Alla vigilia dell'estate 2018, abbiamo iniziato a suggerire le 10 mete più inaspettate da visitare, perché lentamente iniziamo a preoccuparci di dove andare in vacanza. I Paesi che vogliamo visitare sono tanti, ma spesso sorgono dubbi riguardo la sicurezza, i rischi per la salute, o quanto sia giusto ed etico visitare certi luoghi. «Non ficcate il naso nelle vacanze altrui, ho detto a tutti quando criticavano la scelta di tornare in Turchia», racconta Elena, medico, viaggiatrice da sempre. «Perché vado nello stesso B&B a gestione familiare da trent’anni: i ragazzini hanno studiato grazie alle mie vacanze. Certo, è vero che non vedo i sorrisi di un tempo, ma perché dovrei abbandonarli al loro destino? Chi mi critica prenota le ferie in Cina, nazione che ha votato per un presidente a vita, o negli Stati Uniti di Trump. Mi chiedo dove stia la differenza. E quando salite in metropolitana a Londra o a Parigi vi sentite più sicuri?». In queste settimane scatta la corsa frenetica alla prenotazione delle vacanze estive e ci poniamo molte domande mentre navighiamo sul web in cerca dei voli e contemporaneamente leggiamo gli avvisi sul sito del ministero degli Esteri Viaggiare Sicuri. Questo per la sicurezza.

Poi c’è un tema più etico, che a volte scivola nell’ipocrisia. Abbiamo boicottato il Myanmar governato dalla giunta militare. Però oggi della sorte della minoranza oppressa dei Rohingya non ci importa un fico secco. Intanto la primavera a Barcellona si anima di rivolte autonomiste, ma chi rinuncia al weekend sulle Ramblas? Nessuno, a giudicare dai prezzi di Airbnb che non calano. L’unico dato certo è questo: alle vacanze non si rinuncia, è diventato un bisogno primario, parte di quel “coccolarsi di massa” che il Censis ha registrato nel suo ultimo rapporto sulla situazione sociale del Paese (+10,2% di spesa per pacchetti viaggio, con il 45,4% degli italiani pronto a spendere un po’ di più per poter fare almeno una vacanza l’anno).

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Esistono luoghi più o meno "etici" dove andare in vacanza?

Amiamo l'Italia e qui sappiamo rilassarci. «La vacanza balneare in luoghi vicini rimane un tratto tipico del nostro turismo», spiega Mara Manente, direttrice del Ciset, il centro internazionale di studi sull’economia turistica all’Università Ca’ Foscari. Manente è anche membro del comitato scientifico di Aitr, Associazione Italiana Turismo Responsabile, e ci dice: «Abbiamo visto crescere l’interesse per l’estero, secondo le disponibilità economiche, con mete che associamo alla natura incontaminata, come Canada e Sudafrica». Secondo l’organizzazione Onu del turismo, nel 2017 ci sono stati 1.322 milioni di arrivi internazionali, cioè quei turisti che si fermano almeno una notte fuori dal confine del proprio paese (+7%). Una vera invasione: quanto inquiniamo viaggiando? Dovremmo evitare almeno le nazioni che non rispettano i diritti umani? «In molti luoghi il turismo è spesso il principale mezzo di sostentamento», continua Manente, «chi è attento dovrebbe privilegiare beni e servizi locali, e garantirsi che siano tali, per trattenere i benefici economici della vacanza dentro quel territorio. Possiamo smettere di andare in Sicilia o scegliere percorsi mafia-free, come propone l’agenzia AddioPizzo Travel. La ricerca di autenticità, il cosiddetto turismo esperienziale, cresce di pari passo con una sensibilità più profonda su ciò che facciamo in viaggio». Il vademecum etico del turista responsabile di Aitr non esclude mete a priori, ma elenca tante buone pratiche, dai consigli antispreco all’abitudine di chiedere il permesso per fotografare qualcuno. Chi ci tiene può però valutare la top ten di destinazioni etiche dell’organizzazione Ethical Traveler: Belize, Benin, Cile, Colombia, Costa Rica, Mongolia, Palau, St. Kitts e Nevis, Uruguay, Vanuatu.

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Ma che cosa ci spaventa davvero? «La sicurezza è l’unica variabile a incidere sulle destinazioni, anche se non è più una preoccupazione sul medio-lungo termine», spiega Manente. «A seconda dell’entità dell’evento-shock, tendiamo a dimenticarci sempre più in fretta del contesto politicamente complicato di un luogo». I dati di Astoi Confindustria Viaggi (l’associazione dei tour operator italiani) confermano infatti alcuni ritorni: il Mar Rosso ha avuto un exploit per i ponti di primavera (+100% di prenotazioni); la domanda per la Tunisia cresce, mentre l’idea di un’estate e Istanbul è in rialzo con numerosi voli in offerta. Il fenomeno “overtourism”, il sovraffollamento che nuoce da Venezia a Machu Picchu,non sembra invece influenzare le scelte: 20 destinazioni mondiali continuano a ricevere il 70% dei visitatori. Stiamo attenti al rischio terrorismo, ma meno alle questioni malattie, catastrofi naturali e criminalità locale (Itb World Travel Trends Report). «Mi considero una turista consapevole», conferma Francesca, designer di Milano, «ma l’anno scorso ho visitato ilSud degli Stati Uniti ad agosto, scampando all’uragano Harvey per poco. Potevo pensarci: anche Katrina arrivò in agosto». E per le viaggiatrici solitarie, trend in crescita, è una questione ancora più complessa. Molte sono le liste di Paesi considerati sicuri, vedi il Nord Europa o il Sudest asiatico, ma tutto è relativo. E come si legge in tante community di solo women traveler: informatevi prima, anche sui forum ad hoc, e date retta all’istinto. Antenne sempre alzate.

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