"Ero di fatto separata in casa e da due anni facevo le vacanze da sola con mia figlia unendomi ai miei amici. Ma mi sentivo una "diversa", oltre che svantaggiata economicamente perché io e mia figlia pagavamo praticamente quanto i miei amici normo- famiglia", racconta Federica di Roma. "Avevo bisogno di condividere quel momento di relax con persone che stavano vivendo la mia stessa situazione. Così mi sono messa a navigare sul web già in primavera e, digitando "vacanze per genitori single", mi sono imbattuta in Gengle. Ricordo ancora il raduno a Cesenatico: ho diviso la casetta con una ragazza romana conosciuta online e da allora non mi sono più fermata".

Come funziona questo social network?
È una via di mezzo tra una piattaforma interattiva e un blog. L'utilizzo è semplice e intuitivo, così come l’obiettivo: uscire dal virtuale per condividere personalmente esperienze, problemi e soluzioni. La sezione che più mi è stata utile, per esempio, è quella degli eventi, che sono divisi per regione: la mamma o il papà sceglie una data e vede se ci sono eventi cui partecipare. Basta un clic. Con un paio di clic in più l'evento lo crei tu: devi portare al cinema la tua bimba di sette anni, ma l’altro figlio vuole vedere un cartone animato diverso? Se crei l’evento magari un'altra mamma disperata e con lo stesso problema, si precipiterà a mettere il “partecipo” e così si risolve il problema. Ovviamente questo è solo un esempio: di possibilità e facilitazioni ce ne sono molte. Già il fatto di potere condividere queste esperienze, mi è stato di grande aiuto.

Com'è stata la tua prima "vacanza per genitori single"?
Ho fatto vacanze Gengle con mia figlia per tre anni. Il primo anno eravamo nove adulti più figli. Il secondo anno, complici le foto della stupenda vacanza dell'anno precedente, abbiamo riempito il villaggio: 54 tra adulti e bambini! Stessa sorte lo scorso anno. Mamme e papà con figli a seguito da tutta Italia. Un’esperienza bellissima.

Dove siete stati e che tipo di organizzazione aveva la vacanza?
Il primo e il secondo anno siamo stati in Calabria, a Palmi, per due settimane. L'organizzazione era molto semplice: le casette erano in condivisione e se non avevi già amici con cui condividerle, Gengle provvedeva a mettere in contatto genitori con caratteristiche analoghe per sesso dei genitori ed età dei figli. Ognuno era ovviamente autonomo, ma si finiva sempre per muoverci in gruppo. Il terzo anno abbiamo "invaso" una struttura ricettiva di Silvi Marina, in provincia di Teramo in Abruzzo, e siccome i periodi erano i più svariati, c'erano sempre nuove entrate e uscite. La maître dell'hotel aveva rinunciato a tenere il punto e si limitava a lasciarci un’ala del ristorante tutta per noi.

Quali sono, secondo te, i pro e i contro di una vacanza per genitori single?
I figli vivono la loro situazione come "normale": non sono gli unici in vacanza solo con la mamma o solo con il papà. Tendono naturalmente a fare combriccola dividendosi per fasce di età e quasi sempre i più grandicelli si occupano dei più piccoli, indipendentemente da rapporti di parentela. Ovviamente questo, oltre a rendere felici i genitori, lascia loro più tempo per gestire le cose più banali. In più una cena in compagnia di dieci adulti sconosciuti è preferibile a una cena in solitaria. Anche solo scambiare due chiacchiere in spiaggia che non comportino necessariamente lallazione e/o urlacci assume un fascino particolare. E poi la condivisione di tempi e spazi con persone con analogo passato, più o meno recente, ti fa sentire libero di potere essere te stesso. Contro? In tre anni ancora non ne ho trovati.

In generale, quali sono i problemi più grandi che incontra un genitore single? E come, secondo te, si potrebbero risolvere?
Il problema maggiore è il sostanziale cambiamento di socialità unito a una "latitanza", come dire, legislativa. Noi genitori single ormai rappresentiamo una quota importante del tessuto sociale contemporaneo, ma non godiamo della stessa considerazione di cui usufruiscono altre "categorie". Quando ci si separa ci si sente un po' isolati e molto poco considerati. In una fase della vita in cui, al contrario, si avrebbe maggiore bisogno di supporto e presenza. In tal senso questo network serve a sentirsi meno soli e spesso anche a trovare soluzioni a piccoli dubbi. Anche il nuovissimo Gengle magazine è un segnale forte in tal senso. Quando mi sono sposata ricordo di avere comprato almeno due mensili di una rivista di wedding planner per prendere spunti. Poi sono rimasta incinta e ho fatto l'abbonamento alla rivista per eccellenza delle mamme in attesa. E in entrambi i casi gli eventi erano "autoconcludenti". La separazione, invece, è per sempre.