte davanti e dietro di te, mentre le balene giocano e gli uccelli stridono» ed è assolutamente vero anche oggi. La straordinaria influenza della corrente del golfo, rende il clima delle Lofoten molto più mite rispetto alla costa norvegese artica, cosicché durante tutto l’anno è possibile spostarsi di isola in isola in modo piuttosto agevole persino per noi forestieri. Potrete utilizzare il sistema di traghetti e ferry che da Melbu, nelle Vesterålen, vi accompagna lungo le maggiori cittadine delle Lofoten a partire dalla sua capitale, Svolvær, la città degli artisti, il cui simbolo, nota tra i climbers è la “Svolværgeita, cima di montagna a forma di corna. Oltre alla capitale Svolvær, la città più antica del circolo polare artico e conosciuta in Italia fin dal 1432 grazie al naufragio che vi fece Pietro Querini, non si può mancare l’appuntamento con Henningsvær, “la Venezia delle Lofoten”, dove ai pescherecci in porto ed alle rastrelliere in legno per l’essiccazione del merluzzo, si aggiungono gallerie d’arte come la Kaviar Factory, la Galleri Lofoten Hus o ancora gallerie fotografiche, ristoranti- boutique come il Lofotmat As e perché, non un salto all’Artic Tattoo?

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Noleggiare un'auto e perdersi. E l’immagine delle montagne capovolte, le più vecchie rocce erratiche del mondo, specchiate con una perfezione talmente assoluta da farvi dubitare dei vostri sensi vi accompagnerà per tutto il percorso, lungo tutta la Strada del Re (E10), che collega Fiskbøl con Å. 160 chilometri di puro spettacolo dove che siate appassionati di guida o alla ricerca di paesini da cartolina non avrete che l’imbarazzo della scelta. Il tutto in un clima di relax ed autonomia pressoché totali, che forse faranno rimpiangere ai più impavidi, i tempi in cui i collegamenti da isola ad isola avvenivano solo via postale o via pescherecci e, nelle peggiori condizioni meteorologiche possibili, poteva succedere, così narrano le guide locali, che ci si dovesse far legare all’albero maestro per arrivare sani (?) e salvi a destinazione, come la povera signorina Rasmussen, unica levatrice dell’isola ai primi del Novecento.

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Ispirazioni prima di partire. Non solo fauna e flora, strabilianti percorsi di trekking e pareti da scalare, le Lofoten custodiscono anche importanti reperti storici, dato che l’arcipelago ha circa seimila anni di storia. Ad esempio nel villaggio di Borg, sull'isola di Vestvågøy, è stata rinvenuta nel 1981 la più grande costruzione vichinga mai conosciuta, dando inizio alla realizzazione del Museo Vichingo di Lofotr. E che dire di uno dei fenomeni naturali unici più affascinanti e più letterari di sempre? Proprio alle Lofoten, infatti, si genera il maelstrom: famigerato gorgo originato dal flusso della marea che scorre avanti e indietro nello stretto tra Lofotodden e Værøy. Per gli amanti della grande letteratura ottocentesca, da Poe a Verne passando per Emily Dickinson fino ad arrivare a Salgari o all’esoterico Pessoa, la suggestione e il richiamo ai suoi vortici sarà ineluttabile.

Info pratiche. State già preparando la valigia ma i tre quattro scali per il paradiso vi spaventano? Nessun problema, a partire da aprile 2017, Widerøe ha annunciato una good news: tratte dirette da Oslo vesto Leknes e Svolvær mentre da giugno 2017 sarà attivo il collegamento Oslo – Stokmarknes.