La guida perfetta per vedere New York (forse) non esiste. Perché la verità è che New York è bella perché ci si può perdere, anche senza avere troppe mappe o how-to nel taschino. Dopo aver tracciato come parlano le fashioniste durante la New York Fashion Week, ecco l'ABC da fare sempre. Con o senza tacchi, con o senza hashtag, con o senza slang. Dalla A alla Z. L'importante è essere lì, al centro del mondo, e restarci. Almeno per un po'.

A come ARRIVI - Sì, perché New York City ha battuto nel 2015, per il sesto anno consecutivo, il suo record di presenze: 58.3 milioni di visitatori, ripartiti tra 46 milioni domestici e 12.3 milioni internazionali, entrambi risultati senza precedenti per la città. Come precisa NYC Company, nel 2016, New York City secondo le stime raggiungerà i 59.7 milioni di visitatori. Numeri, numeri, numeri preziosi perché New York City si conferma la città statunitense con il più attivo sviluppo alberghiero, con circa 109.000 camere d’hotel disponibili ad oggi. Insomma, come si fa a resistere a non provarne almeno una?!

B come BUSHWICK COLLECTIVE - Alla fermata Jefferson Street, sulla metro L, in quella che fino a fine anni 80 era una zona off limits per criminalità, droga e guerre di mafia italo-polacca sorge una delle riqualificazioni urbane più poetiche della città. Perché, non ancora totalmente hipster come Williamsburg (qui siamo logisticamente a est), questo quartiere profuma di vero e vernice. Vernice da bombolette spray che fior fior di writers hanno straordinariamente usato per dare un nuovo volto a muri e degrado. È nato così Bushwick Collective, un museo all'aria aperta fondato dal “paisà” Joe Ficalora, nato lì da genitori siciliani immigrati nel 1964. La sua, quella cioè di tutti e per tutti, è una vera e propria galleria à porter: graffiti a cielo aperto raccolti in pochi blocchi e creati sui muri di attività commerciali che hanno donato le facciate a questi artisti per esprimere la loro arte. Per gli amanti della street artist è una meta imperdibile.

instagramView full post on Instagram

C come CITY BIKE- Il sistema di bike sharing più famoso al mondo è più che florido e smart ed è perfetto per girare la città (o anche solo una puntata domenicale a Central Park) senza sprechi di spazio e tempo. Il sistema è totalmente in espansione tanto che dall’agosto 2015 ha introdotto il suo progetto di espansione nel Queens, a partire dal quartiere di Long Island City. Entro la fine del 2016, saranno disponibili 600 stazioni di prelievo e oltre 10,000 biciclette in tutta la città, con nuove postazioni a Brooklyn, Upper East Side e Upper West Side. Il numero di biciclette salirà a 12.000 entro il 2017 e wooow. Il bici è meglio. (citibikenyc.com).

D come DORSKY GALLERY - A Long Island City, sulla strada per il Moma Ps1 troverete una piccola, nascosta galleria che vi accoglierà come foste amici, essendo essa stessa a gestione semi-famigliare. Dorsky Gallery Curatorial Programs in verità è un’organizzazione no-profit volta alla promozione dell’arte contemporanea. I suoi spazi ospitano mostre di arte visiva indipendenti, come quella dedicata ai Material for the arts, un’organizzazione volta a promuovere l’arte solo utilizzando materiali di riciclo. Vale la pena passare a dare un saluto.

E come EATALY - Sembra assurdo ma un modo per monitorare il melting pot che ha a NYC il suo epicentro è anche quello di capitare da Eataly intorno a ora di pranzo di un giorno lavorativo qualsiasi. Il colosso del made in Italy enogastronomico ideato da Oscar Farinetti ed esportato in Usa insieme alla genialità dei soci Joe Bastianich e Mario Batali va così alla grande che ha di recente raddoppiato. Dopo il Flatiron aperto nel 2010 sulla Fifth Avenue e diventato già un’istituzione per light lunch a tutte le ore è appena arrivato in the city Eataly New York Downtown: su una superficie di 4.500 metri quadrati al terzo piano della torre 4 World Trade Center. Investimento complessivo: 30 milioni di dollari. Il progetto gestito da Farinetti Junior, Nicola figlio di Oscar, ha previsto una grande zona dedicata al cibo per eccellenza ovvero il pane, simbolo di nutrizione e di pace, al quale è intitolato questo nuovo store che ogni mese dedicherà un incontro con i panificatori di tutto il mondo. E buon appetito!

F come FISH BAR- Se per una sera volete avventurarvi in una esperienza romanticissima, ariosissima e, tutto sommato, turisticissima ecco il posto che fa per voi. Inaugurato a maggio 2016 si tratta di un nuovo ristorante e lounge specializzato in pesce e soprattutto disposto all’interno di uno yacht al Pier 81 sull’Hudson River. Fish Bar comprende uno spazio all’aperto sul ponte di 278 mq e uno all’interno di 550mq su due livelli. Il menu di ispirazione mediterranea prevede una selezione di piccoli piatti da condividere realizzati con ingredienti freschi e locali ma, soprattutto, durante la cena lo yacht è in movimento ed effettua una corsa permettendovi di vedere lo skyline illuminato. Vista mozzafiato e luci a lume di candela meriteranno certamente più della cucina. Il consiglio è quello di ordinare un buon vino californiano stuzzicando solo gli entrée. E poi uscire, sotto le stelle.

G come GUIDE - Come il sito nycgo.com, guida ufficiale online del turismo nella Big Apple. Ma G sta anche per Big Apple Greeter: un’organizzazione no-profit volta a promuovere la vita e le buone pratiche dei loro quartieri e composta da guide volontarie che amano talmente tanto New York da improvvisarsi guide per i turisti alla ricerca di emozioni sincere e tangibili. Basta andare sul sito bigapplegreeter.org 3/4 settimane prima della partenza, compilare il form di richiesta e aspettare la risposta. Potrete scegliere il vostro “greeter” che a titolo gratuito organizzerà per voi dei tour ad hoc per invitarvi a scoprire la città come un vero newyorkese. Il fine? Valorizzare l'immagine della città e sostenere il suo sviluppo economico. Fidatevi e non ve ne pentirete, spesso nascono amicizie consolidate negli anni.

H come HIGH LINE - Ma chiamatela pure il “serpente verde”, un appuntamento assolutamente imperdibile per tutti e in tutte le stagioni. Si sale all'altezza dello Standard Hotel e si scivola verso il Nord di Manhattan: il giardino che occupa i vecchi binari della sopraelevata del Meatpacking District, continua a essere la passeggiata ideale per il tramonto newyorchese. Non ci si accorge dei chilometri percorsi, persi tra casette per uccelli, sdraio, fiori tropicali in mezzo a felci canadesi e open space da hipster borghesi che ostentano le loro straordinarie vite mettendole letteralmente in vetrina. Quando ci avrete lasciato un pezzo di cuore capirete perché renderla una tappa obbligata è d’obbligo!

I come ITALIANS DO IT BETTER - Vedi punto E (caso Eataly), B (caso Buswich Collection) e W (caso Renzo Piano).

J come JAMS - “No thing is ever really lost”, questa la frase scritta a mo’ di orto verticale che campeggia appena entrati in questo locale che il New York Times ha di recente elogiato. Sarà per la sua posizione in super centro, all’angolo tra la 58th Street e Avenue of the Americas, proprio all’interno del 1 Hotel Central Park. Sarà perché profuma ancora di nuovo e tutta la struttura è totalmente ecosostenibile, dai portacandele agli enormi lampadari, fino all’attenzione nei piatti realizzati con ingredienti locali, biologici e di stagione, “dalla fattoria alla tavola”. E non sarà di certo un caso che il suo Jonathan Waxman sia già stato incoronato come Best Chef New York City 2016. Aperto dal breakfast al post-dinner è a tutti gli effetti uno dei locali più cool di Manhattan. PS. potete gustare un’ottima kale salad (vedi sotto!).

K come KALE - Chips di kale! Hamburger con kale! Shampoo al kale! Per non dire dell’onnipresente kale salad, disponibile in ogni locale chic di New York. Adorato da celebrity come Anne Hathaway e Jennifer Aniston, fotografatissimo su Instagram da food blogger e non, il nuovo superfood di tendenza in realtà appartiene alla famiglia del cavolo di cui può rappresentare una sorta di equivalente più evoluto. Ve ne innamorerete, soprattutto considerato che è una delle verdure ad alta densità nutrizionale e dalle rilevanti proprietà salutistiche: è anti-infiammatorio, antiossidante, è un'importante fonte di vitamina K, fondamentale per la corretta coagulazione sanguinea e di vitamina B6, indispensabile per il mantenimento delle difese immunitarie e per la stimolazione delle funzioni cerebrali. In più è incredibilmente ricchissimo di calcio, vitamina A e C, ferro. Chapeau!

L come metro L - Preziosa perché collega Manhattan a Brooklyn (vedi punto B).

M come MOSCOW MULE - Quello che credete sia un drink di stampo sovietico è in realtà il più newyorchese di tutti. Nato nel 1941 in un bar di New York, il Chatham, dove due imprenditori disperati si ritrovarono, per tentare di risollevare le proprie attività, a mescolare gli ingredienti che avevano a disposizione a NYC il Moscow Mule è un’istituzione, da sorseggiare spesso con luce soffusa in speakeasy dall’aria rètro. Come il Little Branch, un locale nascosto da una porticina metallica: scendendo per una scala poco illuminata e seguendo note jazz si arriva in questo speakeasy dove i baristi, in perfetto stile anni ’20 con camicia bianca e bretelle, sono pronti a servirvi il migliore cocktail della vita.

N come NEW MUSEUM - Con quella struttura "appoggiata" il New Museum sembra una serie di mastodontici ghiaccioli tenuti insieme da una sottilissima rosa. È l'edificio che ha risvegliato Bowery Street da anni di degrado e che ha avuto per curatore anche Massimiliano Gioni, neo direttore della Biennale di Venezia. A differenza della sua silhouette le mostre non sempre tolgono il fiato, ma vale sempre la pena sbirciare il programma.

O come ONE WORLD OBSERVATORY - Nel Lower Manhattan, per gli amanti di altezze vertiginose, storia e skyline mozzafiato sorge la terrazza panoramica su tre piani del One World Trade Center, che altro non è che il più alto edificio dell’emisfero occidentale. L’osservatorio, aperto nel maggio 2015, occupa i piani 100-101-102, per ammirare la città da un’altezza di 381 metri. La nuova attrazione offre un’esperienza unica nel suo genere a partire dall’ingresso, con una galleria multimediale che mostra tutte le fasi di costruzione dell’edificio e ospita le testimonianze di chi l’ha costruito. Ma non è finita qui per gli amanti del brivido: l’ascensore, il più veloce al mondo (102 piani in 60 secondi) offre una vista sull’esterno, con un panorama sul sito del World Trade Center e su NYC. Non temete, le vertigini verranno ampiamente giudicate, una volta scesi.

P come PIES 'N' THIGHS - Sottotitolo: Where Everything’s Special. Nel cuore di Williamsburg, per fare un pranzo hit and run, ecco un posticino non turistico, di frequentazione autoctona 100%, dove mangiare cibo americano e respirare un'aria cordiale e amichevole. Piatti generosi e ragazzotti simpatici vi serviranno hamburger, pollo fritto e waffles salati come se non ci fosse un domani. Origliare le conversazioni dei tavoli altrui sarà d’obbligo, per assaporare la vera essenza “weird” del quartiere.

Q come QUEENS - (vedi punto S)

R come RE-OPENING - Pausa shopping da un’istituzione in città perché Michael Kors ha presentato, con la ri-apertura del negozio in Bleecker Street, New York, una nuova idea, nonché concept, per il mondo del retail. Si chiama The Kors Edit e rappresenta il primo di una serie di pop-up store-non-temporaneo. Un gioco di parole perché la boutique rimarrà fissa e ogni mese verrà allestito un tema diverso. Durante la New York Fashion Week verrà proposta una selezione di borse e scarpe in esclusiva in vendita il giorno della sfilata mentre ogni mese visual e concept varieranno, cavalcando i trend delle collezioni.

S come SCULPTURE CENTER - Non ha volontariamente WiFi questa galleria d’arte modern(issim)a situata a Long Island City tra il Moma Ps1 e Queens Plaza, tra vecchio, nuovo e cantieri a cielo aperto zeppi di operai con caschetto e schiscetta e sigaretta. Rimane quasi in sordina questa antica fabbrica a mattoncini rosso-New York che altro non è che un cubo ristrutturato e adibito a “contemporary venue” fondato niente meno che nel 1928 come spazio di co-working per scultori in erba. Oggi merita davvero per l’originalità della selezione: le opere in esposizione sono tutte rigorosamente di artisti emergenti, conturbanti, oseremmo dire “arty” nel senso meno “politichese” del termine. Vale la pena farci un salto per aprirsi il cervello camminando per i sotterranei bui che ospitano mostre (anche) per schernire Beyoncé.

T come THE KNICKERBOCKER - I più “traditional” vorranno prenotare in questo hotel per Capodanno attirati dalla motivazione (plausibilissima) che questa straordinaria struttura ha un rooftop super cool praticamente collocato davanti alla palla di Times Square. Ma pensare che questo sia solo un tecno-hotel di lusso è assolutamente limitante viste le mille vite di questo edificio: proprio da quella terrazza, ex speakeasy, venne “progettato” il Martini tanto caro a James Bond e, negli anni, orbitò persino la redazione di Newsweek. Assolutamente da provare, anche solo per un Moscow Mule. E poi via, giù, nella frenesia totale, a fare shopping. PS. perfettamente insonorizzate le camere vi faranno sentire come a casa (ovviamente se non guardate giù dai grandi finestroni…).

U come UBER - Non ci sono dubbi: girare New York con le auto Uber rimane una delle soluzioni più comode e confortevoli, battute soprattutto dagli stessi newyorchesi ormai. Uber è a tutt’oggi l’app di servizio auto che più fa parlare nel mondo (e la app-economy esplode). A New York esistono 3 tipologie di servizi: UberX, UberBLACK e UberSUV, a cui corrispondono 3 diverse tipologie di auto. Il consiglio è avere sempre l’app scaricata e provarla.

V come VOLO - Comodità, velocità, affidabilità: queste le caratteristiche imprescindibili che deve avere un buon viaggio aereo. Soprattutto se si va Oltreoceano. Sapevate che, chi viaggia dal Nord Italia per la Big Apple, ha come alternativa veloce quella di fare scalo a Zurigo, meta ben più vicina di Parigi o Londra, che consente di arrivare a New York senza troppe attese. Succede grazie a Swiss Air che ha da poco lanciato tre collegamenti al giorno tra Zurigo e New York, con ottime coincidenze per i passeggeri in partenza da Milano, Roma, Firenze, Venezia, Napoli, Bari. Inutile elencare i benefici della Swiss First: una “suite privata in mezzo alle nuvole” da provare almeno una volta nella vita.

W come WHITNEY MUSEUM OF AMERICAN ART - Alla fine della High Line (vedi lettera H), al termine/inizio di uno skyline da capogiro sorge la nuova sede del Whitney aperto il 1° maggio 2015 nel Meatpacking District e progettato dal “nostro” Renzo Piano, che proprio di fronte al museo ha la sua sede newyorchese e qui nel quartiere è un mito assoluto. L’edificio di nove piani si trova tra Gansevoort Street e l’High Line, e offre una panoramica llcompleta dell’arte americana moderna e contemporanea: oltre alla collezione permanente che consente di spaziare tra Edward Hopper e Jean-Michel Basquiat, il museo ospita mostre ed eventi speciali negli spazi interni ed esterni. Il nuovo edificio è provvisto di tecnologia all’avanguardia, un conservation lab e un ristorante e café firmato Denny Meyer + finestroni e scale esterne in cui scattare foto allo skyline sarà pratica indispensabile.

X come meXico - Se avete nostalgia di sapori latini sappiate che New York è in grado di soddisfare anche quelli. Se invece volete semplicemente mangiare il messicano così come se foste nel Paese centroamericano, il Rosa Mexicano è perfetto perché letteralmente adorato dai newyorchesi, soprattutto il venerdì sera per finire una settimana “in allegria”. Qui si può gustare la salsa Guacamole più buona della città, direttamente cucinata davanti a voi in 3 minuti e con effetti speciali. Rosa Mexicano ha tre ristoranti a Manhattan e 5 in tutta la città: 1063 First Avenue, al Lincoln Center e in Union Square.

Y come YAY! - Sentirete moltissimo questa espressione di gioia, sostegno, esultanza, euforia, entusiasmo tra gli accaniti frequentatori del Fat Cat: un locale che ricorda molto i nostri “dopolavoro” ed è sito in un grande scantinato nel cuore di Greenwich Village. L'entrata costa 3$, c’è sempre sempre sempre coda all’ingresso e da fuori non sempre nulla di che. Una volta entrati scoprirete uno spazio immenso dove band jazz sul palco si improvvisano in jam session strepitose (pare vi si esibì anche un giovane Coltrain…) mentre il sax si mescola con il suono dei biliardi, dei calciobalilla, dei ping pong e, soprattutto, dei mille “Yay!” esclamati. Un luogo che crea armonia e profuma di storia d’America. E del mondo.

Z come JAY Z - Perché, che piaccia o meno, non si può non ascoltare neanche una volta il suo inno a New York (feat. Alicia Keys) dal titolo Empire State of Mind.